L’Intelligenza Artificiale facilita il lavoro delle persone, che così hanno maggior possibilità di esprimersi professionalmente. L’esempio di Vedrai
La centralità delle persone nelle organizzazioni del lavoro che cambia è stato tra i temi dell’evento Agenda 2030 di SHR Italia. Al Salone d’Onore di Triennale Milano, Michele Grazioli, Presidente di Vedrai, ha portato appassionanti suggestioni rispetto al tema dell’innovazione tecnologica e dell’Intelligenza Artificiale, applicate alle persone. Tra i massimi esperti in Europa in ambito IA, nel 2019 entra nella classifica Forbes Under 30 nella top 5 dei 100 giovani innovatori italiani più influenti d’Italia.
Grazioli ha raccontato la storia della sua azienda che, in soli due anni, è cresciuta moltissimo e oggi conta 150 persone, con un’età media sotto i 30 anni.
Vedrai è una startup innovativa, specializzata in soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale per migliorare i processi decisionali, fare simulazioni di budget e di mercato e, non ultimo, favorire l’engagement delle persone all’interno delle aziende.
L’Intelligenza artificiale, messa a disposizione delle persone, contribuisce a farle sentire parte integrante dell’attività aziendale: “Le persone vanno ascoltate – dice Michele Grazioli –. La nostra startup è inserita in situazioni abbastanza privilegiate, e abbiamo un punto di vista interessante e stimolante.
Sponsorizziamo diverse squadre di serie A, partecipiamo a molte iniziative di associazioni benefiche, e abbiamo, tra gli amici, diversi cantanti famosi. Possiamo, quindi, far partecipare le persone dell’azienda a eventi molto belli, mettendo a disposizione dei pass.
Come lo facciamo? Utilizzando un algoritmo: sulla base della classifica dei feedback che ci diamo l’un l’altro ogni tre mesi. Questo fa sì che tutti si sentano liberi di dare o meno il loro feedback, e altrettanto possono decidere di darlo in modo più o meno anonimo”.
Libertà di espressione e condivisione sono le altre leve che avvicinano le persone all’azienda: “La seconda cosa che facciamo è educare le persone – dice Michele Grazioli –. facendole crescere con i colleghi dell’azienda. Una volta ogni due settimane, organizziamo un momento in cui una persona, esperta in qualcosa che non ha nulla a che fare con il lavoro, ci presenta una lezione: può essere un’esperta di musica, piuttosto che di criptovalute.
È un’occasione per parlare in pubblico: ci porta, necessariamente, a doverci mettere alla prova su questo fronte. È dall’esperienza che si riesce a imparare, e a migliorare. E non c’è nulla di più bello che ascoltare le persone quando parlano di qualcosa che fa loro battere il cuore”.
Per la startup Vedrai è importante che non abbiano paura di sbagliare: “Le persone imparano se sbagliano – dice Michele Grazioli –. L’errore è parte del cambiamento, è parte del miglioramento. Io voglio che le persone si sentano libere di prendere gli spazi che desiderano. Devono sentirsi libere di rischiare, e quindi di condividere il loro sogno”.
Lo spazio che Vedrai ha deciso di dare alla libertà di espressione e alla creatività si concretizza in molti modi diversi. Tra questi, anche la decisione di lasciare una parte del tempo del lavoro allo sviluppo di attività che non rientrano necessariamente nel core business aziendale.
“Il 10% del tempo che le persone passano in azienda può essere dedicato a progetti non core – conclude Grazioli –. Abbiamo investito il 20% del budget in questo: serve a portare la cultura dell’innovazione nel modo di pensare.
Non solo: nella nostra organizzazione, ogni persona è azionista, senza alcuna distinzione, e a ogni livello. Anche la gratificazione economica fa parte dell’engagement, ed è giusto riconoscerlo”.
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