Lavoro del futuro: agricoltura e istruzione i settori più in crescita

Lavoratrice nel settore agricoltura

Gli effetti della transizione verde guideranno la crescita di molte professioni, così come l’evoluzione rapidissima dell’intelligenza artificiale

La transizione verde, gli standard ESG e la localizzazione delle catene di approvvigionamento saranno, nei prossimi cinque anni, i principali motori della crescita occupazionale.

Secondo le stime del World Economic Forum, che ha recentemente pubblicato l’ultimo rapporto sul futuro del lavoro, le aziende prevedono la creazione di 69 milioni di nuovi posti di lavoro, che tuttavia andrà di pari passo con l’eliminazione di altri 83 milioni di posti. Il saldo è negativo per 14 milioni di unità, pari al 2% dell’occupazione attuale.

Il progresso tecnologico e la digitalizzazione spingeranno la crescita soprattutto di alcune figure, che si prevede saranno nell’ambito della sostenibilità, del business intelligence e della sicurezza informatica. 

Agricoltura e formazione guidano la crescita

Secondo l’indagine, i maggiori incrementi assoluti di posti di lavoro si verificheranno nei settori dell’istruzione e dell’agricoltura. Secondo il rapporto, si prevede che l’occupazione nel settore dell‘istruzione aumenterà di circa il 10%, creando 3 milioni di posti di lavoro supplementari per insegnanti di formazione professionale, docenti universitari e docenti di istruzione superiore. 

Per i professionisti dell’agricoltura, in particolare gli operatori di macchine agricole, i selezionatori e i cernitori, si prevede un aumento dal 15% al 30%, corrispondente a un aumento di 4 milioni di posti di lavoro.

Gli investimenti nella transizione verde e nella mitigazione dei cambiamenti climatici, insieme alla crescente consapevolezza dei consumatori sulla sostenibilità, stanno guidando la trasformazione dell’industria e aprendo nuove opportunità nel mercato del lavoro. 

La maggior parte degli intervistati prevede infatti che gli investimenti per la transizione verde delle imprese avranno gli effetti netti più significativi sulla creazione di posti di lavoro. Aumentando le fonti di energia rinnovabile, si prevede infatti una forte domanda di ingegneri delle energie rinnovabili e ingegneri specializzati nell’installazione e nei sistemi di energia solare.

Gli investimenti favoriranno anche la crescita di ruoli più generalisti nel campo della sostenibilità, come specialisti della sostenibilità e professionisti della protezione ambientale. Si prevede che questi settori vedranno una crescita rispettivamente del 33% e del 34%, generando un aumento di circa 1 milione di posti di lavoro.

Specialisti dei dati: la richiesta aumenterà del 30% entro il 2027

Nonostante la tecnologia continui a presentare sfide e opportunità, i datori di lavoro si aspettano inoltre che la maggior parte delle tecnologie possano contribuire positivamente alla creazione di posti di lavoro. 

I ruoli in più rapida crescita, infatti, sono guidati dalla tecnologia e dalla digitalizzazione. Tra le tecnologie destinate a creare posti di lavoro, i big data si trovano al primo posto, con il 65% degli intervistati che prevede una crescita occupazionale nelle posizioni correlate. 

Analisti e scienziati dei dati, specialisti dei big data, specialisti dell’apprendimento automatico dell’intelligenza artificiale e professionisti della sicurezza informatica aumenteranno in media del 30% entro il 2027. Il 42% delle aziende intervistate ha indicato che la formazione dei lavoratori sull’uso dell’intelligenza artificiale e dei big data sarà una priorità nei prossimi cinque anni, seguita dal pensiero analitico (48%) e dal pensiero creativo (43%). 

Il commercio digitale porterà ai maggiori incrementi assoluti di posti di lavoro, con circa 2 milioni di nuovi ruoli. Saranno ad esempio specialisti dell’e-commerce, specialisti della trasformazione digitale e specialisti di marketing e strategia digitale.

Automazione stabile, ma l’AI è in crescita esponenziale

La tecnologia, quindi, avrà un ruolo chiave nella creazione di nuovi posti e nuove figure professionali, ma allo stesso tempo porterà alla scomparsa o all’evoluzione di altre mansioni attualmente molto diffuse. 

I ruoli impiegatizi o di segreteria, pensiamo a sportellisti di banca, cassieri e addetti all’inserimento dati, potrebbero essere quelli che andranno sparendo in tempi più rapidi. 

Il rapporto del 2023 sul futuro dell’occupazione suggerisce che queste mansioni non sono oggi più automatizzate rispetto a tre anni fa, quando è stato pubblicato l’ultimo rapporto. Attualmente, infatti, si parla di una percentuale che non supera il 34%, quindi in crescita di appena un punto percentuale. Inoltre, le aziende intervistate hanno ridotto le loro aspettative di automazione futura, stimando che il 42% delle mansioni sarà automatizzato entro il 2027, rispetto al 47% previsto nel 2020 entro il 2025.

Tuttavia, mentre le aspettative riguardo al lavoro fisico e manuale sostituito dalle macchine sono diminuite, si prevede che il ragionamento, la comunicazione e il coordinamento – tutte competenze in cui gli esseri umani hanno un vantaggio comparativo – diventeranno sempre più automatizzabili in futuro

L’intelligenza artificiale, uno dei principali fattori del potenziale spostamento algoritmico, verrà adottata da quasi il 75% delle aziende intervistate. Questo comporterà un alto tasso di ricambio, con il 50% delle organizzazioni che prevede una crescita dell’occupazione e il 25% che prevede una riduzione dei posti di lavoro.

 

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