Pignoramento dello stipendio: quando è possibile e cosa fare

Pignoramento
(foto Shutterstock)

Guida alla trattenuta in busta paga che può ottenere il creditore. Quanta parte dello stipendio può essere pignorata?

Cos’è il pignoramento dello stipendio

Il pignoramento dello stipendio è un procedimento giudiziario con cui un creditore, che può essere una persona, un’azienda o un ente, chiede al tribunale di recuperare il proprio credito trattenendo direttamente una parte dello stipendio del lavoratore.

In particolare, si parla di pignoramento del quinto dello stipendio (o pignoramento di un quinto dello stipendio) perché la somma trattenuta non può superare il 20% della retribuzione mensile. 

Su ordine del giudice, il tuo datore sarà obbligato a versare ogni mese questa quota direttamente al tuo creditore. La procedura di pignoramento del quinto dello stipendio prende ufficialmente il via con la notifica del pignoramento. 

Presta attenzione a questa cosa: parlare di pignoramento non è la stessa cosa che parlare di cessione di un quinto dello stipendio. Come abbiamo visto, infatti, per il pignoramento serve uno specifico provvedimento del Tribunale, step assente per quanto riguarda la cessione che, al contrario, è concordata dal dipendente con l’Ente che rilascia l’eventuale finanziamento richiesto.

Quali somme può colpire il pignoramento?

La legge prevede che l’atto di pignoramento possa colpire le somme dovute a titolo di stipendio, salario o di altre indennità legate al rapporto di lavoro o di impiego, incluse quelle dovute in caso di licenziamento.

Questo significa che, se ti è capitato di ritrovarti davanti a un pignoramento, questo potrà interessare sia la tua retribuzione (quella netta, tolte cioè le trattenute previdenziali e fiscali) che le somme che ti sono dovute per l’eventuale cessazione del rapporto, cioè il Trattamento di fine rapporto (TFR).

Come funziona il pignoramento dello stipendio

Per capire come funziona il pignoramento dello stipendio, è importante sapere che prima di avviare una procedura di questo tipo, il creditore deve notificarti due atti, cioè documenti, fondamentali: 

  • il provvedimento giudiziario (come una sentenza o un decreto ingiuntivo) che mette nero su bianco il debito esistente;  
  • l’atto di precetto, con cui ti chiede il pagamento spontaneo entro 10 giorni. Solo se non dovessi pagare, potrà procedere all’esecuzione forzata e cioè al pignoramento vero e proprio.

Questi documenti vengono consegnati alla tua residenza, tramite raccomandata o ufficiale giudiziario, e spesso sono contenuti nelle tipiche buste verdi. Se anche solo uno di questi atti non ti è stato notificato correttamente, il creditore non può procedere, e quindi potrai opporti al pignoramento dello stipendio.

Ma come avviene per davvero il pignoramento dello stipendio? Durante l’udienza che si terrà nel giorno indicato nell’atto, che può svolgersi anche mesi dopo la notifica, il giudice valuta la richiesta del creditore e la dichiarazione del datore di lavoro. 

Solo a quel punto, sempre il giudice, potrà decidere il versamento definitivo della quota di stipendio trattenuta, che servirà a estinguere al 100% il debito. Mentre il giudice decide, il datore dovrà continuare a trattenere le somme nel rispetto dei limiti di legge.

Un’altra cosa da sapere per capire come funziona il pignoramento del quinto dello stipendio, è il limite massimo di trattenuta.  

Come abbiamo già anticipato, la trattenuta non può superare un quinto della retribuzione mensile. Inoltre, quanto trattenuto non potrà superare il valore del credito, aumentato di:

  • 1.000 € per crediti fino a 1.100 €;
  • 1.600 € per crediti tra 1.100,01 e 3.200 €;
  • il 50% in più per crediti superiori a 3.200 €.

Nel caso in cui il giudice non accolga il pignoramento, tutte le somme trattenute ti saranno restituite con il primo stipendio utile.

Come avviene la trattenuta in busta paga?

Il datore, dopo aver ricevuto la notifica di pignoramento, deve inviare al creditore una dichiarazione in cui comunica l’ammontare dello stipendio e del TFR.
Dalla data di notifica del pignoramento, il datore di lavoro è tenuto a fare immediatamente la trattenuta sullo stipendio.

Qual è il limite al pignoramento dello stipendio 

Quando si parla di limite al pignoramento dello stipendio, è importante fare riferimento all’art. 545 del Codice di procedura civile, che definisce i limiti di pignorabilità dello stipendio e del TFR

In generale, la somma trattenibile non può superare un quinto dello stipendio netto. Nel caso in cui, sullo stesso reddito gravano più pignoramenti, la quota complessiva può arrivare fino alla metà dello stipendio, sempre nel rispetto dei limiti al pignoramento dello stipendio previsti dalla legge.

