L’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente il mondo del lavoro. Questa rivoluzione tecnologica richiede alle aziende di agire in fretta: è il momento di riflettere, definire strategie, formare le persone, applicare le soluzioni giuste e monitorare i risultati.
Intelligenza artificiale e il lavoro del futuro: come prepararsi al cambiamento
Durante l’ultima edizione di IMPACT 2030 si è parlato molto di IA, di un futuro che bussa insistentemente alle porte delle organizzazioni, che coinvolge gli individui, il lavoro, le istituzioni.
Abbiamo parlato di un futuro fatto di tecnologie semplici da usare ma capaci di cambiare profondamente il modo in cui viviamo, lavoriamo, produciamo, acquistiamo e impariamo.
Oggi più che mai è importante aggiornare le proprie competenze per gestire team in cui l’intelligenza umana e quella artificiale lavorano insieme. Non si tratta di perdere il valore umano, ma di potenziarlo, trovando il giusto equilibrio fra automazioneÈ l’insieme dei sistemi e delle operazioni (specialmente elettronici) che rendono automatico un processo produttivo o di funzionamento, eliminando, del tutto o in parte, l’intervento dell’uomo. More, creatività e responsabilità. Un principio chiave, anche per le regole europee sull’IA (come l’AI Act del 2024), che puntano a uno sviluppo etico e sostenibile dell’innovazione.
Intelligenza Artificiale responsabile: i 7 principi etici da conoscere
Per guidare lo sviluppo di un’IA affidabile ed etica, sono stati individuati 7 principi fondamentali:
I 7 pilastri etici dell’intelligenza artificiale
Per “intervento e sorveglianza umani” si intende che i sistemi di IA sono sviluppati e utilizzati come strumenti al servizio delle persone, nel rispetto della dignità umana e dell’autonomia personale, in modo da poter essere adeguatamente controllati e sorvegliati dagli esseri umani.
Per robustezza tecnica e sicurezza si intende la sicurezza nella progettazione e nell’uso dell’IA in modo da prevenire danni alle persone e all’ambiente secondo un approccio incentrato sul monitoraggio continuo già caro al GDPR, nel rispetto della vita privata e della governance dei dati.
Per trasparenza si intende invece che gli esseri umani devono essere consapevoli di interagire con un sistema di IA e devono essere adeguatamente informati (e formati) su capacità e limiti del sistema. Questo per evitare che ii sistemi di IA producano effetti discriminatori (diversità, non discriminazione ed equità) o che possano essere utilizzati in modo non responsabile, in contrasto con i principi del benessere sociale e ambientale.
IA e lavoro: come convivere negli ecosistemi ibridi
Dobbiamo imparare a convivere con ecosistemi integrati in cui persone, software e infrastrutture lavorano insieme.
Capire il grado di autonomia dell’IA, e quanto coinvolgimento umano è richiesto, è il primo passo per usarla in modo efficace e consapevole.
Lo abbiamo visto con Alessandro Petrillo, CEO di H-FARM, che ha illustrato tre scenari di collaborazione uomo-macchina:
La cultura tecnologica: la base per l’innovazione
Non è possibile affrontare queste sfide con resistenza e chiusura mentale.
È fondamentale alimentare quella cultura tecnologica indispensabile per supportare la visione strategica necessaria per affrontare il cambiamento in atto senza incorrere in errori strategici o tattici.
Si commettono errori quando l’IA viene introdotta senza preparazione, senza strumenti adeguati e senza una guida etica. Anche per le attività più semplici, serve formazione, consapevolezza e un codice di comportamento condiviso.
IA e regole: il diritto non può restare indietro
I sistemi di intelligenza artificiale possono prendere decisioni in autonomia, anche senza un intervento umano diretto. Ed è qui che il diritto deve intervenire, per garantire che queste “decisioni automatiche” non violino le norme o i diritti delle persone.
Prendiamo ad esempio il lavoro attraverso piattaforma. Secondo la Corte di Giustizia UE, se un lavoratore dipende totalmente dalla piattaforma che lo gestisce, senza autonomia e senza assumersi rischi economici, non può essere considerato un libero professionista.
Innovare senza paura: un’urgenza per le PMI
Ma se da un punto di vista normativo è necessario prestare attenzione a come i sistemi di IA influiscono sulla gestione delle persone, da un punto di vista etico è invece necessario valutare come questi sistemi vengono implementati nei processi produttivi e organizzativi.
A questo serve la normativa che sta nascendo in questo campo. La chiarezza dei presupposti etici è il punto di partenza per ogni strategia di innovazione.
I timori e la mancanza di conoscenza delle regole rallentano l’adozione dell’IA, ma l’Italia – fatta in gran parte di PMI – può ancora recuperare terreno, colmando il gap tecnologico senza perdere competitività.
Imprese e intelligenza artificiale: la realtà odierna
La trasformazione è già in atto. Molte aziende, grandi e piccole, stanno già costruendo modelli di business ibridi e innovativi grazie all’IA.
Alcune sono realtà molto conosciute, che hanno già una loro collocazione precisa in determinati settori come:
Altre stanno costruendo grazie all’IA nuove strategie di business:
Ci sono però realtà più tradizionali che seguono un percorso di innovazione. Ad esempio xFarm, piattaforma digitale per l’agricoltura di precisione che usa l’IA per monitorare colture, consumo idrico, trattamenti fitosanitari. Oppure John Deere Europe (nei Paesi Bassi) che usa trattori intelligenti connessi e dotati di IA ottimizzando semina e raccolta.
L’intelligenza artificiale è un prezioso alleato, non un nemico.
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