Certificazione parità di genere, da dove partire?

Tre colleghe entusiaste per un successo in ambito lavorativo
(foto Shutterstock)

Il primo passo è una ricognizione interna per capire a che punto è l’azienda. Una consulenza può aiutare a individuare su quali kpi lavorare e come

Nellindice sull’uguaglianza di genere 2020 elaborato dall’EIGE (European Institute for Gender Equality), l‘Italia ha ottenuto un punteggio di 65 su 100, collocandosi 3 punti e mezzo sotto la media europea.

Per dare un confronto, un Paese come la Spagna ha ottenuto 74,6 punti, la Francia 75,1, la Germania 68,7. I punteggi dell’Italia sono inferiori a quelli della media UE in tutti i settori indagati, a eccezione di quello della salute.

Un lieve miglioramento si registra nel dominio che riguarda le posizioni di potere nei processi decisionali, ma l’Italia è ancora stabilmente all’ultimo posto in Europa nel dominio del lavoro, con tassi di occupazione femminile al mercato del lavoro fra i più bassi in Europa.

Allo stesso modo persistono forti divari salariali, con una differenza nelle retribuzioni mensili di circa il 16%.

Nel mondo del lavoro, secondo gli studi di settore, si fa più marcato anche il gap nelle posizioni dirigenziali: le donne amministratrici delegate, ad esempio, sono ancora mosche bianche. 

Una ricognizione interna

A partire da gennaio 2022, le aziende che lo desiderano possono misurarsi con la “certificazione della parità di genere”, introdotta con gli obiettivi di ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità

Il passaggio non è obbligatorio, ma superare il processo di valutazione comporta importanti benefici sia in termini di employer branding e sia di sgravi fiscali. 

Il primo passo, per chi decide di cimentarsi, è una ricognizione interna. La cosa più importante, infatti, è capire prima di tutto a che punto è l’azienda e su quali aspetti bisogna lavorare nell’ottica di non arrivare impreparati all’audit

Frequentemente, le aziende italiane sono attente nel promuovere azioni per favorire la genitorialità e l’inclusione, ma non sono altrettanto avanti quando si sposta lo sguardo verso i board aziendali. Nelle posizioni chiave, non solo di amministratore delegato ma anche di dirigente, le donne sono in genere in numero nettamente minoritario

Cercare di capire in modo preliminare se l’azienda è pronta o meno ad affrontare la valutazione è fondamentale: senza questa riflessione, si rischia di lanciarsi in un’impresa il cui destino è già segnato. 

A chi rivolgersi?

Sei sono le aree di valutazione:

  • cultura e strategia
  • governance
  • processi HR
  • opportunità di crescita
  • equità remunerativa
  • tutela della genitorialità

Per capire meglio lo stato dell’arte, in quali aree di valutazione c’è bisogno di lavorare un po’ di più e quali progetti può essere utile attivare, può essere di grande aiuto una consulenza esterna. 

Ad esempio Lifeed, la società di Education technology che, attraverso la sua piattaforma digitale, trasforma le esperienze di vita in competenze professionali, offre consulenza e soluzioni per ciò che riguarda la valorizzazione delle naturali competenze di mamme e papà, la crescita umana e professionale delle persone e il miglioramento del benessere aziendale. 

Superato questo step preliminare, si procede con la valutazione. Come? Il 22 dicembre dello scorso anno è andato online il portale sulla certificazione della parità di genere: uno strumento molto importante, che raccoglie tutte le informazioni messe a disposizione del Governo, permette a cittadini e imprese di consultare l’elenco degli enti certificatori e la lista aggiornata delle imprese italiane che hanno ottenuto la certificazione.

La certificazione può essere rilasciata solo ed esclusivamente dagli enti accreditati presenti sul sito: l’azienda che intende intraprendere il percorso, quindi, deve contattarne uno e concordare insieme i tempi e le modalità per procedere all’esame. 

Una volta ottenuta, la certificazione ha validità triennale ma va riconfermata annualmente: ciò significa che, nel caso i requisiti dovessero venire a mancare, potrebbe essere revocata prima del tempo.  

A che punto è la tua azienda?

Se per lavoro ti occupi di definire politiche di parità di genere e di Diversity & Inclusion all’interno della tua azienda, sai bene quanto può essere lungo il percorso che porta alla certificazione.

Proprio per aiutarti a capire a che punto è la tua organizzazione, abbiamo creato un veloce assessment. Rispondi a poche domande per ricevere un consiglio dai nostri esperti.

 

Scopri se la tua azienda è inclusiva

 

 

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