Cosa succede se un lavoratore si ammala prima della cassa integrazione? E se si ammala mentre è già in cassa?
Nel caso in cui un lavoratore si ammali (per coronavirus o malattia di altro genere) e, solo in seguito, l’azienda attivi la cassa integrazioneÈ uno strumento previsto dalla legge ed erogato dall’INPS per integrare o sostituire lo stipendio dei lavoratori che hanno subito una riduzione o sospensione dell’attività lavorativa per ragioni legate all’azienda. More, il lavoratore ha diritto a un trattamento differente a seconda che il suo ufficio, filiale, reparto sia sospeso totalmente o no.
Infatti, se il reparto è sospeso totalmente, e il lavoratore è in malattia, quest’ultimo ha diritto ad essere pagato secondo quanto previsto dalla cassa integrazione, della quale fruirà anche lui.
Diversamente, se il reparto ha diminuito la sua attività – e quindi vi sono meno ore di lavoro da effettuare perché per le restanti si è in cassa integrazione – il lavoratore deve essere retribuito con lo stesso trattamento previsto per la malattia.
Diverso è il caso in cui ci si ammala quando la cassa integrazione è già stata attivata. Il trattamento, anche in questo caso, dipende sempre dal reparto, la filiale o l’unità in cui si lavora.
Se il reparto è sospeso a zero ore, quindi nessuno lavora, anche il lavoratore ammalato continuerà a percepire il trattamento di cassa integrazione. In tale occasione il lavoratore non è nemmeno tenuto a presentare il certificato medico che attesta la malattia, questo perché è già in sospensione e non c’è alcuna prestazione lavorativa.
Qualora invece il reparto fosse soggetto a una diminuzione oraria della prestazione lavorativa, il trattamento di malattia prevarrà sulla cassa integrazione e il datore dovrà integrare la prestazione qualora lo preveda il c.c.n.l.
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