Le iniziative di Diversity, Equity & Inclusion sono importanti per le aziende, che però hanno difficoltà a portarle a termine perché non ne colgono risultati tangibili
A qualche anno dall’introduzione delle metriche ESG possiamo dire che oggi i temi DE&I (Diversity, Equity and Inclusion) fanno parte a pieno titolo delle agende della maggior parte delle aziende non solo internazionali, ma anche italiane. E lo fanno cross industry e cross sizing, ovvero trasversalmente al mercato, come richiede il contenuto che ogni azione di Diversity, Equity & Inclusion prevede.
In altre parole le organizzazioni stanno investendo a questo proposito molto tempo, molte risorse e molto spazio di riflessione. Ma non abbastanza: i dati ci dicono che, anche se le aziende investono su questo tema molto di più rispetto anche solo allo scorso triennio, il cammino da percorrere è ancora lungo.
A fronte di questo impegno comune da parte non solo delle Direzioni HR, ma anche dei Board e ancor più di CEO e Amministratori Delegati, ci siamo chiesti come stessero andando i tanti progetti avviati e implementati dalle organizzazioni.
In poche parole, a che punto siamo oggi rispetto allo sviluppo dei temi DE&I in azienda? Abbiamo trovato un dato che ha subito attirato la nostra attenzione.
Le oltre cento aziende, clienti e non, che abbiamo incontrato quest’anno hanno confermato un sicuro interesse e un desiderio di investire sui temi DE&I, ma in molti casi ci hanno riferito di trovarsi in un’impasse: hanno infatti difficoltà a far avanzare i progetti ottenendo piena soddisfazione da parte delle persone destinatarie delle iniziative. Un po’ come dire “sono temi indiscutibilmente prioritari e importanti per tutti noi, ma spesso si fatica a vederne un beneficio o apprezzarne una ricaduta tangibile che motivi organizzazioni e persone a proseguire”.
Analizzando la situazione, abbiamo identificato 7 difficoltà delle aziende in tema di Diversity, Equity & Inclusion. Che cosa blocca le organizzazioni nel portare a termine i progetti in questo ambito? In questo articolo vedremo che cosa sta alla radice di queste difficoltà e come possiamo affrontare la DE&I in modo che porti risultati più evidenti.
A fronte di temi assolutamente condivisibili e importanti, spesso le persone hanno la percezione di ascoltare o assistere “un po’ sempre alle stesse cose”: contenuti che sembrano ripetitivi e quindi danno la sensazione di un minor valore aggiunto.
Dopo una prima fase di entusiasmo e di alta adesione alle iniziative DE&I lanciate dall’organizzazione, spesso si riscontra una certa difficoltà a trovare spazio nelle agende per gli appuntamenti successivi, soprattutto tra chi è impegnato direttamente sul business.
Le organizzazioni fanno fatica a individuare sul mercato programmi e iniziative che siano davvero differenti tra loro e differenzianti nel tipo di contributo che portano all’organizzazione.
Le iniziative DE&I sono spesso molto complesse da misurare in termini di KPI e di conseguenza risulta difficile per le persone tradurle in azioni o comportamenti facilmente osservabili.
Molte organizzazioni che ottengono risultati eccellenti si interrogano per capire se e in che misura le tematiche DE&I impattino o riguardino anche loro, come se il buon esito delle performance in qualche modo fosse di per sé un indicatore del fatto che, anche in termini DE&I, “va tutto bene”
In diverse situazioni, introdurre dei parametri, come le cosiddette “quote rosa”, inevitabilmente punta l’attenzione sul rapporto che ci deve essere tra DE&I e meritocrazia. Se questo aspetto non è gestito correttamente, si crea una forte resistenza e un sentimento di disaffezione nei confronti di tutte le questioni DE&I.
Infine, una delle difficoltà nominata più di frequente dalle organizzazioni è la diffusa sensazione di intangibilità delle iniziative prevalenti. Diventa così difficile far percepire alle persone la ricaduta più operativa e l’utilità nell’agire quotidiano di queste iniziative.
Constatate le difficoltà principali che le aziende oggi stanno riscontrando nel portare avanti e nel proseguire con le proprie agende Diversity, Equity & Inclusion, ci è sembrato importante interrogarci sul perché ciò avvenisse Perché le organizzazioni, nonostante un chiaro e sincero impegno rispetto a questi temi, si trovano, in un secondo momento, in una situazione di stallo o non sono pienamente soddisfatte
Analizzando più da vicino l’approccio e il tipo di progetti e di azioni attivati, ci siamo accorti che la maggior parte delle organizzazioni ha affrontato o sta affrontando il tema DE&I come se fosse un fenomeno cosiddetto “all in one”, ovvero sempre simile a se stesso e senza una precisa dinamica di evoluzione.
Niente di più falso. Le tematiche Diversity, Equity & Inclusion racchiudono al loro interno una complessità e una diversificazione delle variabili davvero altissime. Solo per dare un’idea della varietà di temi, i due aspetti che in Italia risultano ancora oggi due urgenze sono:
Ma sono solo due degli oltre cinquanta aspetti che possono determinare una situazione di non equità o non inclusione all’interno di una qualsiasi organizzazione.
Il DE&I non è, dunque, un fenomeno “all in one”. Si articola attraverso fasi diverse, tutte consequenziali l’una all’altra. Ogni fase richiede interventi specifici e mirati, che vanno scelti con cura e consapevolezza. Non solo: in ogni fase, per passare alla successiva, è necessario aver prima consolidato i bisogni e le domande della fase precedente. Vediamo più da vicino in cosa consistono.
Lo sviluppo e la crescita attraverso queste fasi sono necessarie per qualsiasi organizzazione al di là della industry di riferimento e delle proprie dimensioni. Sono gli stessi passaggi evolutivi che deve affrontare ognuno di noi come persona.
Strumenti e soluzioni: la “Diversity, Equity & Inclusion ROAD Map”
Esistono quindi soluzioni e attività adatte e specifiche per ciascuna di queste fasi, raccolte in quella che abbiamo chiamato la “Diversity, Equity & Inclusion ROAD Map”. Si tratta di una mappatura di tutte le best practice ad oggi sviluppate con successo e che può indicare in che direzione convenga andare.
Alcuni esempi su tutti: i workshop di divulgazione e di sensibilizzazione primaria vanno benissimo per la fase discovery; i programmi di scouting di potenziali Diversity, Equity & Inclusion Ambassador possono rispondere in modo eccellente ai bisogni tipici della fase di sensibilizzazione; i programmi di Sisterhooding o Budding sviluppano bene la fase di accettazione.
Il Diversity, Equity & Inclusion Journey, in sintesi, è un bellissimo viaggio dove si procede per piccoli passi, per piccoli “achievement” che, concatenati gli uni agli altri, portano lontano.
Oggi le percentuali di donne in posizioni C-level o di senior manager stanno lentamente migliorando. così come la ridefinizione di criteri per processi di pre-hiring o lo sviluppo di laboratori di innovation e improvement aperti a tutti, senza più limiti di età.
Un punto da tenere fermo è che, in questo lungo cammino, ci saranno dei momenti di possibile e comprensibile impasse. In quelle occasioni bisogna ricordare che, per i grandi cambiamenti, si procede a piccoli passi.
E tu, in tutto questo, dove sei?
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