Conciliare lavoro e famiglia è sempre più difficile. Istat: lavora solo il 57% delle madri tra i 25 e i 54 anni
Quando si parla di occupazione e famiglia sono quasi sempre le donne a uscirne peggio, tant’è che i risultati dell’ultimo report di Istat “Conciliazione tra lavoro e famiglia”, illustrano come nel 2018 i dati italiani sul tasso di madri occupate tra i 25 e i 54 anni, con figli sotto i 15 anni, si sia fermato al 57%, contro l’89,3% dei padri. Guardando invece alle donne senza figli, il dato è al 72,1%.
E ancora più preoccupante è la cifra che vede l’11,1% delle mamme non avere mai avuto un impiego per dedicarsi alla cura dei figli. Una percentuale tre volte più elevata rispetto alla media dell’Unione europea del 3,7%.
A livello territoriale le dinamiche occupazionali penalizzano le madri del sud Italia, che risultano occupate solo nel 35,9% dei casi, contro il 65,1% del Centro e il 69,4% del Nord.
Tra le donne con figli che hanno un titolo di studio universitario, oltre l’80% è occupato, contro il 34% delle donne che ha un titolo di studio pari o inferiore alla licenza media.
Per quanto la difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e lavoro sia comune a uomini e donne soprattutto quando i figli sono più di uno o in età prescolare, nella maggior parte dei casi sono le madri (38,3%, oltre un milione) ad apportare dei cambiamenti a livello professionale, come modifica o riduzione di orario, piuttosto che i padri, con una percentuale dell’11,9%, poco più di mezzo milione.
A segnalare più difficoltà sono: i lavoratori indipendenti (39,4%) a causa dell’impegno richiesto dal lavoro in termini di tempo e fatica, programmazione complessa e imprevedibilità, chi svolge professioni qualificate (39%) e gli addetti al commercio e servizi (39,2%).
In termini di orario di lavoro i genitori dipendenti che lavorano a tempo pieno hanno problematiche maggiori (37,6%) rispetto a quelli in part-time (24,6%), specialmente le madri (il 43,3% delle mamme a tempo pieno contro il 24,9% di quelle part-time). Tra le difficoltà indicate ci sono anche il lavoro a turni, in orari pomeridiani, serali o nel weekend, e il tempo necessario per raggiungere il posto di lavoro.
Quanto al supporto esterno per la cura dei figli, il 38% delle famiglie si appoggia all’aiuto di familiari o amici, nonni principalmente.
I servizi dedicati ai minori, pubblici e privati, come asili nido, scuole materne, pre o post scuola, baby sitter e ludoteche vengono utilizzati solo dal 31% dei genitori a causa dei costi elevati, della scarsità di posti disponibili o dell’assenza del servizio stesso. Con una suddivisione territoriale del 34,5% al Nord, del 33,3% al Centro e del 24,9% nel Mezzogiorno.
L’utilizzo dei servizi o il ricorso all’aiuto di parenti e amici sono strettamente collegati alla condizione occupazionale della donna e all’età dei figli.
Secondo Istat inoltre il 23,2% delle madri con figli da 0 a 5 anni che dichiarano di non utilizzare i servizi, ne avrebbe bisogno.
I nuclei familiari che invece non fruiscono né di servizi né dell’aiuto di familiari sono il 48%, di cui il 37% si occupa autonomamente della cura dei figli.