Intelligenza emotiva, empatia, capacità di ascolto: sono competenze trasversali fondamentali in ogni settore lavorativo
Una premessa: le soft skills sono fondamentali in qualunque lavoro, non importa il settore. Un esempio? «Se devo scegliere un meccanico» spiega Elena Magello, Psicologa del lavoro, Consulente organizzativa e Formatrice per le risorse umane «lo scelgo ovviamente perché è bravo a fare il suo lavoro.
Ma non solo: cerco anche una persona che sia affidabile, che sia puntuale, precisa, che sappia spiegarmi bene qual è il problema e come l’ha risolto. Queste sono competenze soft, relative all’organizzazione e alla comunicazione, e sono indispensabili in qualunque mestiere, dal venditore al meccanico al chirurgo».
Le competenze trasversali relative all’ambito della comunicazione e delle relazioni interpersonali, in particolare, sono sempre tra le più ricercate. Su quali è meglio lavorare, per favorire la nostra crescita professionale e come persone? La parola all’esperta.
«Essere empatici» spiega ancora Elena Magello «significa riconoscere dentro sé stessi l’emozione che l’altro sta provando. Che è diverso dall’immedesimazione: non parliamo di calarsi nei panni dell’altro e soffrire o essere felici con lui. Provare empatia significa capire la situazione e comportarsi di conseguenza.
Avere un campo empatico è di grande aiuto per la motivazione. Immaginiamo un lavoratore preparato, puntuale, sempre corretto che di punto in bianco si trova con una situazione familiare difficile da gestire e chiede di poter rallentare. Il capo empatico lo capisce, sa che quella è una persona affidabile e sa che la risposta di cui ha bisogno è “prenditi il tuo tempo”.
Questo non solo fa sentire il lavoratore compreso, ma anche appagato da un punto di vista professionale, perché sente che il suo impegno come professionista è stato compreso e ora che ne ha bisogno viene valorizzato».
«L’intelligenza emotiva» spiega ancora Magello «è la capacità di gestire in modo equilibrato le proprie emozioni, adattando le proprie reazioni al contesto. Immaginiamo di trovarci su un’isola deserta: se un giorno tutto va storto e abbiamo una gran voglia di dare sfogo alla nostra rabbia, va bene, non c’è problema.
Ma quella stessa reazione in un contesto lavorativo risulterebbe fuori luogo. L’intelligenza emotiva ci permette di riconoscere in noi le emozioni, di capire se siamo arrabbiati, delusi, tristi. Non serve reprimerle o fingere che non esistano, basta capire qual è il momento e il modo giusto per sfogarle. Questa competenza mi aiuta ad essere una persona consapevole ed equilibrata».
Infine, la «Cenerentola delle competenze trasversali», la capacità di ascolto. «Tante volte passa in secondo piano» ricorda l’esperta, «eppure se parliamo di competenze relazionali, una relazione è fatta al 50% di comunicazione e al 50% di ascolto.
E saper ascoltare è fondamentale. Chi parla ripete ciò che conosce, chi ascolta impara, sempre. Ascoltare è un processo cognitivo, non meccanico, che richiede disponibilità e concentrazione: per ascoltare davvero dovremmo letteralmente fermarci, senza pensare a cosa rispondere. Se mi concentro sulla risposta, sposto il focus dell’attenzione su me stessa.
Quando ascolto il focus è l’altro, la mia risposta può venire in un secondo momento, dopo aver assimilato e compreso. «Saper ascoltare» conclude la Psicologa «significa stabilire una relazione autentica».