Randstad: gli italiani mettono aI primo posto l’equilibrio vita-lavoro. Per attirare «personale di qualità» le aziende devono comprendere le aspettative dei potenziali dipendenti e creare una conseguente strategia di employer branding
Sulla base di quali criteri un lavoratore dipendente ritiene più appetibile un posto di lavoro, indirizzando così la sua candidatura a una determinata azienda piuttosto che a un’altra? Lo svela l’indagine di Randstad “Employer Brand Research”, che presenta la top ten dei fattori più rilevanti ricercati dalle persone in cerca di un nuovo impiego.
Lo studio, condotto a livello globale tra dicembre 2019 e gennaio 2020, su 33 paesi, 200 mila intervistati e 6.000 aziende, delinea un quadro accurato delle preferenze dei lavoratori tra i 18 e i 65 anni, con approfondimenti focalizzati sulle diverse generazioni al lavoro e sui settori economici.
Entrando nel vivo dell’analisi sul territorio italiano, nel 2020 sono state intervistate 6.200 persone tra lavoratori, studenti e non occupati, ricavandone le opinioni in merito a 150 aziende con più di 1.000 dipendenti, appartenenti a 20 diversi settori.
Vediamo nel dettaglio cosa è emerso dalla ricerca.
Per la metà degli intervistati italiani (52%) un buon equilibrio vita-lavoro è fondamentale, seguito a ruota da un’atmosfera di lavoro positiva, che permetta di sentirsi a proprio agio (51%), e dall’offerta di retribuzione e benefit interessanti (47%). Rilevanti anche sicurezza del posto di lavoro (46%) e visibilità del percorso di carriera (36%). Successivi, tra le caratteristiche del posto di lavoro ideale sono stabilità e solidità finanziaria, contenuto di lavoro interessante, ottima reputazione, impegno nel dare alla società qualcosa in cambio, e utilizzo delle tecnologie più recenti.
In parallelo a questo, la ricerca riporta l’elenco dei fattori che hanno maggior peso nella valutazione dell’attuale datore di lavoro.
Nelle prime tre posizioni stavolta incontriamo stabilità e solidità finanziaria, ottima reputazione, sicurezza del posto di lavoro, seguiti da contenuto di lavoro interessante, atmosfera di lavoro piacevole, buon equilibrio vita lavorativa e privata, utilizzo delle tecnologie più recenti, impegno nel dare alla società qualcosa in cambio, visibilità del percorso di carriera, e, solo ultimi, retribuzione e benefit interessanti.
È evidente quindi come i tre fattori ritenuti prioritari in un datore ideale, siano invece poco rilevanti nell’attuale posto di lavoro del campione intervistato.
Per essere attrattive agli occhi del «personale di qualità» secondo Marco Ceresa, amministratore delegato di Randstad Italia, le imprese devono «comprendere le aspettative dei potenziali dipendenti e creare una strategia di employer branding che tenga conto delle loro esigenze e sia capace di offrire un buon equilibrio fra vita professionale e privata, un’atmosfera di lavoro piacevole e stipendi e benefit competitivi e adeguati al valore della forza lavoro». Perché oggi, spiega Ceresa, «le persone lavorano sempre più per una “cultura aziendale” e non soltanto per un’azienda», per questo i datori di lavoro devono comunicare con trasparenza e in modo efficace i propri valori e spiegare cosa significhi lavorare nella propria realtà. «I vincitori del Randstad Employer Brand 2020 – conclude – sono esempi di come deve essere una strategia di employer branding di successo». Ai primi 3 posti: Ferrero, Feltrinelli e Lamborghini.
Per oltre la metà dei millennial (53%) è fondamentale un’atmosfera di lavoro piacevole. Più basso il corrispondente valore per Gen X (49%) e boomer (47%).
Quanto a tipologia di benefit lavorativo, il 73% dei millennial ritiene interessante una vacanza aggiuntiva. Valore più alto rispetto al 63% della Gen X.
Per il 48% degli intervistati appartenenti alla fascia di età cosiddetta Gen X sono importanti retribuzione e benefit interessanti. Rispetto a loro, Gen Z (42%) e Boomer (43%) danno un po’ meno valore a questo fattore.
Il 71% dei Gen X vede nei pasti sovvenzionati e in un piano mensa un interessante benefit lavorativo. Dato più alto rispetto ai boomers (61%).
La fascia di età più giovane, detta Gen Z, cerca aziende che diano valore a diversità e inclusione (23%). Molto di più di millennial (17%), Gen X (16%) e Boomer (12%).
Tra i benefit più appetibili, l’assicurazione viaggi è il più interessante interessante per il 63% dei Gen Z, rispetto al 51% dei millennial, il 49% di Gen X e il 47% dei Boomer.
La categoria di lavoratori più senior, i boomer, cerca principalmente un datore con una situazione finanziariamente solida (40%); aspetto meno importante per Gen X (24%) e millennial (30%).
Nella classifica dei benefit più ricercati dai boomer vince l’assistenza sanitaria (86%). Dato più alto in confronto al 75% dei Gen Z, al 76% dei millennial e al 77% della Gen X.
Media, automobilistico, e servizi informatici/web sono i settori più attrattivi. Si classificano ai primi tre posti Feltrinelli, Lamborghini e IBM. Seguiti da industria aeronautica (Leonardo) e beni di largo consumo (Ferrero).
Tra le motivazioni addotte dagli intervistati italiani alla ricerca di un cambio del posto di lavoro:
La classifica dei benefit più richiesti vede al primo posto assistenza sanitaria, orario di lavoro flessibile e benefit per le vacanze, seguiti al quarto e quinto posto da rimborso delle spese di viaggio o mobilità, e infine da investimenti in formazione.