Le malattie invisibili causano grossi danni non solo a livello di salute fisica, ma anche di benessere e produttività al lavoro
Nella dinamica del mondo lavorativo, le donne affrontano molte sfide, alcune delle quali vengono spesso trascurate o sottovalutate. Una di queste è rappresentata dalle malattie invisibili, che possono influenzare significativamente la loro vita professionale e personale.
Mentre i problemi di salute visibili possono essere evidenti e affrontati in modo diretto, le patologie invisibili portano con sé una serie di complessità, spesso non riconosciute né comprese dagli altri, con conseguenze che vanno ben oltre il mero contesto lavorativo.
Ce ne parla Sara Compagni, body coach conosciuta sui social come @sara.postura.da.paura, fondatrice di Postura da Paura, piattaforma di allenamenti online, e di FEM Studio, poliambulatorio dedicato alla salute femminile.
Le malattie invisibili sono tutte quelle patologie croniche e invalidanti, spesso non riconosciute, caratterizzate da dolore e problematiche di vario tipo nei pazienti affetti, ma che non hanno caratteristiche facilmente riconoscibili da chi non ne soffre.
Le patologie invisibili includono una vasta gamma di condizioni, come malattie croniche, disturbi mentali, disabilità fisiche non apparenti e disturbi neurologici, che possono influenzare la vita quotidiana in modi subdoli ma significativi.
Tra le malattie invisibili più diffuse ci sono disturbi autoimmuni, come la sindrome da fatica cronica o la fibromialgia, che possono causare dolore persistente e affaticamento estremo.
Ma anche disordini addomino-pelvici come vulvodinia, endometriosi, neuropatia del pudendo, patologie reumatiche come artrite reumatoide o lupus, così come i disturbi dell’umore come l’ansia e la depressione.
Ognuna di queste patologie presenta sintomi soggettivi e comporta dolore e disabilità più o meno severe, più o meno persistenti con conseguente diminuzione della qualità della vita che impatta sul benessere a 360° e sulla produttività lavorativa, fino ad arrivare all’impossibilità di mantenere un impiego stabile.
Poiché le malattie invisibili sono caratterizzate da sintomi che l’occhio non vede, spesso questi ultimi vengono fraintesi e sottovalutati da parte di colleghi, datori di lavoro e persino da parte del sistema sanitario.
“È tutto nella tua testa” è la risposta che milioni di donne affette da malattie invisibili hanno ricevuto almeno una volta nella loro vita. Le complicanze psicologiche e psichiatriche che ne derivano possono essere tali da richiedere, oltre alla terapia psicologica, anche quella farmacologica.
Il malessere psicologico non è solo conseguenza diretta della malattia ma anche delle difficoltà derivanti dal contesto sociale che le pazienti incontrano per via della loro situazione incompresa. Alla diagnosi, infatti, si arriva per esclusione con un ritardo che va dai cinque ai dieci anni.
Per tale ragione, queste malattie sono state per diverso tempo ignorate e associate erroneamente solo alla sfera emotiva delle donne, al punto da portare le donne stesse a considerarle come situazioni normali e da sopportare.
È importante che le aziende comprendano il peso di queste condizioni e forniscano un sostegno concreto a tutte le donne che ne soffrono. Come possono farlo? Ad esempio garantendo forme di lavoro flessibile, l’accesso a servizi di salute mentale, programmi di assistenza per la gestione dello stress e programmi di fitness medicale utili per la gestione dei sintomi.
Inoltre, è importante creare una cultura aziendale che promuova l’accettazione e la comprensione delle differenze individuali, combattendo attivamente lo stigma associato alle patologie invisibili.
Abbiamo parlato di quali sono le azioni che possono portare avanti le imprese per sostenere e aiutare le persone affette da malattie invisibili. Cosa sta facendo invece lo Stato, attraverso il Sistema sanitario nazionale (SSN), per risolvere questo problema?
Per scoprirlo è importante spiegare cosa sono i LEA (Livelli essenziali di assistenza), cioè le prestazioni e i servizi che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini – in maniera del tutto gratuita oppure a seguito del pagamento di una quota (ticket) – con le risorse pubbliche raccolte attraverso le tasse pagate dalla collettività.
In breve, i Lea ricoprono tre grandi livelli:
Nel livello di assistenza distrettuale sono inserite tutte le attività e i servizi sanitari diffusi sul territorio, tra cui l’assistenza sanitaria di base e l’assistenza farmaceutica per le patologie.
Molte delle patologie invisibili non rientrano ancora tra le malattie gestite dal Sistema Sanitario Nazionale. Questo significa che qualsiasi spesa (visite, farmaci, spese di spostamento verso ospedali specializzati etc.) è totalmente a carico delle pazienti.
La speranza è che la diffusione sempre maggiore della medicina di genere porti dei risvolti positivi nel contrasto delle malattie invisibili, permettendo in tal senso la gestione e la cura ottimali delle pazienti.