Ragazzi Generazione Alpha: cosa chiedono al mondo del lavoro

Generazione Alpha: quello che i ragazzi chiedono al mondo del lavoro
(foto Shutterstock)

Viviamo tempi difficili ma anche straordinari. Le nuove generazioni hanno bisogno di guardare al futuro con positività

Chi sono i giovani di oggi?

Domanda che ricorre a ogni passaggio di testimone tra generazioni. I giovani di oggi vengono identificati come la Generazione Alpha. Si tratta degli adolescenti e post-adolescenti che, se non già impegnati in nuovi lavori, si affacceranno presto al mondo del lavoro.

Una generazione che negli ultimi anni ha conosciuto la pandemia, le difficoltà derivanti dalla formazione a distanza e dalle limitazioni alla vita di relazione e agli spostamenti. Una generazione che, appena uscita dalla pandemia, ha iniziato a fare i conti con una guerra su suolo europeo, la prima dopo molti anni di pace.

I ragazzi del nuovo millennio

Si tratta dei giovani nati al volgere della prima decade del nuovo Millennio, i ragazzi che seguono immediatamente la Generazione Z e i Millennial.

Ma se i Millennial hanno avuto la possibilità di vedere e vivere il mondo di prima costruendo la propria identità su un modello sociale e di lavoro ormai consolidato dalle generazioni precedenti, Generazione Z e Generazione Alpha stanno sperimentando e vivendo un momento storico di passaggio di cui sembrano protagonisti inconsapevoli. Momento di passaggio che, complicato da pandemia, cambiamenti climatici, guerra e crisi economica, disorienta e confonde.

Tra passato e presente

Non tutto è perduto. Sarebbe troppo riduttivo catalogare le difficoltà attuali in modo univoco, come se la storia non avesse già insegnato alle nuove generazioni a trovare la forza per risollevarsi e rinascere. Dopotutto i nostri padri sono cresciuti in tempo di guerra e i nostri nonni hanno dovuto fare i conti con ben due guerre mondiali e una ricostruzione che ha creato le premesse per far fiorire nei vent’anni successivi intere regioni. Si pensi al Triveneto, ma non solo.

Non si tratta di una generazione fantasma

Lo scenario che hanno oggi i giovani in Italia è certo preoccupante, come attestato dall’ultimo rapporto Istat: l’Italia è un paese molto invecchiato, destinato nei prossimi anni a un invecchiamento maggiore e afflitto dal declino demografico.

L’Istat stima che tra vent’anni gli italiani più anziani saranno il triplo rispetto ai più giovani. E questo è un buon motivo per perdere slancio e motivazione per il futuro, soprattutto in ottica di lavoro e di occupazione.

Come se si chiedesse alle nuove generazioni di sostenere da sole e in numero sempre più ridotto tutto il peso della società futura. E non è cosa da poco. Da qui la preoccupazione che sia divenuta una generazione fantasma perché soverchiata da problemi ben più grandi.

Ma non si tratta affatto di una generazione fantasma, perché è proprio questa prospettiva a creare oggi le premesse per il giusto riscatto. Si tratta pur sempre di uno scenario più roseo rispetto a quello che avevano molti giovani nell’immediato dopoguerra, costretti (e incentivati dal governo De Gasperi) a emigrare all’estero – soprattutto verso Francia, Svizzera, Belgio e poi Germania – in cerca dell’unico futuro allora possibile.

Sono cambiati i punti di riferimento

Certo, i dati del rapporto Istat restituiscono l’evidenza di un problema che va affrontato, e anche in fretta, ma dicono anche qualcosa d’altro che resta nascosto tra le sue pieghe: per le nuove generazioni sono cambiati i punti di riferimento, tra pandemie, crisi economiche, famiglie allargate, fenomeni migratori, parità di genere, bisogni degli anziani, transizione ecologica.

Sono proprio loro che possono avere nelle loro mani la chiave per scardinare i meccanismi di una società che deve oggi trovare su queste premesse una nuova direzione.

Il lavoro di domani

Sono loro a dettare i parametri del lavoro di domani: non sono né mammoni né scansafatiche, sono anzi pieni di idee e di inventiva, perché il lavoro spesso se lo creano molto presto.

Chiedono però a gran voce attenzione alle loro esigenze sociali e una formazione adeguata, che apra orizzonti di lavoro nuovi rispetto ai padri e ai nonni. Chiedono autonomia, autodeterminazione e fiducia nell’organizzazione dello spazio e del tempo di lavoro. Chiedono retribuzioni adeguate e ambienti di lavoro depurati da relazioni tossiche.

Chiedono in definitiva di poter contribuire concretamente a costruire la società di domani, perché ne saranno gli attori principali. A patto di avere un sistema di regole, uno Stato, un’istruzione, un sistema di welfare adeguati ai cambiamenti sociali e alle transizioni epocali in atto.

L’accelerazione del conflitto tra generazioni

Siamo oltre il conflitto intergenerazionale. Il divario tra generazioni sperimentato fino a ora, tipico del rapporto tra Baby Boomers, ossia i nati tra il 1946 e il 1964, la Generazione X, ossia i nati tra il 1965 e il 1981, e la Generazione Y, i Millennials, ossia i nati tra il 1982 e il 1999, ha infatti conosciuto una vera e propria accelerazione con la Generazione Z e con gli adolescenti di oggi, la Generazione Alpha.

Chi  ha oggi figli adolescenti può toccare con mano la velocità di analisi e di pensiero diffusa tra i più giovani: persino un genitore della Generazione X – ancora giovane, dotato di una buona capacità di adattamento e una certa dimestichezza con la tecnologia – sperimenta giornalmente un divario siderale con i propri figli rispetto a quanto vissuto con le generazioni precedenti.

Divario che è anche il risultato dei rapidi cambiamenti sociali cui le ultime generazioni sono state costrette. Cambiamenti che hanno sviluppato in loro forza e capacità di reazione: gli psicologi la chiamano «resilienza». 

Quale futuro nelle loro mani?

La Generazione Alpha (così come la Generazione Z) sta sperimentando in modo più diretto rispetto alle generazioni precedenti le diseguaglianze sociali, ma è anche in grado di inventarsi e reinventarsi il proprio futuro.

In loro la voglia di riscatto e la propensione al cambiamento, al lavoro autonomo e indipendente è molto più forte rispetto alla posizione dei genitori, cresciuti con il mito della carriera e allevati a loro volta da genitori che hanno nella maggior parte dei casi sperimentato un percorso di vita e di lavoro lineare, quasi sempre nella stessa azienda.

Le nuove generazioni sono la chiave per affrontare il futuro in modo costruttivo, non vanno considerate un problema, vanno invece aiutate e sostenute per trovare insieme le soluzioni per il mondo di domani.

 

 

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