Abiti da lavoro: protocollo Confindustria contro grande freddo

Abiti da lavoro, il protocollo di Confindustria contro il grande freddo
(foto Shutterstock)

Abiti più pesanti, cibi e bevande calde, una diversa rimodulazione dei turni lavorativi, scelte condivise con i rappresentanti dei lavoratori

L’inverno è ormai alle porte e le aziende e lavoratori si stanno organizzando per affrontare una delle stagioni più difficili di sempre. Il caro bollette e l’impennata dei costi energetici spingono sempre più imprese a contenere i consumi, anche risparmiando sul riscaldamento dei locali. 

Che soluzione si può adottare per i lavoratori che non possono lavorare da remoto? Confindustria Alto Adriatico e le sigle sindacali maggiormente rappresentative hanno stipulato un accordo per la fornitura di abiti da lavoro più pesanti e protettivi e per consentire di lavorare al riparo dalle temperature più fredde. Un modello che potrà essere seguito anche nel resto d’Italia.

 Abiti da lavoro e sicurezza

L’azienda è obbligata a fornire ai propri dipendenti indumenti conformi alle previsioni normative. Allo stesso tempo, il lavoratore è obbligato a indossarli se questi sono richiesti per effettuare una specifica mansione. Ovviamente, le situazioni sono le più diverse. 

Pensiamo a un facchino che opera all’interno di celle frigo, oppure a un operaio specializzato che lavora sottoterra o in altezza, oppure a coloro che svolgono attività impiegatizie o amministrative: è evidente che il diverso contesto lavorativo e le diverse mansioni determinano, o meno, l’obbligo dell’azienda di fornire questi indumenti e i dispositivi di sicurezza.

Il tema è di stretta attualità e sta riguardando le decisioni delle aziende per far fronte al contenimento dei costi del riscaldamento. Si tratta di una scelta che ha impatto diretto nella vita dei dipendenti, a cominciare dagli indumenti da indossare per poter lavorare in azienda. 

Per questo motivo, imprenditori e sindacati hanno trovato un accordo per condividere assieme le iniziative da seguire per poter lavorare al caldo e in sicurezza.

Scelte partecipate e condivise

Collegiale e condiviso: sono questi gli aggettivi che caratterizzano il modus operandi indicato dal Protocollo. Aziende e sigle sindacali operano assieme per studiare e realizzare gli interventi per garantire condizioni di lavoro in sicurezza e, allo stesso tempo, poter risparmiare sui costi energetici.

Sulla scorta del Protocollo sottoscritto la scorsa Estate, per gestire l’attività produttiva in condizioni di caldo record, gli industriali e i sindacati hanno rinnovato la propria intesa, prima di tutto, sulle modalità di condivisione delle scelte.

In particolare, le scelte sul risparmio energetico e le opportune contromisure non possono essere imposte unilateralmente dai datori, ma devono essere adottate con il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti.

L’accordo valorizza il Comitato aziendale, figura istituita dalla primissima normativa pandemica per la condivisione dei provvedimenti anticontagio nei luoghi di lavoro.

 Abiti più caldi, pasti e bevande calde a prezzo scontato

Per poter «ridurre i disagi derivanti dall’attuazione delle misure di contenimento e, al contempo, garantire condizioni di lavoro conformi a quanto previsto dalla legge e dai contratti collettivi” le aziende devono mettere a disposizione abiti a isolamento rinforzato e «compatibili con l’attività lavorativa espletata».  

E così maglioni, giacconi, guanti, berretti più caldi e protettivi per poter lavorare al caldo anche se i locali aziendali sono meno riscaldati. 

Non solo vestiti, ma anche pasti caldi e bevande possono aiutare ad affrontare le giornate più fredde. Le parti firmatarie ne sono consapevoli e infatti hanno previsto la distribuzione di bevande calde gratis o a prezzi calmierati.

Il contenimento dei costi energetici all’interno delle aziende passa anche attraverso l’adozione di nuovi modelli organizzativi e produttivi. Il Protocollo prevede una maggiore flessibilità negli orari, una rimodulazione dei turni, adottate dall’azienda sempre in modo condiviso con i rappresentanti dei lavoratori.

L’accordo soddisfa tutte le parti in gioco, secondo Flavio Vallan «questo accordo è un ulteriore salto di qualità perché tratta delle ricadute che determinate condizioni possono avere sulla qualità del lavoro».

 

 

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