Distribuzione utili SRL: strategie per evitare la ritenuta del 26%

Utili srl: come evitare ritenuta 26%
(foto Shutterstock)

Scopri insieme a Soluzione Tasse come risparmiare fino al 70% di imposte usando la pianificazione finanziaria

La distribuzione degli utili di una srl è costosa e dispersiva in termini di tempo. In più, ripartire questi dividenti tra i soci non sempre conviene all’impresa.

Se però utilizzi alcuni strumenti di pianificazione fiscale puoi prelevare i guadagni generati dalla società senza pagare il 26% di ritenuta.

In questo articolo di Soluzione Tasse in collaborazione con laborability vedremo come puoi risparmiare fino al 70% di imposte.  

Distribuzione utili SRL: quanto costa dividerli?

La tassazione italiana, indipendentemente dalla forma giuridica utilizzata, è estremamente elevata e non aiuta chi fa impresa. Secondo alcune analisi effettuate sul “Documenti di Economia e Finanza” da parte del Centro Studi di Unimpresa, si stima che nel 2023 passerà dal 43,25 del 2022 al 49%. Un aumento che, purtroppo, dovranno subire tutte le imprese italiane, già travolte da numerosi problemi non solo fiscali, ma anche burocratici e gestionali.

Ad esempio, uno dei problemi a cui va incontro chi fa impresa tramite la forma giuridica della srl consiste nello spostare la ricchezza prodotta dalle casse dell’azienda alle tasche dell’imprenditore.

La srl, infatti, non permette di prelevare dal conto corrente o direttamente dalla cassa: si tratta di un’operazione totalmente sbagliata e vietata. Purtroppo, però, succede lo stesso. 

Fare impresa con una srl significa gestire un organismo completamente slegato dai soci e che ha delle regole e degli obblighi propri, che vanno rispettati. 

Per legge, i soci possono prelevare i guadagni prodotti solo quando vengono distribuiti gli utili. Ma questo può avvenire solo a condizione che:

  • ci siano;
  • siano approvati dal bilancio.

Se queste due condizioni non si verificano, non è possibile distribuire gli utili.

In ogni caso, anche quando è possibile, si tratta di un’operazione molto costosa. L’utile, infatti, subisce una doppia imposizione fiscale:

  • prima tassazione: colpisce il soggetto che produce il reddito, cioè la srl che ha esercitato l’attività economica per la quale è stata costituita. La srl sconta Ires al 24% e Irap al 3,9%;
  • seconda tassazione: colpisce il socio che, pur avendo contribuito alla produzione della ricchezza, quando la incassa sotto forma di dividendi deve pagarci un’imposta del 26%.

La srl, così, rischia di subire una tassazione pari al 46,72%, senza considerare la contribuzione Inps, che aumenta l’imposizione di almeno il 27%. 

Risultato? 70% di carico fiscale da scontare.

Ciò significa che una srl con due soci e un utile di circa 150.000 euro paga più di 100.000 euro di tasse. Un vero salasso che fa perdere quasi tutto il vantaggio di avere una srl.

Come evitare di pagare il 70% di tasse?

Nonostante il quadro svantaggioso, il nostro sistema tributario nel suo complesso viene in aiuto all’imprenditore. Infatti, attraverso una corretta pianificazione fiscale è possibile evitare di subire un’imposizione fiscale di circa il 70%.

Non tutti, però, sanno cos’è la pianificazione fiscale e molti ignorano la sua potenzialità. Si tratta del più grande strumento di crescita aziendale: un processo utile a ridurre il carico fiscale dell’impresa e contribuire a far crescere il tuo business. 

Nel caso della srl, attraverso la pianificazione fiscale è possibile evitare questa pesante imposizione fiscale. 

E tutto questo è possibile:

  • evitando di distribuire gli utili: quindi eliminando l’ulteriore imposta del 26%, salvo casi eccezionali;
  • garantendo una fonte di reddito ai soci: grazie all’utilizzo di strumenti di pianificazione fiscale previsti dal nostro sistema tributario che consentono al socio di generare una fonte di reddito senza dover distribuire gli utili.

Tra tutti gli strumenti, quelli che garantiscono quasi immediatamente una riduzione delle imposte a debito e una fonte di reddito ai soci sono:

  • il marchio;
  • il TFM;
  • i rimborsi spese e trasferta.

Tutti strumenti molto validi, ognuno con le proprie caratteristiche, ma tutti contemplati dal nostro ordinamento tributario; e come tali totalmente legali e fiscalmente inattaccabili

Se dopo l’utilizzo degli strumenti di pianificazione fiscale rimangono ancora degli utili è possibile piuttosto trasferirli in un apposito contenitore, la holding, versando solo 1,2% di imposte

Infatti, se gli utili non vengono divisi tra i soci persone fisiche ma tra società di capitali, sono esentasse per il 95%. Il che significa pagare il 24% di Ires solo sul 5%.

Conclusioni

Le strategie per ridurre la pressione fiscale ed evitare di distribuire gli utili e ignorare la ritenuta del 26% sono tante: è necessario solo conoscerle e saperle applicare in maniera legale. 

Ogni minimo errore, infatti, potrebbe costare veramente caro e snaturare totalmente il vantaggio fiscale e contributivo di uno piuttosto che l’altro strumento.

Non fare l’errore di scegliere frettolosamente, perché ogni scelta deve essere ponderata per capire quale strumento è in grado di fornirti un reale vantaggio fiscale e contributivo.

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