Nel settore green mancano all’appello 2,4 milioni di nuove competenze. Professionisti specializzati: avvocati, ingegneri e esperti di comunicazione
Secondo il Rapporto GreenItaly 2022 della Fondazione Symbola, nel quinquennio 2017-2021, più di 1 impresa su 3 ha effettuato eco-investimenti, e sono 531 mila le aziende che compongono la green economy italiana, con un +51% rispetto ai cinque anni precedenti. Il settore che registra la spinta maggiore è quello del riciclo, ed entro il 2025 il green avrà bisogno di 2,4 milioni di nuove competenze.
Quella del progettista o installatore di impianti solari fotovoltaici è tra le figure professionali più desiderate dalle aziende green: anche grazie agli incentivi fiscali, il fotovoltaico è tra i comparti più attivi, esempio per eccellenza della transizione alle energie pulite.
La richiesta di professionisti dedicati alla progettazione è in aumento costante: ingegneri, architetti, periti agrari e industriali stanno scegliendo di specializzarsi in quest’ambito, seguendo corsi di formazione e aggiornamento in materia.
L’energy manager arriva dagli Stati Uniti, e in Europa sta acquisendo un posto di prestigio nelle imprese green. Questa figura è responsabile della conservazione e dell’uso razionale dell’energia, e si occupa di trovare le soluzioni più adeguate per consentire un risparmio energetico, riducendo gli sprechi e assicurando maggior rispetto per l’ambiente.
Nella green economy non può mancare l’esperto in bioarchitettura e bioedilizia, altri due settori che stanno letteralmente esplodendo: è sempre più frequente la richiesta di riqualificazioni e ristrutturazioni ad impatto zero, così come la realizzazione completa di nuovi edifici in ottica green, sia da parte degli enti locali che dei privati.
Gli architetti di questo comparto hanno competenze sia in campo edile che paesaggistico, e sono sempre più coinvolti e richiesti nella progettazione di aree verdi e infrastrutture nelle città.
Nell’ambito privato, invece, questi professionisti sono ricercati per la costruzione delle cosiddette case ecologiche, realizzate con materiali biocompatibili e dotate di funzionalità che consentono l’autosufficienza energetica.
L’eco avvocato, invece, deve fronteggiare il continuo cambiamento delle normative in materia ambientale: le leggi per garantire la tutela dell’ambiente sono diventate più rigide e le sanzioni più severe.
Da qui, la necessità per le aziende di adeguare ogni attività alle normative. Non esiste ancora una formazione specifica per questi professionisti, ma gli atenei e i ministeri preposti a istruzione e ambiente stanno pensando a una vera e propria specializzazione in materia.
L’obiettivo del green designer, invece, è quello di ridurre e, se possibile, eliminare l’impatto ambientale di oggetti di arredamento e nuove costruzioni. In pratica, questo designer progetta oggetti adatti alla produzione seriale, tenendo conto dell’ergonomia, della sicurezza, e del design innovativo, ma prediligendo l’utilizzo di materiali biocompatibili. Il professionista lavora secondo criteri di sostenibilità sociale, economica ed ecologica.
Dopo l’avvocato ambientale, arriva anche l’eco chef, specializzato nella cucina eco-bio, che segue il faro della ristorazione naturale, basata sui prodotti a km zero, stagionali e il più possibile biologici.
In questo tipo di enogastronomia, l’eco-chef si occupa anche di seguire i processi di acquisto dei prodotti e realizzazione dei piatti, evitando sprechi di qualsiasi tipo.
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