“Il nuovo lavoro: strategie aziendali per il cambiamento” il libro di Gianluca Spolverato e Paola Salazar

(foto Shutterstock)

Cosa abbiamo imparato in questo lungo periodo di sospensione dovuto alla pandemia? Che ci sono una serie di cambiamenti alle porte e dobbiamo concretamente divenire attori del cambiamento. La pubblicazione accompagna il lettore nell’interpretazione dei tempi che stiamo vivendo

di Gianluca Spolverato 

 

Stiamo finalmente uscendo da un lungo periodo di sospensione, di paura certo, ma anche positivo e di speranza, che ci sta conducendo a grandi passi verso il futuro. Un futuro foriero di una nuova consapevolezza, data dalla concreta possibilità di divenire attori di un cambiamento che non solo è nell’aria da tempo, ma che oggi è divenuto ineludibile affrontare. 

Stiamo tornando a vivere: cosa ci ha insegnato la pandemia?

Dopo quasi due anni trascorsi nostro malgrado lontani, al chiuso e assediati dall’emergenza sanitaria abbiamo riscoperto il piacere di stare insieme, del rientro in ufficio, di tornare a vivere. Ma non è più il mondo che conoscevamo, siamo nei nuovi ruggenti anni Venti.

Quello che ci ha insegnato la pandemia è che nulla sarà più come prima. Abbiamo ormai imboccato, che ci piaccia o no, una strada di non ritorno che è necessario percorrere mantenendoci saldi su quello che abbiamo imparato fino a qui, ma con il cannocchiale ben aperto verso l’orizzonte e il futuro. Perché senza la consapevolezza di quello che siamo, non è possibile comprendere le potenzialità di quello che potremo essere.

Questa è la primaria riflessione che ho voluto inserire nel libro “Il nuovo lavoro: strategie aziendali per il cambiamento” (editore Ipsoa), in uscita il 25 ottobre, e che verrà presentato durante l’evento Agenda 2030 “Viaggio nel lavoro che cambia. BE GREEN, BE HEALTHY, BE FAIR” alla Triennale di Milano, giovedì 28 ottobre 2021.

Con essa, l’importanza della centralità dei valori dell’individuo, essenziali per poter guardare avanti. Ci siamo trovati in una situazione di costrizione senza precedenti e abbiamo dovuto metterci a pensare alle nostre vite e al nostro lavoro. Elementi di un tutto che è l’individuo, perché non esiste un tempo di vita e un tempo di lavoro. Si tratta di un tutt’uno che è quello che ci rende completi come individui. E se siamo individui completi, possiamo guardare con vigile consapevolezza ai cambiamenti che stanno accompagnando da tempo l’organizzazione del lavoro. Cambiamenti che la pandemia ha accelerato, che ha reso più evidenti, ma che erano già in atto. Il testo, che si rivolge a HR, aziende, amministrazioni del personale, avvocati, consulenti, fiscalisti, studiosi della materia, vuole rappresentare quale sarà il nuovo modello organizzativo del lavoro che si andrà a configurare anche a seguito dell’accelerazione impressa dall’evoluzione tecnologica in atto, che vedrà la ripresa del lavoro fare i conti ancora con la permanenza del virus.

L’individuo è centro e baricentro nel nuovo modo di pensare al lavoro 

Di alcuni di questi temi si discute ormai da tempo, come il welfare aziendale e lo smart working. Di altri, come l’influenza della digitalizzazione su molti dei processi HR o su come i social network stiano influenzando i processi di ricerca e selezione del personale, si è iniziato a parlarne un po’ di più negli ultimi anni. Di altri ancora, come l’importanza di dare concretezza agli strumenti contrattuali e organizzativi che assicurino il mantenimento delle competenze e il passaggio generazionale, si inizia a fare i conti in stretta connessione non solo con la valutazione della sostenibilità dei sistemi pensionistici, ma anche con la oggettiva esigenza di assicurare a tutti noi il substrato di conoscenze ed esperienze essenziale per non dover più “subire” i cambiamenti epocali cui ci ha costretto l’emergenza sanitaria, traendo invece da essi l’occasione per un reale ripensamento dei valori alla base del nostro modo di lavorare.

E quando si parla di valori, di modo di lavorare, di identità, la riflessione non può che cadere sull’individuo. Centro e baricentro di ogni strategia organizzativa.

Dare concretezza ai valori della persona

Perché la riflessione sull’individuo non sia uno slogan vuoto e alla moda, è necessario restituirgli concretezza e questo è possibile farlo attraverso un’analisi di quelli che sono per noi i temi più importanti della nuova era che stiamo vivendo.

Abbiamo allora cercato di identificare meglio la linea dell’orizzonte e abbiamo riordinato le nostre idee nella pubblicazione “Il nuovo lavoro: strategie aziendali per il cambiamento” – scritta a quattro mani con la collega Paola Salazar – in cui sintetizzare attraverso una riflessione lineare, a-tecnica e centrata sull’individuo, i cinque temi chiave di quello che sarà il lavoro di domani. Abbiamo soprattutto cercato di valutare in che modo gli strumenti giuridici che abbiamo già a disposizione possano essere utilizzati per accompagnare con rinnovato slancio la gestione del rapporto di lavoro, con quali spazi di manovra, per i tecnici, i giuristi, i consulenti, gli uomini di impresa, gli studiosi di questa affascinante materia.

Comprendere per interpretare il futuro che ci aspetta

Il libro ha il taglio di una riflessione aperta. Abbiamo cercato di accompagnare il lettore nell’interpretazione dei tempi – aggiungo, straordinari – che stiamo vivendo, con una attenzione particolare anche ai numeri, per capire meglio quali sono le basi di questa nuova normalità e, anche attraverso le tante testimonianze inserite nel testo, quali sono i settori e gli ambiti su cui è più importante riflettere in termini di nuova organizzazione del lavoro.

L’obiettivo, forse ambizioso, ma anche oggettivamente realistico che ci siamo dati è proprio quello di un focus su alcuni grandi temi: lavoro da remoto, tecnologia e produttività; centralità dell’individuo, benessere e sostenibilità; equità, evoluzione dei sistemi di remunerazione e dei tempi di lavoro; competenze, nuovi mestieri e green new deal; ricambio generazionale.

Lo abbiamo fatto con spirito critico ma anche con l’apertura necessaria a cogliere i segnali evolutivi più importanti per il futuro di tutti. Perché il lavoro sia, e possa essere in modo effettivo, espressione dell’individualità di ciascuno di noi, in un contesto di valori condivisi che accompagnino con apertura e responsabilità i cambiamenti in atto. 

 

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