Il datore di lavoro deve presentare domanda se vuole assumere lavoratori extra UE: quote 2023 e scadenze
Le persone che risiedono in un paese extra europeo e vogliono lavorare in Italia hanno bisogno di un permesso speciale per farlo. Questi permessi lavorativi vengono generalmente richiesti dal datore di lavoro italiano e rilasciati in un numero limitato.
Ogni anno, il governo emana un decreto tramite il quale definisce le quote di lavoratori che l’Italia può accettare. Per il 2023 è stato previsto un aumento di questi permessi rispetto all’anno precedente.
Vediamo però nel dettaglio a chi si rivolgono i nuovi permessi e perché è importante presentare subito domanda, se si è interessati.
È il documento tramite il quale viene definito il numero massimo di cittadini stranieri, e cioè provenienti dai paesi extra europei, che possono fare ingresso in Italia per lavorare.
Nel decreto sono previsti diversi tipi di quote:
Per chiarezza, si intendono lavoratori stagionali i soggetti che prestano la propria attività per un periodo di tempo definito e breve, senza la caratteristica della continuità durante l’anno.
Vengono inoltre fissate le quote per poter convertire i permessi di soggiorno per motivi di studio in quelli per motivi di lavoro.
Il Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 Gennaio 2023, fissa nella quota di 82.705 gli ingressi autorizzati per i lavoratori extra UE, cioè circa 13.000 posti in più rispetto all’anno precedente.
Le quote di conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato sono 6.700, che verranno suddivisi tra chi ha già un permesso di soggiorno per lavoro stagionale e chi ne ha uno per studio, tirocinio o formazione professionale.
Una gran parte delle quote è destinata ai permessi per le attività agricole (circa 44mila), in cui sono però ammessi solo lavoratori stagionali.
Sono presenti poi anche posti per i seguenti settori:
Per le caratteristiche riguardanti quote di personale e settori coinvolti, bisogna far riferimento alla Circolare Interministeriale 648.
La grande novità del nuovo procedimento è che il datore di lavoro potrebbe trovarsi a dover verificare preventivamente che non c’è disponibilità di un lavoratore già presente sul territorio nazionale prima di procedere con l’assunzione di un lavoratore extracomunitario.
Questa verifica deve essere effettuata attraverso l’invio di un apposito modulo di richiesta del personale al Centro per l’Impiego.
Questo però non vale per i lavoratori stagionali e per quelli che hanno ricevuto formazione professionale e linguistica nel paese d’origine tramite i progetti di interscambio tra i paesi coinvolti.
Per tutti quelli che desiderano occupare le altre categorie di lavoratori, è quindi necessario avviare la procedura di verifica con congruo anticipo, per non trovarsi al “click day” previsto per il 27 marzo senza l’apposita documentazione.
Una volta effettuata la domanda, trascorsi 30 giorni senza che siano state fatte presenti ragioni ostative, il nulla osta al lavoro in Italia viene automaticamente rilasciato e inviato alle Rappresentanze diplomatiche Italiane dei Paesi di origine del lavoratore coinvolto.
Altra importante novità introdotta nell’anno in corso è quella che permette alle organizzazioni dei datori di lavoro firmatarie dei Protocolli d’Intesa (come per esempio le associazioni di agricoltori) di gestire le quote di ingresso con una procedura semplificata.
A partire dal 30 gennaio 2023 e fino al 22 marzo 2023 è disponibile l’applicativo per la precompilazione dei moduli di domanda per il nullaosta per motivi di lavoro.
Le domande dovranno poi essere presentate, esclusivamente in via telematica, a partire dalle ore 09:00 del 27 marzo 2023. È quindi consigliabile arrivare preparati a questa data, poiché le domande potranno essere accettate fino al raggiungimento delle quote previste dal DPCM, o comunque fino al 31 dicembre 2023.
Per usufruire della procedura l’utente dovrà autenticarsi tramite SPID al portale dedicato, all’interno del sito del Ministero dell’Interno Italiano.
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