Il progetto della coop Riesco, specializzata in servizi di ristorazione collettiva, è un modello nazionale. Ne parliamo con il fondatore Paolo Tognon
Oltre cento addetti, di cui il 32% con disabilità, e 4 mila pasti serviti ogni giorno nelle aziende e nelle comunità del territorio. La cooperativa sociale Riesco, con il progetto Habile, non offre solo piatti buoni, sani ed equilibrati, ma anche una possibilità di realizzazione e riscatto sociale a 50 lavoratrici e lavoratori svantaggiati, che una volta entrati iniziano un percorso alla scoperta dei propri talenti visibili o nascosti, delle proprie capacità inespresse, delle peculiarità che li rendono speciali. Paolo Tognon, responsabile risorse umane e diversity manager del consorzio di cooperative sociali che ha lanciato il progetto Habile, ne ha illustrato finalità e modus operandi nel corso del webinar sull’inserimento lavorativo delle persone disabili organizzato da SHR ITALIA.
Abbattere le barriere: il progetto Habile
«Habile» spiega Tognon, «nasce nel contesto del Ccs, il Consorzio delle cooperative sociali, che da oltre 30 anni si occupa di inclusione sociale. La lettera H sta per handicap, ma abbiamo voluto porre l’accento sulle abilità che ognuno ha, piuttosto che sulla disabilità. Questo è quello che facciamo con i nostri lavoratori: andiamo a scoprire e co-progettare con la persona stessa la sua attività, stanando talenti e professionalità. In tutti questi anni abbiamo imparato un concetto fondamentale: la disabilità è strettamente legata al contesto, che può rendere una persona più o meno disabile. Prendiamo l’esempio delle barriere architettoniche: in un edificio progettato per non averne, una persona in carrozzina non si sentirà disabile. Al contrario, di fronte a barriere difficili da superare sentirà ancora di più il peso dei propri limiti. Noi cerchiamo di fare questo, abbattere le barriere».
La coop, che ha sede in provincia di Padova, lavora da anni con queste modalità, coniugando la produttività e l’inclusione, la professionalità e l’integrazione sociale. I lavoratori con disabilità sono perfettamente inseriti nella filiera produttiva e ricoprono ruoli diversi: dalla cucina alla contabilità. Carlo ad esempio lavora in magazzino, controlla gli ordini, carichi e scarichi sul database, smista le merci. Alice confeziona i cestini di frutta, Paolo lavora in cucina e ha coronato così quello che era il suo sogno da bambino. Enrico segue i social su LinkedIn, Alessandro sogna di diventare Youtuber e crea video. Per tutti loro il lavoro è realizzazione, indipendenza, gratificazione umana e professionale.
«Con Habile», sottolinea Tognon, «portiamo l’esperienza maturata in Riesco e Sobon nelle aziende profit: le supportiamo nella ricerca di personale da inserire in osservanza alla legge 68/1999, che impone la presenza di una quota di lavoratori svantaggiati o con disabilità, affianchiamo i reparti produttivi e gli uffici nell’inserimento lavorativo attraverso i nostri Tutor e seguiamo il percorso attentamente attraverso un monitoraggio digitalizzato. Tutor, tecnologia ed competenza sociale rendono più efficace e soddisfacente il percorso sia per il lavoratore che per l’azienda».