Unioncamere: assunzioni crollate del 30% nel 2020

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(foto Shutterstock)

Lo shock dovuto alla pandemia si riflette sui programmi di assunzione, che subiscono uno stop. Si conferma, tuttavia, la richiesta di figure ad alta specializzazione, in particolare con competenze tecnologiche e green

Assunzioni crollate in media del 30%, con picchi del 40% e oltre nei comparti dell’accoglienza e della ristorazione. Lo shock da Covid-19 frena i piani di recruiting delle imprese, che nell’arco dell’ultimo anno si sono dimostrate estremamente caute. Si confermano però alcune tendenze già in atto: cresce il peso delle competenze digitali e legate alla sostenibilità, così come la richiesta di figure tecniche specializzate. Sono queste alcune delle tendenze che emergono dall’ultimo bollettino del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, che ogni anno monitorano i flussi di entrata nelle imprese e delle competenze richieste dal mercato del lavoro. 

Accoglienza e ristorazione: -40,7% di assunzioni

La flessione dei piani di assunzione ha toccato tutti i settori, ma è stata più marcata nella filiera dell’accoglienza e della ristorazione (-40,7% per gli ingressi previsti) e in alcuni comparti di punta del made in Italy, come la moda (-37,9%). Un calo più contenuto si registra invece nelle costruzioni (-15,9%), nella sanità e servizi sociali privati (-17,1%) e nella filiera agro-alimentare (-19,7%). Nonostante la contrazione dell’occupazione, d’altra parte, aumenta la difficoltà di reperimento dei profili ricercati, a causa della mancanza di candidati o della preparazione inadeguata.

 Più profili specializzati, meno figure intermedie

La pandemia, quindi, non ha interrotto alcuni dei cambiamenti strutturali in atto da diversi anni. Come il fenomeno della “polarizzazione” nella domanda di lavoro delle imprese. Meno penalizzata, anche in un anno difficile come il 2020, è stata infatti la domanda di figure più specializzate, dotate di esperienza e del giusto mix di competenze utili a gestire le transizioni aziendali. La richiesta di competenze è elevata: quelle trasversali sono richieste alla quasi totalità dei profili, per quelle green la domanda si attesta all’82% e per le competenze digitali è al 93%.

Cresce la quota degli operai specializzati (che insieme ai conduttori di impianti e macchine arrivano a coprire 3 ingressi programmati su 10), impiegati nell’edilizia e in alcuni comparti manifatturieri meno penalizzati dalla crisi. Anche per questi profili è in rapido cambiamento il contenuto di mansioni da svolgere, sia per la crescente domanda di competenze green (richieste nell’80% dei casi) che per la diffusione dell’automazione nei processi produttivi. Più penalizzati dallo shock pandemico i profili intermedi, sia per il proseguire di una tendenza alla discesa della quota di figure impiegatizie negli organici aziendali, sia per gli effetti dei lockdown.

Due tecnici digitali su tre difficili da trovare

Tra le figure più richieste, invece, troviamo quelle tecniche legate ai servizi digitali, come gli analisti e progettisti di software e i tecnici programmatori (circa 2 assunzioni programmate su 3). Ma tra le professioni specialistiche e tecniche con il maggior incremento della difficoltà di reperimento nel 2020 si annoverano i farmacisti, gli esperti nella progettazione formativa e gli ingegneri civili.

Difficili da reperire anche gli operai attrezzisti e gli addetti a macchine utensili industriali, i meccanici e riparatori di automobili (con criticità per oltre una assunzione su due). Molto richiesti, poi, muratori, carpentieri ed elettricisti, coinvolti nella transizione in chiave di ecosostenibilità del comparto edilizio. Anche nel settore artigianato, pur duramente colpito dalla pandemia, quasi 4 profili su 10 sono difficili da reperire.

Mancano laureati “STEM”

La crescente domanda di specializzazione da parte delle imprese trova conferma anche nel fatto che raggiunge il 51,5% la richiesta di figure che abbiamo almeno un diploma secondario. Tra queste, la quota di laureati è pari al 14,1%. Le lauree più richieste sono quelle a indirizzo economico, di ingegneria e a indirizzo insegnamento e formazione, ma le difficoltà di reperimento si concentrano in particolare sui laureati nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

I tecnici specializzati in percorsi ITS cui le più richiesti afferiscono agli ambiti tecnologici mobilità sostenibile, tecnologie innovative per i beni e attività culturali e meccanica. Tra i diplomi le richieste sono rivolte soprattutto all’indirizzo amministrativo, al meccatronico e al socio-sanitario, con difficoltà di reperimento che si concentrano in particolare negli indirizzi agroalimentare, informatica e telecomunicazioni e meccatronica (da 3 a oltre 4 entrate su 10).  

Trasformazione digitale

Il report Unioncamere segnala anche che, nell’affrontare il cambiamento profondo imposto dal Covid-19, oltre 4 imprese su 10 che hanno investito in trasformazione digitale. Lo hanno fatto puntando sulle modifiche dei modelli di business, con l’adozione di strumenti di digital marketing (+16 punti percentuali rispetto al periodo pre-Covid), sulle innovazioni organizzative, con l’ampia diffusione nell’utilizzo dello smart working (+17 punti percentuali), o, sotto l’aspetto prettamente tecnologico, sull’acquisizione di reti ad alta velocità, sistemi cloud e big data analytics (+10 punti percentuali). Saranno quindi proprio le competenze digitali, richieste al 60,4% dei profili ricercati nel 2020, uno dei principali driver per la fase di recupero. 

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