Futura e Onlife mettono a disposizione rispettivamente 5 e 8 milioni di euro. Per partecipare c’è tempo fino al 16 dicembre
I due bandi mettono a disposizione un totale di 13 milioni di euro. Possono partecipare soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del terzo settore. Gli enti for profit possono essere coinvolti come partner sostenitori o come fornitori per l’apporto di know how e competenze in ambito digitale.
Nel dettaglio, il bando Onlife (8 milioni di euro) è dedicato a progetti per garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro ai NEET. Si può richiedere un contributo compreso tra 250 mila e 1 milione di euro. Non è richiesta alcuna quota di cofinanziamento.
Futura, invece, mette a disposizione 5 milioni di euro per la formazione delle donne e il contributo richiedibile è compreso tra 250 e 750 mila euro.
Le proposte dovranno porre particolare attenzione allo sviluppo di competenze digitali di base o avanzate, al coinvolgimento e accompagnamento del target durante il percorso formativo, al potenziamento delle competenze non cognitive (life skills) e alla creazione di opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.
Secondo i dati riportati dal DESI (Digital Economy and Society), l’indice che misura i progressi compiuti dagli stati membri verso un’economia e una società digitali, l’Italia nel 2021 si colloca al 18esimo posto su 27. In forte ritardo rispetto alla media europea, soprattutto per quanto riguarda la componente human capital.
In particolare, all’interno del ritardo dell’Italia in termini di competenze digitali, vi è un forte gap di genere: solo il 43,10% delle donne possiede competenze digitali di base (contro il 48,20% di uomini), a fronte di una media UE pari al 52,30%.
Anche sul fronte dei cosiddetti NEET, l’Italia ne registra la presenza più alta all’interno dell’Unione Europea, pari al 25,1% del totale. Crisi pandemica e transizione digitale hanno reso evidente il mismatch tra le competenze acquisite e le competenze richieste dal mercato del lavoro, soprattutto in ambito digitale.
La trasformazione digitale può offrire l’opportunità di introdurre un cambiamento significativo: grazie ad azioni di upskilling e reskilling mirate, donne e giovani neet possono acquisire competenze digitali strategiche, avendo così l’opportunità di entrare o rientrare nel mercato del lavoro, migliorare le proprie condizioni contrattuali, occupare posizioni professionali più ambiziose e remunerative.
Il Fondo per la Repubblica Digitale è nato nel febbraio scorso con l’obiettivo di diminuire le diseguaglianze intervenendo sul gap digitale. Sostiene progetti selezionati attraverso avvisi pubblici rivolti alla formazione e all’inclusione digitale, per accrescere le competenze digitali e sviluppare la transizione digitale del Paese.
Le modalità di intervento del Fondo sono state definite da un protocollo di intesa tra il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, e il Ministro dell’Economia e delle Finanze e dall’Associazione di Fondazioni di origine bancaria (Acri).
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