Aggiornare le competenze per avere il lavoro più adatto a noi e alle nostre attitudini. Ad ogni cambiamento, aumentano le skills
In un mondo del lavoro in continuo cambiamento, l’apprendimento continuo e la formazione sono i due fattori che possono fare la differenza nel trovare il lavoro che fa al caso nostro. Ma per acquisire nuove skills e arrivare a una nuova occupazione che più si confà alle nostre esigenze, servono volontà e determinazione.
Secondo uno studio della società di consulenza McKinsey & Company, non esiste un lavoro senza sbocchi. Ogni impiego è un’opportunità per imparare qualcosa che può esserci utile per migliorare la nostra posizione lavorativa.
Nel campione analizzato da McKinsey, i lavoratori hanno cambiato ruolo, in media, ogni due o quattro anni, aumentando le proprie competenze di circa il 25% a ogni passo in avanti.
Chi si è mosso più audacemente all’inizio, e più di frequente ha registrato il maggiore aumento dei guadagni. Molti, in un primo momento, sono convinti di aver sbagliato a voler cambiare lavoro, ma successivamente, nella maggior parte dei casi, si sono ricreduti.
Cambiare lavoro richiede energia e resilienza: qualità come public speaking, velocità nell’apprendimento, leadership e lo sviluppo di pensiero critico sono utili non solo nell’approcciarsi per la prima volta al mondo del lavoro, ma anche nei successivi spostamenti. Tutte queste soft skills rappresentano un “pacchetto base” che dovrebbe iniziare a maturare sin dall’epoca dell’istruzione superiore, i cui ultimi anni dovrebbero coincidere con l’orientamento al lavoro o al mondo accademico.
Oltre a queste competenze di base, possiamo identificarne alcune di più specifiche e avanzate che diventano fondamentali nel momento in cui si desidera cambiare lavoro puntando a un’occupazione più in linea con i propri interessi e capacità.
Tra le competenze necessarie per avventurarsi nella ricerca di una nuova occupazione rientrano:
Flessibilità cognitiva: si tratta della capacità di adottare un approccio di pensiero differente a seconda del contesto di riferimento, sfruttando doti di analisi e osservazione che portano a considerare una situazione sotto diversi punti di vista, al fine di comprenderne la struttura e affrontarla in modo creativo. La flessibilità cognitiva rappresenta una skill davvero utile per affrontare i cambiamenti aziendali, per relazionarsi con gli altri, per individuare una o più soluzioni a ogni problema.
Gestione del personale: se, da un lato, si assiste a una significativa riduzione dei posti di lavoro a vantaggio dei sistemi automatizzati, d’altro canto sarà ancor più necessario motivare e massimizzare la produttività dei dipendenti con manager in grado di interpretare e rispondere ai loro bisogni individuali.
Intelligenza emotiva, perché è fondamentale, per una figura dirigenziale ma non solo, sviluppare una buona capacità di persuasione dialettica e di ascolto, sapersi sintonizzare con le emozioni altrui e adattare il proprio comportamento a seconda dello stato d’animo di colleghi e dipendenti.
Negoziazione: come per la creatività, anche le competenze sociali saranno qualifiche importanti che non potranno essere sostituite facilmente dai robot. Sarà necessario investire su figure dotate di capacità di relazione, in grado di gestire in modo efficiente le trattative.
Problem-solving: sulla stessa scia, sarà indispensabile avere la capacità di problem solving, ovvero saper analizzare contesti complessi, in rapido cambiamento, ed essere capaci di risolvere problemi riuscendo a vedere, al contempo, sia il quadro generale, sia il minimo dettaglio.
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