Il datore di lavoro può darti l'auto aziendale come benefit e permetterti di usarla solo per lavoro o anche per i tuoi spostamenti personali
Non c’è bisogno di presentazioni: l’auto aziendale è l’auto acquistata dalla tua azienda e che generalmente viene messa a disposizione di chi lavora all’interno dell’organizzazione in caso di bisogno, come ad esempio trasferte di lavoro o altri spostamenti legati agli affari aziendali.
Non è però l’unico tipo di “autovettura aziendale” che può esistere.
Potresti infatti avere il diritto di utilizzare l’auto aziendale anche per attività extra-lavorative. Ma attenzione: questa possibilità deve essere necessariamente esplicitata nella lettera di affidamento dell’auto o nel regolamento aziendale. Se così non fosse, puoi utilizzare la macchina solo ed esclusivamente per spostamenti legati al tuo lavoro.
Una volta acquisito il benefit dell’auto aziendale, dovrai non approfittare del servizio messo a disposizione e rispettare le regole stabilite: la violazione delle direttive aziendali potrebbe portare alla revoca dell’uso della macchina aziendale e, in alcuni casi, addirittura al licenziamento.
L’uso della vettura aziendale rientra a pieno titolo tra i cosiddetti “fringe benefit”, termine diventato sempre più comune negli ultimi anni e che fa riferimento alla retribuzione complementare dei dipendenti, ossia a tutti quei beni e servizi aggiuntivi offerti dall’azienda che vanno ad arricchire la busta paga finale. È bene quindi fare un approfondimento con qualche tecnicismo, per capire bene come funziona l’auto aziendale.
Assieme all’uso di un alloggio, quello dell’auto è uno dei fringe benefit più frequenti e apprezzati. Naturalmente, questa concessione è disciplinata dettagliatamente dalla legge, in particolare dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
La previsione più importante in tal senso è l’articolo 51, che stabilisce le modalità con cui l’utilizzo dell’auto aziendale concorre a formare il reddito del lavoratore. Proprio per questo motivo, l’importo legato alla fruizione del bene risulterà imponibile sotto il profilo contributivo e fiscale, sopra i limiti individuati come “soglia di esenzione” del fringe, di norma individuati in 258,23 euro annui, ma per l’anno 2024 elevati a 1.000,00 euro, o addirittura 2.000 in caso di figli a carico.
Secondo il TUIR, il valore da applicare al dipendente a seguito della fruizione della vettura a uso promiscuo (cioè anche per motivi personali) oscillerà tra il 25 e il 60% del valore delle tabelle ACI (prospetti nazionali che stimano il rimborso che spetterebbe al dipendente in caso di utilizzo di un’auto propria). Il valore dell’auto aziendale viene sempre calcolato su una “percorrenza media” di 15.000 Km.
Questo, in pratica, cosa vuol dire? Viene calcolato il costo di esercizio del veicolo, sommando le spese che l’automobilista sosterrebbe per l’uso del veicolo, più le quote di ammortamento relativo all’acquisto del veicolo, ammortizzato in un determinato periodo d’uso, espresso poi in chilometri. Tutti i costi relativi a quella determinata auto per percorrere 15.000 chilometri sono indicati nelle tabelle ACI, alla base del calcolo del fringe benefit.
Ma attenzione: queste regole valgono solo per le auto aziendali con uso promiscuo, ossia vetture che possono essere utilizzate sia per attività lavorativa che per spostamenti personali. Come specificato all’inizio, questa possibilità è solitamente indicata chiaramente nella lettera di affidamento dell’autovettura, che riporterà anche il regolamento generale per l’utilizzo del veicolo, e comporterà un costo relativo all’auto aziendale in busta paga.
Volendo riassumere brevemente le due possibilità di utilizzo dell’auto aziendale contemplate dalle aziende italiane, potremmo fare una distinzione tra uso promiscuo e uso esclusivamente lavorativo: in questo secondo caso l’auto aziendale non sarà considerata un fringe benefit, ma solo uno strumento con cui eseguire la prestazione lavorativa. Quest’ultima modalità viene spesso adottata per evitare di dover rimborsare il lavoratore per l’utilizzo di un’auto propria.
Nella rara ipotesi in cui non vi sia alcun regolamento aziendale sull’utilizzo della vettura, il lavoratore dovrebbe chiedere chiarimenti alla propria azienda. In generale, in mancanza di indicazioni sarà sempre meglio ritenere che l’auto debba essere utilizzata esclusivamente per fini lavorativi.
L’uso promiscuo, invece, indica quando puoi utilizzare l’auto aziendale per scopi personali.
Nel caso tu possa utilizzare l’auto aziendale per scopi personali, farlo anche di sabato e domenica è perfettamente consentito.
Attenzione però: questo non vuol dire che in caso di viaggi fuori porta, l’azienda debba pagare anche la benzina. Accordi su eventuali rifornimenti di carburante sono da considerarsi aggiuntivi, su esclusiva scelta dell’azienda e delle sue politiche, e quindi non si può far valere questo ulteriore “diritto”.
Le differenze tra auto aziendale e ad uso promiscuo, quindi, dovrebbero ormai esser state chiarite nel corso di questo articolo.
Riassumendo, possiamo dire che l’auto aziendale viene di norma utilizzata per gli spostamenti in orario lavorativo, o comunque per scopi che interessano esclusivamente il proprio datore di lavoro.
L’auto aziendale ad uso promiscuo, invece, rappresenta una grande comodità poiché, a fronte dell’utilizzo della vettura per il lavoro e per la vita privata, si avrà una relativamente piccola trattenuta in busta paga. Nulla a che vedere con i costi di gestione che ci sarebbero per mantenere una vettura privata.
Come spesso accade, la risposta è: dipende. Dipende dalla cifra e a che titolo viene erogato l’aumento di stipendio. I costi legati alla manutenzione dell’auto sono per molti una parte ingente delle uscite mensili, ma è da ricordare comunque che si tratta di un benefit che può essere tolto in qualsiasi momento, salvo accordi specifici.
Se ci si trova davanti alla scelta tra l’auto aziendale o l’aumento di stipendio, quindi, bisogna ragionare bene sul fatto che:
Una volta che l’azienda revoca l’auto aziendale concessa ad uso promiscuo, c’è poco da fare. Gli unici limiti, saranno quelli indicati dalla lettera di attribuzione, che possono prevedere un periodo più o meno lungo di preavviso.
Sarebbe bene quindi stare attenti al fatto che, per le ipotesi più svariate, questo importante benefit potrebbe venir meno, e bisognerebbe di conseguenza trovare in poco tempo un’altro modo per effettuare i propri spostamenti.