Dall’agroalimentare alla moda, dalla finanza alla chimica: la pubblicazione mette in luce 100 casi per originalità e solidità delle soluzioni
Cento storie di economia circolare made in italy che guardano alla qualità e all’innovazione: dall’agroalimentare alla moda, dagli imballaggi alla meccanica, dal legno arredo all’edilizia e alla finanza, fino all’elettronica e alla chimica.
La pubblicazione “100 Italian Circular Economy Stories” di Fondazione Symbola ed Enel ricostruisce e racconta 100 casi di economia circolare ritenuti particolarmente significativi in termini di solidità delle soluzioni adottate e originalità delle stesse.
Modello per sostenibilità è ad esempio il Gruppo Saviola, nato nel milanese nel 1963, che produce pannelli in truciolato ecologici, realizzati al 100% con legno post consumo. La trevigiana Arper invece crea arredi di design realizzati con materiali post consumo o riciclabili e progettati per essere facilmente disassemblabili a fine vita. O ancora NextChem, società con sede a Roma, lavora nel campo delle tecnologie innovative per il riciclo meccanico e chimico dei rifiuti.
Tra le cento imprese selezionate ci sono poi le società non profit dedicate allo sviluppo di progetti, strategie e impegnate nella divulgazione di conoscenze sul tema dell’economia circolare, siti e-commerce specializzati nel noleggio di abiti, scarpe e accessori, le piattaforme digitali dedicate alla condivisione dei materiali, dei macchinari e delle attrezzature edili.
«Queste 100 storie» commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, «pur rappresentando solo una piccola parte dei numerosi esempi virtuosi di economia circolare che il nostro Paese vanta, contribuiscono non soltanto a definire il perimetro entro il quale l’Italia si sta muovendo, ma anche a mettere in luce le potenzialità di sviluppo dell’economia circolare.
Superpotenza nell’economia circolare, l’Italia ha una percentuale di riciclo altissima: il 79,4% sulla totalità dei rifiuti, quasi il doppio rispetto alla media europea (49%). Il recupero di materia nei cicli produttivi permette un risparmio annuo pari all’equivalente di 23 milioni di tonnellate di petrolio e 63 milioni di tonnellate di CO2».
I rifiuti avviati a riciclo (117 milioni di tonnellate), trovano impiego come materiale nell’edilizia/infrastrutture (50% pari a 59 milioni di tonnellate) e nell’industria manifatturiera (33% pari a 39 milioni di tonnellate).
Grazie a questa componente di materia derivante dal ciclo nazionale dei rifiuti, a cui si aggiungono i materiali provenienti dal recupero interno delle industrie e quelli importati, l’industria italiana raggiunge un tasso di circolarità (rapporto tra materie seconde da riciclo e totale delle materie – prime e seconde- impiegate) pari a circa il 50%.
Inoltre, con 270,5 tonnellate di materiali utilizzati per milione di euro prodotto, dato quasi dimezzato rispetto a dieci anni fa e molto inferiore rispetto a quello della Germania (333,9), siamo il più efficiente tra i grandi Paesi dell’Unione Europea nel consumo di materia.