Devi sapere che, nel caso ti ritrovassi coinvolta o coinvolto in una procedura di pignoramento dello stipendio, i limiti e le percentuali variano in base al tipo di debito. 

Vediamo i principali casi:

  • debiti ordinari (come ad esempio quelli che hai concordato con privati, banche o finanziarie): vale il limite di pignorabilità dello stipendio standard, quindi si può trattenere al massimo il 20% della retribuzione mensile;
  • debiti esattoriali (cioè quelli che devi saldare all’Agenzia delle Entrate): anche in questo caso valgono i limiti precisi, per sapere quanto può pignorare l’Agenzia delle Entrate sullo stipendio, bisogna considerare l’importo dello stipendio:
    – fino a 2.500 € ti può essere pignorato al massimo un decimo dello stipendio;
    – da 2.500,01 a 5.000 € è pignorabile al massimo un settimo;
    oltre 5.000 € resta pignorabile un quinto.
  • debiti alimentari (nei confronti di familiari in stato di bisogno, come figli o coniuge): il giudice può autorizzare un pignoramento superiore, fino a un terzo dello stipendio, valutando caso per caso.

Questi limiti al pignoramento del quinto dello stipendio servono per tutelarti e garantirti comunque una soglia minima di reddito per far fronte alle esigenze quotidiane.

Pignoramento del quinto dello stipendio come si calcola

Capire come si calcola il pignoramento del quinto dello stipendio è uno step fondamentale per chi riceve una notifica di pignoramento. 

Alla luce delle regole che abbiamo spiegato nei paragrafi precedenti, c’è un preciso limite da rispettare e cioè il già citato 20% della retribuzione percepita al netto delle trattenute fiscali e previdenziali. Ma come si calcola il quinto dello stipendio per pignoramento in concreto?

Facciamo un esempio pratico per capire meglio:
stipendio mensile netto: 1.500,00 €;
calcolo: 1.500,00 x 20% = 300,00 €.

Questa è la quota massima che può essere pignorata ogni mese.

Quindi, se ti stai chiedendo pignoramento del quinto dello stipendio come si calcola, la risposta è: si applica la percentuale del 20% allo stipendio netto, tenendo conto che eventuali altri pignoramenti o trattenute potrebbero influenzare l’importo effettivamente versato al creditore.

Come evitare il pignoramento dello stipendio  

Forse ti stai chiedendo come bloccare il pignoramento dello

stipendio prima che diventi realtà. Anche se non esiste una formula magica per evitarlo del tutto, esistono strategie concrete per difendersi dal pignoramento dello stipendio e tutelare una parte del proprio reddito.

Ecco le soluzioni più comuni:

  • chiedere una rateizzazione del debito, per ripagare quanto dovuto in più mesi, evitando l’avvio il procedimento del tribunale;
  • raggiungere un accordo con il creditore, ad esempio una ristrutturazione del debito che sospenda temporaneamente l’azione esecutiva;
  • richiedere una cessione del quinto dello stipendio, alternativa volontaria che permette al lavoratore di rimborsare il debito con trattenute fisse in busta paga.

Nel caso in cui il pignoramento sia già stato avviato, è possibile opporsi al pignoramento dello stipendio davanti al Giudice, a cui può anche essere chiesta una riduzione della quota trattenuta. 

Per difenderti puoi presentarti in udienza anche senza avvocato, ma devi dimostrare la tua difficoltà economica (ad esempio presentando contratto di affitto, stato di famiglia o dichiarazione dei redditi). Per opporti su altri aspetti della procedura, dovrai invece farti assistere da un legale.

Cosa succede dopo la notifica del pignoramento?

Vediamo cosa succede dopo che il pignoramento è stato notificato e il datore di lavoro ha già iniziato a trattenere una parte dello stipendio.
In questa fase, hai l’obbligo di presentarti all’udienza nella data indicata nell’atto di pignoramento. Hai la possibilità di presentare prove utili per dimostrare, ad esempio, che quel debito è già stato saldato, oppure per chiedere che la trattenuta in busta paga sia ridotta a meno di un quinto. 

Questa richiesta può essere accolta in situazioni particolari, come quando hai spese elevate o quando la tua famiglia vive solo con il tuo stipendio.

Il datore di lavoro non è tenuto a presentarsi in tribunale: è sufficiente che invii la dichiarazione al creditore procedente.
Il creditore, tramite il proprio avvocato, sarà invece presente all’udienza, dichiarerà che percepisci uno stipendio e chiederà al giudice di assegnargli una quota dello stesso.

Una volta verificata la regolarità della procedura, il giudice emette l’ordinanza di assegnazione: in questo modo, una parte dello stipendio verrà ufficialmente destinata al creditore e il tuo datore di lavoro sarà obbligato a versarla secondo quanto stabilito dal giudice.

 

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