Cresce l'attenzione delle aziende italiane per welfare, flessibilità e smart working
Nelle imprese italiane c’è una crescente attenzione verso il benessere e la qualità della vita dei dipendenti. È questo il trend forte, che emerge da “Salary Guide 2019”, l’indagine condotta annualmente da Hays, società di recruitment specializzato, su un panel di 160 aziende e oltre 500 professionisti, sull’andamento del mercato del lavoro in Italia.
I focus emersi riguardano i temi di welfare aziendaleÈ l’insieme di benefit e prestazioni che un datore di lavoro riconosce ai suoi dipendenti, in aggiunta alla normale retribuzione, con lo scopo di migliorarne la qualità della vita privata e professionale. More, orari di lavoro flessibili e smart workingÈ una nuova modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, introdotta dalla l. 81/2017 e caratterizzata dall’assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro per il dipendente. More. Seguiti da social recruiting e retribuzione.
«Rispetto a un anno fa, nei settori che abbiamo analizzato (banking, engineering, finance, IT, insurance, life, science, oil & gas, sales & marketing) – secondo Carlos Manuel Soave, managing director di Hays Italia – si registrano tanti segnali positivi: dalle politiche retributive al social recruiting, dalla flessibilità lavorativa ai programmi di welfare aziendale. Tuttavia in altri ambiti c’è ancora molta strada da fare, ad esempio, sul wellbeing, o politiche per il benessere dei dipendenti, non ci siamo ancora. Così come sul discretionary time off, ovvero la possibilità di assentarsi o prendere le ferie senza richiedere l’autorizzazione formale, siamo solo all’inizio».
In Italia il 50% delle aziende ha già attivato dei programmi di welfare aziendale, mentre l’altra metà (49%) è orientata a introdurli in futuro. I servizi verso i quali ci si orienta maggiormente sono “medicina e salute” (70%), “previdenza integrativa” (44%), “cultura e tempo libero” (41%) e “servizi per la famiglia” (31%).
Per quanto riguarda i bonus economici, oltre il 95% delle aziende ritiene che siano uno strumento importante per la soddisfazione del personale e l’80% li eroga ai dipendenti.
Il 71% offre anche benefit, tra cui cellulare (92%), auto aziendale (83%), assicurazione sanitaria integrativa (53%) e convenzioni con società di servizi (30%).
Politiche di flessibilità e smart working sono diffuse nel 61% delle imprese. Nell’85% dei casi è possibile usufruire di orari di lavoro flessibili e nel 55% praticare lo smart working. Tipologia di lavoro, cosiddetto ‘agile’, che permette al lavoratore di ridurre tempi e costi del tragitto casa-lavoro (51%), di avere maggiore autonomia organizzativa (47%) e di raggiungere un migliore equilibrio tra lavoro e famiglia (32%).
Per il datore di lavoro, lo smart working porta una riduzione dei costi di gestione degli uffici e un aumento di produttività.
Nell’ambito della selezione del personale, per il 36% delle aziende la situazione è stabile, per il 28% in miglioramento e per il 30% difficile. Nel 2019 il 71% delle aziende manterrà stabile il livello d’investimento nelle risorse umane, mentre solo un 18% apporterà degli aumenti. Niente novità quindi per chi è in cerca di lavoro.
In questo contesto il social recruiting offre alle aziende uno strumento efficace per avere una valutazione più completa del candidato (90%), lasciando trapelare anche l’aspetto psicologico, accertare eventuali attitudini professionali (40%) e avere informazioni sulla sua rete di contatti (13%).
Per quanto riguarda le figure ricercate, la selezione si focalizza su profili tecnici o di middle management (71%), con breve esperienza professionale (48%), tirocinanti e apprendisti (35%). Più bassa invece la richiesta di profili top management (13%).
Segnali positivi nell’area retributiva. Più della metà dei professionisti ha ricevuto un aumento di stipendio rispetto alla precedente occupazione oppure ritiene il suo trattamento salariale adeguato al ruolo ricoperto.
Nell’indagine di Hays vengono analizzati anche i motivi che spingono i lavoratori a cambiare lavoro (82%). ll tema più sentito è la ricerca di maggiore soddisfazione personale (59%), seguito dall’obiettivo di avere uno stipendio migliore e prospettive di crescita (54%); la possibilità di seguire progetti più interessanti (20%), l’insoddisfazione con il datore di lavoro (17%) e il desiderio di avere maggiori benefit (10%).
È chiaro quindi come la maggior parte dei lavoratori desideri essere impiegato in aziende attente ai bisogni dei dipendenti, in cui avere una buona qualità di vita e un buon livello di soddisfazione. Dal canto loro, nell’applicare politiche che generino una condizione di benessere e gratificazione nelle risorse, le imprese possono trarre molti vantaggi, fidelizzando i talenti e guadagnandone in produttività.
La strada è ancora lunga, ma la direzione verso la quale sta andando l’occupazione sembra già chiara.