Il digitale deve servire a migliorare la qualità della vita di una persona: l’Unione europea propone una Carta diritti umani
Emergenza climatica, sostenibilità, equità sociale sono le sfide del futuro per tutto il pianeta, e in questi ambiti la tecnologia digitale potrebbe essere determinante. Le conseguenze della transizione digitale, però, derivano da chi la guida: ecco perché l’Unione europea propone una Carta che regolamenti questa trasformazione, ispirandosi alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Innovazione sì, a patto che la transizione venga regolamentata anteponendo i diritti delle persone al profitto. L’Unione europea sta pensando ad un unico contesto di riferimento per il digitale: una serie di norme indirizzate a riformare le regole dei mercati dei servizi digitali, dell’intelligenza artificiale e della gestione dei dati.
Il senso di queste proposte normative risiede nella volontà dell’Unione di costruire un futuro digitale che ponga davvero le persone al centro del progetto. Un vero e proprio apparato giuridico che regolamenti la gestione delle grandi piattaforme digitali, preservando la privacy dei cittadini, e proteggendo i dati.
La Commissione europea sta cercando di ascoltare le tante voci che chiedono, ormai da tempo, una Carta che definisca cosa è giusto nel mondo digitale, e quale società si vuole sviluppare utilizzando le nuove tecnologie, partendo dal presupposto che esse debbano essere un fattore di miglioramento della vita quotidiana, e un’occasione per favorire l’equità sociale. Nel mondo del lavoro, giusto per fare un esempio, la transizione informatica deve favorire il benessere delle persone, aumentare l’occupazione, senza dimenticare il rispetto dell’ambiente. Gli strumenti ci sono tutti: la ricerca fa passi da gigante, e le potenzialità per andare verso la sostenibilità economica e sociale vanno semplicemente colte.
La Dichiarazione dei diritti nella sua versione finale, firmata dal Parlamento e dal Consiglio diventerà la fonte di ispirazione per dare una direzione a tutta la politica europea nei prossimi 10 anni. La Carta fa riferimento ad una transizione digitale che avvantaggia tutti, con regole che favoriscono l’innovazione legata alla tutela dei diritti.
La Dichiarazione ha una forte valenza politica: stabilisce il principio che più le imprese hanno benefici economici dalla rete, più esse devono contribuire a rendere la rete internet libera e sicura, accessibile a tutti. Richiede che l’ambiente digitale protegga la libertà di scelta dei cittadini, contribuisca alla sostenibilità e a costruire una società inclusiva.
Il percorso di una transizione digitale che non lasci indietro i diritti della persona, ha tempi più lunghi, ma sicuramente un ritorno migliore per i cittadini. L’Unione europea sta lavorando per un contratto sociale digitale che possa essere determinante anche nelle scelte politiche dei singoli Paesi.
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