Confermato fino al 2024 lo sconto sui contributi a seconda della retribuzione del lavoratore, non riconfermato nel 2025
A partire dal 1° gennaio 2022 e fino a dicembre 2024, c’è stata una misura sperimentale di riduzione del costo del lavoro rivolta a tutti i rapporti di lavoro instaurati in ogni settore economico.
Con la Legge di bilancio 2023 la misura era stata confermata e incrementata. Questa misura, però, come poi si è visto, era temporanea, e non è poi stata riconfermata a partire dal 2025 in poi.
Lo sgravio contributivo era una misura pensata per alleggerire il peso dei contributi previdenziali che ogni mese ti venivano trattenuti dalla busta paga. In pratica, si trattava di una riduzione della quota di contributi a tuo carico, con un effetto immediato sull’importo netto dello stipendio.
Questa agevolazione veniva introdotta per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e rendere il lavoro più conveniente, senza però modificare i tuoi diritti pensionistici o le tutele legate alla previdenza. In sostanza, le trattenute si abbassavano, lo stipendio aumentava leggermente, ma i contributi complessivi risultavano comunque versati regolarmente, come se lo sgravio non ci fosse.
L’agevolazione consisteva in uno sconto sui tuoi contributi che nel tempo è passato da una percentuale pari allo 0,8% fino a essere pari al 2-3% del 2023 e arrivando ad un 6-7% nel corso del 2024.
Questo comportava un vantaggio per te come dipendente perché i contributi INPS a tuo carico erano più bassi e quindi le relative trattenute in busta paga erano minori.
Prima di tutto, vediamo a chi spettava questo sgravio e per quale periodo. In seguito all’ultima modifica legislativa intervenuta con la Legge di bilancio 2024, lo sgravio veniva riconosciuto per il periodo compreso tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2024 ai lavoratori dipendenti del settore privato.
Lo sgravio non era uguale per tutti, ma la percentuale variava a seconda della retribuzione lorda di ciascun lavoratore.
In presenza di tutti i requisiti, lo sgravio del 6 o 7% previsto, sarebbe stato applicato a partire dalla busta paga della retribuzione di competenza del mese di gennaio 2024.
Attenzione: non bastava rientrare nei requisiti una sola volta per ricevere lo sgravio per tutto il periodo indicato nella misura. La verifica dell’esistenza di tutti i requisiti viene effettuata su ciascun mese di paga preso singolarmente.
Nella pratica questo vuol dire che, nei diversi mesi retribuiti, lo sgravio poteva assumere misure percentuali diverse oppure non venire riconosciuto perché la retribuzione superava i limiti massimi consentiti.
Come anticipato, lo sgravio assumeva percentuali differenti a seconda della retribuzione lorda percepita dal dipendente.
Per importo lordo, intendiamo la somma di tutte le voci periodiche percepite dal lavoratore prima che vengano calcolati i contributi e le tasse.
Quali sono le percentuali di riduzione dei contributi?
Facciamo un esempio prendendo un caso generico. Se l’aliquota contributiva che il lavoratore avrebbe dovuto pagare fosse stata del 9,19%, con sgravio contributivo questa si sarebbe ridotta al 3,19% oppure al 2,19%, a seconda della sua retribuzione lorda.
Il cedolino si compone di 3 sezioni:
Nel corpo del cedolino, subito dopo l’indicazione dell’imponibile previdenziale in genere veniva esposta la voce “Esonero IVS DL 115/2022” oppure “Esonero IVS L. 197/2022”.
A lato della voce “Esonero”, nella colonna “Importo base”, trovavi indicata la stessa cifra dell’imponibile previdenziale, perché lo sconto veniva calcolato proprio su quell’importo. Subito dopo era riportata la percentuale dell’esonero applicata e l’importo risultante.
Attenzione: trattandosi di uno sconto a tuo favore, l’importo non veniva mostrato nella colonna delle “Trattenute”, ma in quella delle “Competenze”, perché si aggiungeva al netto in busta paga e non lo riduceva.
L’applicazione in busta paga di questo esonero comportava un alleggerimento della trattenuta che come lavoratore subivi ogni mese, per versare i contributi INPS utili alla tua pensione.
Quanto detto, ovviamente, non comportava effetti negativi sulla pensione futura.
Di contro, andando a ridurre l’imponibile contributivo, automaticamente cresceva quello fiscale ovvero quello su cui vengono calcolate le tasse.
Come abbiamo avuto modo di vedere, nel 2024 i dipendenti hanno beneficiato di uno sgravio contributivo del 6% o 7% sulla quota IVS a loro carico, previsto per alleggerire il cuneo fiscale e aumentare la busta paga netta.
Questa misura, che ha avuto un impatto positivo sul reddito disponibile, era però temporanea.
Dal 1° gennaio 2025 lo sgravio contributivo non è più in vigore, poiché non è stato rifinanziato nella nuova Legge di bilancio 2025.
Questo sgravio è stato sostituito da un nuovo criterio di calcolo delle detrazioni da lavoro dipendente, che a loro volta sono state introdotte per ridurre il cuneo fiscale.
In particolare, è stata introdotta una “indennità aggiuntiva” per i redditi fino a 20.000 €, e una “detrazione aggiuntiva” per chi supera questa soglia di reddito.