Vigneti, uliveti, campi di cereali italiani in vendita con agevolazioni per gli under 41. Obiettivi: favorire il ricambio generazionale e avvicinare i giovani all’agricoltura
Equivalgono a 386 aziende agricole gli oltre 10 mila ettari di Banca nazionale delle terre agricole che Ismea (Istituto di Servizi per il mercato Agricolo Alimentare) ha messo all’asta in Italia, con un occhio di riguardo verso i giovani imprenditori under 41. Per i quali ha previsto mutui agevolati trentennali al 100% e forme di sostegno dedicate.
I terreni della Banca delle terre – nata nel 2016 per inventariare e dare nuova vita ai terreni agricoli semi abbandonati anche per la chiusura di attività produttive e prepensionamenti – si trovano in quasi tutte le regioni italiane, con un particolare addensamento in Emilia, Toscana, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.
«Nel patrimonio dell’Ismea abbiamo aziende agricole chiavi in mano, con tanto di immobili, che fin da subito possono essere messe a profitto» ha dichiarato il Direttore di Ismea, Raffaele Borriello.
Il fine dell’iniziativa è quello di dare supporto e incoraggiare una nuova stagione dell’agricoltura italiana, favorire il ricambio generazionale, riportare i giovani all’agricoltura, anche sull’onda di un nuovo interesse delle nuove generazioni verso l’ambiente e la terra.
Ismea non è interessata a ricavare profitto dall’operazione, ha spiegato Borriello, «per questo il valore che mettiamo a base d’asta è un valore minimo. Per esempio, abbiamo acquisito un terreno 20 anni fa? Come base d’asta di quel terreno, prendiamo il valore di allora. Noi vogliamo rendere disponibile la terra e abbassare i valori del capitale fondiario disponibile in Italia. L’agricoltura si fa con la terra, il primo fattore di produzione è quello». Non male, considerando che in Italia, secondo uno studio Eurostat, il costo della terra arabile all’ettaro (circa 40 mila euro) è tra i più elevati in Europa: tre volte più caro della Spagna e quasi sette volte quello della Francia.
Le risorse ricavate dalla vendita, ha spiegato, saranno utilizzate per finanziare le iniziative imprenditoriali dei giovani agricoltori attraverso le misure del primo insediamento, del ricambio generazionale e dell’autoimprenditorialità.
«Donne e nuove generazioni sono tra le parole chiave su cui siamo maggiormente impegnati, – ha affermato Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura – per gli under 40 che scelgono di aprire una nuova impresa agricola, ad esempio, sarà lo Stato a farsi carico, per i primi due anni, dei contributi previdenziali. Per le donne che investono in agricoltura o aprono nuove imprese invece c’è “Donne in campo”, con un fondo rotativo da 15 milioni di euro per mutui a tasso zero. Di tutti i giovani che ho incontrato spesso durante questi primi cinque mesi, mi ha colpito la competenza, la voglia di mettersi in gioco e l’interesse per questo settore, che può essere concretamente un fondamentale driver di sviluppo del Paese».
Del patrimonio totale di Banca delle terre, che ammonta a 22.000 ettari, questo è il terzo lotto in vendita, dal quale è atteso un incasso di almeno 130 milioni di euro. Dalle aste dei due lotti precedenti invece, di 7 mila e 8 mila ettari circa, il guadagno è stato di circa 52 milioni di euro.
La partecipazione all’asta è aperta a tutti e le manifestazioni d’interesse si possono esprimere fino al 19 aprile 2020. Le offerte possono essere presentate tra il 27 aprile e l’11 giugno.