Se ho la partita Iva devo fare il 730?

lavoratrice a partita iva che dichiara i redditi
(foto Shutterstock)

Facciamo chiarezza sugli strumenti da utilizzare per fare la dichiarazione dei redditi quando hai partita Iva

Hai la partita Iva e non hai capito come dichiarare i redditi e pagare le tasse? Non ti preoccupare, in questo articolo facciamo chiarezza sui diversi modelli da utilizzare a questi scopi.  

Prima di tutto, devi sapere che esistono diversi metodi per trasmettere informazioni sul tuo reddito all’Agenzia delle entrate e questi cambiano a seconda che tu abbia la partita Iva o un lavoro dipendente, ma anche se lavori come autonomo in modo occasionale.

Vediamo insieme quindi come destreggiarsi nella dichiarazione dei redditi nel caso di un lavoro prevalentemente autonomo. 

A cosa serve il Modello di dichiarazione dei redditi? 

Senza fare distinzioni tra i diversi tipi, il Modello per la dichiarazione dei redditi è lo strumento che ti serve per dichiarare all’Agenzia delle entrate tutti i redditi che hai percepito nell’anno precedente rispetto a quello in cui lo compili. 

Facciamo un esempio per capire meglio: nei mesi estivi del 2023 compili la dichiarazione che contiene tutte le informazioni reddituali, le spese e le detrazioni riferite all’anno 2022.

Una volta che viene determinato il totale, quindi, andrai a pagare nel 2023 una somma riferita alla tua situazione del 2022

Modello 730: sì o no? 

Chiariamo subito una cosa, il modello 730 può essere utilizzato solo se produci le seguenti categorie di reddito

  • da lavoro dipendente e simili (incluse le collaborazioni coordinate e continuative);
  • da pensione
  • da redditi da lavoro autonomo per i quali non è prevista la partita iva (si parla in questo caso di prestazioni autonome occasionali);
  • da terreni e fabbricati;
  • da capitale;
  • diversi.

Possiamo ben capire quindi che, in tutti i casi diversi da quelli che abbiamo elencato, non può essere utilizzato il modello 730, ma questo non vuol dire che tu possa fare a meno di dichiarare quanto hai percepito in partita Iva. Infatti, se oltre a questi redditi ne percepisci altri da lavoro autonomo con partita Iva, non puoi fare il 730 ma devi presentare il modello redditi PF.

Modello Redditi Persone Fisiche

Devi sapere che esiste un altro fascicolo da compilare che si chiama “Modello Redditi Persone Fisiche” ed è di colore blu, a differenza del 730 che invece è arancione. 

Anche in questo caso, devi trasmetterlo in modalità telematica entro il 30 novembre 2023. Il saldo e il primo acconto, poi, vanno saldati entro il 20 luglio 2023, mentre il secondo acconto va pagato entro il 20 novembre 2023.

Attenzione: questo documento è formato da tre fascicoli diversi, alcuni obbligatori, altri facoltativi.

Redditi e regime forfettario

Se sei un lavoratore autonomo con partita Iva in regime forfettario, cioè rimani entro gli 85.000 euro di compensi e paghi il 15% (o il 5% se hai aperto una nuova attività) di imposta sostitutiva dell’IRPEF, dentro al Modello di cui abbiamo parlato c’è una sezione apposita da compilare. 

Questa si chiama “Redditi quadro LM” e al suo interno devi inserire

  • il tipo di attività che svolgi, identificata tramite il codice ATECO;
  • codice Ateco;
  • coefficiente di redditività;
  • importi incassati nell’anno di riferimento;
  • importo contributi versati.

Attenzione: devi dichiarare solo le somme che hai effettivamente incassato, senza tenere conto di importi che ti devono ancora essere pagati.

Codice Ateco e coefficiente di redditività 

Soffermiamoci su questi due elementi per fare ancora più chiarezza

Il codice Ateco identifica a livello nazionale il tipo di attività che svolgi. Ad esempio, il codice 70.22.09 identifica l’attività di consulente aziendale. 

Una volta inserito questo numero e il totale degli incassi registrati, dovrai applicare su questo importo totale un coefficiente di redditività, cioè un numero percentuale che serve a togliere dall’incasso un importo presunto di spese che si pensa tu abbia dovuto sostenere per svolgere la prestazione lavorativa. 

Riprendendo sempre l’esempio di prima, per il codice 70.22.09 è previsto un coefficiente pari al 78%. Facciamo un esempio: se il totale incassato è pari a 18.000 euro, il 78% è 14.040 euro. 

È su questo importo che verranno calcolati i contributi, mentre per ottenere la base imponibile per il calcolo delle tasse dovrai sottrarre da questo importo i contributi che hai pagato l’anno precedente. 

Un aiuto con la tua partita Iva

La dichiarazione dei redditi può essere un’operazione complicata ed è soprattutto molto delicata: gli sbagli possono costare molto cari!

Se hai partita Iva e hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a gestire fatture e tasse da pagare e che risponda ai tuoi dubbi, puoi affidarti a Fiscozen.

Fiscozen è un servizio online pensato per i lavoratori autonomi e che mette a tua disposizione un commercialista dedicato e una dashboard da cui tenere tutto sotto controllo, dalla fatturazione, anche elettronica, al calcolo delle tasse in tempo reale. 

Se vuoi sapere se è un servizio che fa al caso tuo, puoi richiedere una consulenza gratis e senza impegno da questo link. E se poi decidi di affidarti a Fiscozen, avrai un prezzo dedicato sul primo anno di abbonamento.

 

Leggi anche: 

Regime forfettario 2023: tutte le novità per le partite iva

Partita iva, co.co.co e lavoro occasionale: cosa cambia?  

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.