Posso usare l’auto aziendale per spostamenti personali?

Auto aziendale utilizzata nei giorni festivi
(foto Shutterstock)

Scopri tutti gli obblighi e i diritti dei lavoratori su uno dei fringe benefit più apprezzati e richiesti

Lo diciamo subito: sì, un lavoratore potrebbe avere il diritto di utilizzare l’auto aziendale per attività extra-lavorative. Ma attenzione: tale possibilità deve essere necessariamente contemplata nella lettera di affidamento dell’auto o nel regolamento aziendale. In caso contrario, il veicolo andrà utilizzato solo ed esclusivamente per spostamenti legati al proprio lavoro.

In generale, il lavoratore avrà l’obbligo di non approfittare del servizio messo a disposizione e di rispettare le regole stabilite: la violazione delle direttive aziendali in tal senso potrebbe portare alla revoca dell’uso dell’auto e, in alcuni casi, addirittura al licenziamento.

Ma quali sono gli obblighi e i diritti del lavoratore che utilizza l’auto aziendale?

L’auto aziendale: il fringe benefit per eccellenza

L’uso della vettura aziendale rientra a pieno titolo tra i cosiddetti “fringe benefit”, termine diventato sempre più comune negli ultimi anni e che fa riferimento alla retribuzione complementare dei dipendenti, ossia a tutti quei beni e servizi aggiuntivi offerti dall’azienda che vanno ad arricchire la busta paga finale.

L’auto aziendale, assieme all’uso di un alloggio, è uno dei fringe benefit più frequenti ed apprezzati. Naturalmente, questa concessione è disciplinata dettagliatamente dalla legge, in particolare dal Testo Unico delle Imposte sul reddito.

La previsione più importante in tal senso è l’articolo 51, che stabilisce le modalità con cui l’utilizzo dell’auto aziendale concorre a formare il reddito del lavoratore.

Secondo il testo di riferimento, il valore reddituale del benefit oscillerà tra il 25 e il 60% del valore delle tabelle ACI (prospetti nazionali che stimano il rimborso che spetterebbe al dipendente in caso di utilizzo di un’auto propria). Il valore dell’auto aziendale viene sempre calcolato su una “percorrenza media” di 15.000 Km.

Ma attenzione: tali regole valgono solo per le auto aziendali con uso promiscuo, ossia vetture che possono essere utilizzate sia per attività lavorativa che per spostamenti personali. Come specificato all’inizio, questa possibilità è solitamente indicata chiaramente nella lettera di affidamento dell’autovettura, che riporterà anche il regolamento generale per l’utilizzo del veicolo.

Quali sono i possibili usi dell’auto aziendale?

Volendo riassumere brevemente le due possibilità di utilizzo dell’auto aziendale contemplate dalle aziende italiane, potremmo fare una distinzione tra uso promiscuo (fringe benefit che consente di utilizzare l’auto sia per il lavoro che per gli spostamenti personali e nei giorni festivi) e uso esclusivamente lavorativo: in questo secondo caso l’auto aziendale non sarà considerata un fringe benefit, ma solo uno strumento con cui eseguire la prestazione lavorativa. Quest’ultima modalità viene spesso adottata per evitare di dover rimborsare il lavoratore per l’utilizzo di un’auto propria. 

Nella rara ipotesi in cui non vi sia alcun regolamento aziendale sull’utilizzo della vettura, il lavoratore dovrebbe chiedere chiarimenti alla propria azienda. In generale, in mancanza di indicazioni sarà sempre meglio ritenere che l’auto debba essere utilizzata esclusivamente per fini lavorativi.

Cosa succede in caso di violazione?

Se l’uso promiscuo della vettura non dovesse essere consentito, utilizzare l’auto aziendale per spostamenti privati costituirà un comportamento contrario alle direttive aziendali e potrà essere oggetto di provvedimenti disciplinari. Per l’azienda, infatti, un abuso del genere comporta importanti costi aggiuntivi (tra cui l’usura del veicolo).

Queste violazioni, nei casi più gravi, potrebbero essere sanzionate anche con il licenziamento immediato.

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