Star bene secondo Serenis: una mission aziendale

Valentina Castelli, Head of Brand and Partnership di Serenis, sul palco di Agenda 2030
(in foto: Veronica Castelli, Head of Brand and Partnership di Serenis, sul palco di Agenda 2030)

Affrontare un percorso psicologico non deve più essere fonte di stigma. Veronica Castelli, Head of Brand and Partnership di Serenis, racconta i valori della startup

Star bene è una delle parole chiave che hanno guidato gli interventi di Agenda 2030, l’evento annuale organizzato dallo studio legale WI LEGAL con il sostegno di Italian Welfare, Mudra, Umana e la collaborazione di laborability.

Ed è proprio questo benessere – personale e aziendale – che sta alla base della mission di Serenis, startup nata con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone di occuparsi del proprio benessere mentale

All’interno di “The Home of the Human Safety Net”, alle Procuratie Vecchie in piazza San Marco a Venezia, Veronica Castelli, Head of Brand and Partnership della startup, ha parlato di cosa significa per Serenis “star bene”.

Cosa fa Serenis per il benessere mentale

Serenis è una piattaforma che permette di seguire sedute di psicoterapia, incontrare il terapeuta e trovare il percorso giusto per le proprie esigenze. 

La mission della startup è quella di diventare punto di riferimento per il benessere mentale delle persone a 360°: “Non solo proponendo il servizio di terapia – ha spiegato Veronica Castelli –, ma anche raccontando che cosa sia il benessere mentale, un ambito ancora poco esplorato nel nostro Paese. 

Il 20% delle persone che si mettono in contatto con noi riferisce un malessere legato all’ambito lavorativo. Il 57% dichiara di provare ansia o stress legati sempre al proprio lavoro e il 60% non si è mai avvicinato a un percorso terapeutico”.

L’idea di fondare Serenis nasce da un bisogno personale: i due founder, Silvia Wang e Daniele Francescon, sentivano la necessità di intraprendere un percorso per capire meglio che cosa non funzionasse nelle loro vite, ma avevano difficoltà a rivolgersi a un professionista psicoterapeuta che ricevesse in presenza. 

Le incombenze della vita erano un ostacolo che impediva a Silvia e Daniele di cominciare un percorso per stare meglio: da qui, l’idea di aprire un portale che permettesse a tutti di accedere a delle sedute di videoconsulto.

Il valore della terapia online

“Vivendo queste difficoltà in prima persona, si sono resi conto che la terapia dal vivo ha dei limiti – ha detto Veronica Castelli –. Ad esempio, è difficile capire cosa fa bene per sé stessi, e trovare il terapeuta giusto non è così immediato. Un altro limite della terapia in presenza è che prevede necessariamente che la persona si muova da casa o dall’ufficio e questo può essere un problema per tantissime persone”.

Il contesto della pandemia ha acceso i riflettori, dunque, sui vantaggi di una terapia psicologica online, fruibile con maggiore facilità dalle persone, sia in termini di tempo che di spazio

Il percorso di scelta del proprio terapeuta, inoltre, diventa più semplice e veloce, aiutando le persone a risolvere i propri problemi in tempi più rapidi e con maggiore efficacia.

Percorsi terapeutici costruiti ad hoc per le persone

Serenis conta, attualmente, 30 dipendenti, scelti secondo caratteristiche ben precise: “La prima è una condivisione dei valori. Tutti, in Serenis, crediamo nei valori aziendali, che si esprimono attraverso il lavoro e anche tramite il brand – ha detto Veronica Castelli –. Per noi, le persone sono i rappresentanti del brand, lo diffondono, e quindi devono essere visibili. Inoltre, tutti noi siamo stati anche pazienti e, quindi, abbiamo vissuto effettivamente la terapia in prima persona, e questo aumenta la forza del valore del nostro prodotto.

Quest’ultimo è pensato per il paziente e il fatto di avere un team di persone che hanno sperimentato in prima persona il percorso terapeutico, individuando come questo possa rispondere alle esigenze di ognuno, ha aiutato tantissimo nello sviluppo del prodotto”.

Sconfiggere i bias legati al benessere mentale 

“Abbiamo una mission molto importante – ha spiegato Veronica Castelli –, che è quella di sconfiggere quelli che sono i bias nei confronti del benessere mentale, della terapia, dello psicologo. Spesso le persone provano una sorta di vergogna nel dire che vanno dallo psicologo, quando si tratta di una cosa assolutamente normale e, anzi, molto salutare.

Per questo, abbiamo pensato che, come azienda, anche noi dovessimo superare l’ostacolo dei bias. Così, da sei mesi, abbiamo attuato una politica di recruiting che aiuti ad abbattere qualsiasi bias: nella ricerca di nuovi candidati, chiediamo di ricevere dei curriculum vitae bias free, quindi privi delle informazioni che possono portarci ad avere dei pregiudizi o a prediligere un candidato piuttosto che un altro: età, provenienza, luogo di studio. In questo modo valutiamo effettivamente la figura professionale e le competenze della persona, senza essere influenzati da altre informazioni”. 

 

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