L’Assegno di inclusione sostituisce il Reddito di Cittadinanza e lo cambia: la durata è di 18 mesi rinnovabili nel rispetto di determinate condizioni
È la misura che ha preso il posto del vecchio Reddito di cittadinanza. Per questo motivo, spesso viene chiamata anche “reddito di inclusione”. È stata introdotta con il Decreto Lavoro ed è entrata in vigore il 1° gennaio 2024.
L’assegno di inclusione ha portato cambiamenti importanti in diversi ambiti, con effetti sia sulle regole del lavoro a termine sia sulle misure di inclusione sociale. In particolare, ha segnato la fine del Reddito di cittadinanza, che è terminato il 31 dicembre 2023, mentre dal 1° gennaio 2024 è partito l’assegno di inclusione.
Secondo i dati ISTAT, da gennaio a luglio 2024 i nuclei familiari che hanno ricevuto l’assegno di inclusione sono 700.000.
L’assegno di inclusione è attivo dal 1° gennaio 2024 ed è una misura nazionale pensata per aiutare chi vive situazioni di povertà, fragilità o esclusione sociale.
Il funzionamento è simile a quello del Reddito di cittadinanza. La famiglia che ne ha diritto riceve ogni mese un importo che viene caricato su una carta prepagata.
La novità riguarda l’importo, che può includere due parti.
La differenza più importante rispetto al Reddito di cittadinanza riguarda le proposte di lavoro. Se rifiuti anche una sola offerta, puoi perdere l’assegno di inclusione.
Nel 2025 l’assegno di inclusione non cambia rispetto alle regole già previste. Anche per il 2026, al momento, non sono attese novità.
Questa misura ha segnato un cambiamento netto rispetto al vecchio Reddito di cittadinanza. Le famiglie che lo ricevono sono diminuite e le regole sulle offerte di lavoro sono diventate più rigide.
Rispetto alla misura precedente, devi rispettare requisiti e condizioni diversi. Inoltre, le conseguenze possono essere più pesanti se rifiuti un’offerta di lavoro considerata adatta alla tua situazione oppure se presenti documenti non veri.
Vediamo chi può chiedere l’assegno di inclusione e quali requisiti servono per ottenerlo. È un aiuto pensato per aumentare il reddito della famiglia e accompagnarti in un percorso di inclusione sociale e lavorativa. Per riceverlo, devi rispettare alcune condizioni.
I requisiti per l’assegno di inclusione 2025 sono questi.
Oltre a questi requisiti generali, ci sono anche condizioni più specifiche legate al patrimonio e ai beni che possiedi, per esempio risparmi, proprietà e alcuni tipi di mezzi. Sono previste anche regole legate alla tua situazione personale, come l’assenza di condanne per alcuni reati.
Se presenti dichiarazioni o documenti falsi, puoi andare incontro a conseguenze penali, con la reclusione da 2 a 6 anni. Per questo è importante inserire dati corretti e controllare sul portale assegno di inclusione dell’INPS l’elenco completo dei requisiti.
A quanto ammonta e quanto si prende con l’assegno di inclusione: gli importi “base” dell’assegno di inclusione prevedono 6.000 € l’anno come sostegno economico generale e 3.360 € l’anno come contributo per l’affitto. Secondo i dati INPS, a giugno 2025 l’importo medio ricevuto è stato di 669 €.
Detto questo, la somma che prendi ogni mese può cambiare in base a com’è composta la tua famiglia. Nei casi più comuni, l’aiuto economico generale è pari a 6.000 € l’anno, cioè 500 € al mese. A questo può aggiungersi un contributo per l’affitto, se hai un contratto registrato, pari a 3.360 € l’anno, cioè 230 € al mese.
In alcune situazioni l’importo può essere più alto. Per esempio, l’aiuto economico generale sale a 7.560 € l’anno, cioè 630 € al mese, se la famiglia è composta solo da persone con più di 67 anni oppure se, oltre a questo, ci sono anche persone con disabilità o con grave non autosufficienza. In questi casi, però, il contributo per l’affitto scende a 1.800 € l’anno, cioè 150 € al mese.
In ogni caso, l’importo dell’assegno non può scendere sotto 480 € l’anno, a condizione che siano rispettati tutti i requisiti previsti.
Puoi presentare domanda di assegno di inclusione in tre diverse modalità:
Quando fare domanda? Non c’è una finestra temporale e un termine di scadenza. Puoi fare domanda quando vuoi.
I documenti da presentare per ottenere l’assegno di inclusione non sono molti. Devi avere un ISEEÈ una valutazione della situazione economica del soggetto che ha intenzione di fruire di particolari prestazioni sociali agevolate. More in corso di validità e conoscere lo stato del tuo patrimonio mobiliare e immobiliare.
Dopo aver inviato la domanda online sul sito INPS, puoi controllare l’avanzamento direttamente nella tua area personale. In questo modo segui l’esito della domanda passo dopo passo.
All’inizio lo stato compare come “Acquisita” e resta così finché INPS non inizia a controllare i dati inseriti. Quando partono le verifiche, lo stato passa a “Verificata salvo ulteriori controlli”.
Se la domanda viene accettata, lo stato cambia in sequenza.
L’aiuto economico viene caricato su uno strumento di pagamento elettronico ricaricabile chiamato Carta di inclusione.
Attenzione, l’importo parte dal mese successivo a quello in cui sottoscrivi il patto di attivazione digitale.
Per vedere il saldo assegno di inclusione puoi utilizzare il sito ufficiale di Poste Italiane o l’app Postepay, accedendo con le tue credenziali.
In alternativa, puoi recarti in uno sportello Postamat o in ufficio postale e richiedere allo sportello il saldo della tua carta. Sul sito o sull’app, nella sezione dedicata, puoi trovare il saldo aggiornato dell’assegno di inclusione. La procedura è simile anche per il reddito di inclusione saldo, verificando sempre attraverso la carta prepagata assegnata
Quando caricano la carta, ossia quando pagano l’assegno di inclusione?
Per prassi INPS, i pagamenti dell’assegno di inclusione vengono disposti nella carta tra il 15 e il 17 di ogni mese. Se si tratta invece della mensilità in cui è stato chiesto il rinnovo, il pagamento dell’assegno di inclusione può slittare verso il 27 del mese.
Se parliamo invece di primo pagamento, questo arriva verso il 15 del mese successivo alla firma del piano di attivazione digitale.
L’assegno viene pagato ogni mese per un periodo massimo di 18 mesi. Alla fine di questo periodo puoi chiedere il rinnovo, ma solo dopo un mese di stop.
Se il rinnovo viene accettato, l’assegno può continuare per un periodo massimo di 12 mesi, non di 18.
Semplice: non hai più diritto a ricevere l’assegno, anche se si tratta del primo rifiuto.
Il testo del decreto prevede infatti che tu debba obbligatoriamente accettare un’offerta di lavoro per un contratto:
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