Report EY-Luiss: per le aziende i costi sono ingenti e i ricavi incerti. Numerosi i fronti di riflessione: privacy, proprietà intellettuale, risk and compliance
Quasi un’azienda su tre è pronta a investire sui nuovi modelli del web 3.0, tra cui il metaverso. Puntano soprattutto su marketing e customer experience, ma insieme all’entusiasmo non mancano dubbi e perplessità sull’effettivo ritorno di questo sforzo economico. Inoltre, dal punto di vista normativo, i manager rilevano lacune e motivi di riflessione.
É quanto emerge dal report “Web 3.0: Metaverso e NFT” realizzato da Ernst & Young in collaborazione con il Centro di Ricerca in Strategic Change di Luiss Guido Carli. I ricercatori hanno intervistato i CEO e i top manager di 100 aziende internazionali, cercando di anticipare quale sarà l’impatto dei nuovi modelli web per l’economia e l’industria.
Secondo lo studio, oltre il 40% delle aziende italiane ed estere intervistate crede che il tasso di crescita medio dei ricavi del metaverso nei prossimi 10 anni supererà il 40%. Il report ha inoltre rivelato che circa il 30% delle aziende ha già investito o intende farlo nell’adozione delle principali tecnologie emergenti, tra cui il metaverso, mentre il 25% ha pianificato di farlo entro il 2023.
Dall’indagine è inoltre emerso il notevole potenziale del web 3.0 nel modellare i futuri business model delle imprese, che nascono dalla creazione e la vendita di asset digitali e da collezione, case e edifici digitali, esperienze virtuali.
I principali ambiti di applicazione oggetto di investimento sono la customer experience, attraverso la creazione di luoghi virtuali completamente immersivi, la formazione 4.0 intesa come apprendimento e sviluppo delle competenze nel Metaverso, il metaverse marketing e l’abilitazione di nuove modalità di lavoro, a partire dall’organizzazione di incontri virtuali che garantiscano una maggiore inclusività.
Nonostante l’entusiasmo per le opportunità offerte dal web 3.0, l’indagine di Luiss e EY mette in luce anche le preoccupazioni e dubbi, che riguardano soprattutto i costi di investimento, l’incertezza dei ricavi, le reali potenzialità e opportunità associate, la necessità di sviluppare nuove competenze e la mancanza di una normativa adeguata.
Il 64% degli intervistati, infatti, ritiene che i governi dovrebbero ulteriormente regolamentare il mercato del web 3.0, perché la normativa vigente non è sufficiente a rispondere ai diversi scenari abilitati da queste nuove tecnologie.
Anche gli NFT (non-fungible token) sono oggetto di interesse per le aziende, con il 48% del campione che ritiene che offrano importanti opportunità di crescita dei ricavi. Tuttavia, alcuni intervistati hanno espresso preoccupazione per la mancanza di trasparenza e di chiarezza riguardo alle reali potenzialità degli NFT.
In relazione agli aspetti di regolamentazione, più nel dettaglio, i manager intervistati ritengono necessario regolamentare gli aspetti legati a cybersecurity (soprattutto la gestione dei dati personali), educazione e formazione (proibendo ad esempio azioni violente), transazioni economiche e relativa fiscalità e comportamento sociale ed etico.
Il report mette in evidenza le aspettative che gli operatori ripongono non solo rispetto ai loro investimenti nel metaverso, ma anche in termini di capacità e competenze richieste per l’attuazione di una strategia nel Metaverso in ambito di risk and compliance.
Di conseguenza, il fisco non può che avere aspettative analoghe e richiedere dunque un sistema di armonizzazione tra le varie giurisdizioni dei singoli Paesi. In quest’ottica, è fondamentale concepire un’idea di compliance non solamente a livello nazionale – come era stato il caso per la web tax – ma sovranazionale anche alla luce dei notevoli sforzi e delle recenti esperienze che gli Stati stanno portando avanti in materia di global minimum tax.
Data la crescente quantità di dati personali che circolano e vengono trattati attraverso il web, è determinante lavorare su un doppio fronte: da un lato applicando i principi generali che il legislatore europeo ha già saputo individuare nel GDPRIl Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati è un atto dell’Unione Europea che si occupa del trattamento e della circolazione dei dati personali, applicabile a partire dal 25 maggio 2018 More (i principi di Privacy by Design e di Privacy by Default), di minimizzazione e dell’accountability del titolare del trattamento; dall’altro, le nuove tecnologie dovranno essere osservate e percepite anche come strumenti di gestione e monitoraggio dei trattamenti dei dati personali a supporto della compliance.
La realizzazione di un ambiente come il metaverso coinvolge anche degli asset di Intellectual property (IP) come le privative brevettuali, i brand, il diritto d’autore e della comunicazione. Analogamente la realizzazione e commercializzazione di un NFT non può prescindere dalla valutazione del rapporto con i diritti di proprietà intellettuale propri o di terzi.
Infine, le nuove tecnologie e le loro applicazioni potranno avere impatti innegabili anche sul mondo del lavoro. Tra gli aspetti principali da approfondire si trova il concetto di luogo di lavoro (con il superamento dei tradizionali vincoli di tempo, luogo e spazio), la formazione dei lavoratori e le possibili ricadute sulla normativa in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Le questioni derivanti dall’utilizzo di una nuova tecnologia necessitano di un approccio interdisciplinare volto ad interpretare in chiave evolutiva le disposizioni già esistenti e creare regole generali, piuttosto che introdurre norme calibrate su singole fattispecie che rischiano di essere rapidamente superate dal progresso tecnologico.
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