Trattamento integrativo: cos’è, a chi spetta e quali sono le ultime novità

Trattamento integrativo
(foto Shutterstock)

Guida completa sulla voce che aumenta il netto in busta paga e abbatte l’imposta da pagare

Cos’è il trattamento integrativo (ex bonus renzi) 

Il trattamento integrativo è una somma che si aggiunge alla tua retribuzione netta e quindi aumenta il netto annuo fino a 1.200 €. 

In busta paga, molto spesso, lo puoi ritrovare con la dicitura “trattamento integrativo 21/2020” o “trattamento integrativo l. 21/2020” perché questa è la fonte normativa di riferimento che ha sostituito definitivamente l’ex bonus Renzi con questa misura fiscale. 

Nel concreto, però, cos’è il trattamento integrativo? Si tratta di un beneficio riconosciuto al personale dipendente direttamente dallo Stato, ma anticipato dal tuo datore di lavoro: se ne hai diritto, troverai l’importo direttamente nella busta paga mensile e il datore di lavoro lo recupererà con il pagamento degli importi dovuti allo Stato.

Al tempo, è stato introdotto per limitare la pressione fiscale, quindi l’IRPEF da pagare annualmente, ma perché questo sia possibile bisogna rispettare una serie di limiti di reddito previsti dalla normativa fiscale. 

Se hai più redditi da lavoro dipendente durante l’anno, infatti, dovrai prestare attenzione a non superare le soglie previste per ottenere il trattamento integrativo ex bonus Renzi, altrimenti potresti dover pagare cifre elevate quando verrà calcolato il conguaglio.

Ora che abbiamo chiarito che cos’è il trattamento integrativo, vediamo un caso particolare: il trattamento integrativo con la NASpI

Quando percepisci la NASpI devi sapere che, al verificarsi di tutti i requisiti di legge, prenderai comunque il trattamento integrativo INPS. Questo perché i soldi dell’indennità sono considerati redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente. 

Trattamento integrativo 2025: cosa è cambiato rispetto al 2024 

C’è differenza tra trattamento integrativo 2025 e trattamento integrativo 2024? No, nel corso di quest’anno non ci sono state novità sul punto.

Dovremmo attendere la nuova Legge di Bilancio 2026 per vedere se ci saranno modifiche strutturali al trattamento integrativo. 

Ricorda poi che il trattamento integrativo 2025 NASpI viene calcolato al pari di quello riconosciuto dalle aziende. 

Trattamento integrativo 2025: a chi spetta 

Forse ti starai chiedendo, a questo punto, a chi spetta il trattamento integrativo 2025 ed è più che legittima come domanda. L’ex bonus Renzi spetta: 

  • a tutti coloro che hanno un rapporto da lavoro dipendente;
  • alcuni tra coloro che producono redditi da lavoro assimilati a lavoro dipendente, come per esempio chi prende la NASpI, stagisti e tirocinanti, chi è in congedo, gli amministratori di società e via dicendo. 

Restano, invece, escluse tutte le altre categorie diverse da quelle elencate come ad esempio chi è in pensione e coloro che non raggiungono i requisiti minimi di reddito.

Chiarito a chi spetta il trattamento integrativo, passiamo ora a quando spetta il trattamento integrativo. Se rispetti i requisiti di reddito che vedremo subito nel paragrafo precedente, troverai la voce in busta paga ogni mese.

Attenzione però: potresti anche decidere di non farti accreditare il trattamento integrativo ogni mese, recuperando la cifra che ti spetta quando fai la dichiarazione dei redditi sotto forma di rimborso dell’Agenzia delle Entrate.

Questa scelta può essere molto interessante da compiere quando hai una soglia di reddito molto vicina alla soglia massima prevista dalla legge. 

In questo caso, però, quando arriva il ​trattamento integrativo 2025? Se hai scelto il rimborso in 730, potrai presentare il modello entro il 30 settembre 2025 e aspettare i rimborsi pagati dall’agenzia stessa.

Trattamento integrativo 2025: calcolo​ della somma spettante 

L’importo viene riconosciuto in base al reddito complessivo annuo. In particolare, tieni presente che:

  • se percepisci redditi fino a 15.000 €, verrà riconosciuto il trattamento in misura piena;
  • se i tuoi redditi da lavoro sono tra 15.001 e 28.000 €, avrai la possibilità di percepire il contributo in maniera parziale, in base alle regole sotto riportate
  • oltre i 28.000 € non è previsto alcun trattamento integrativo, ma ci saranno solo delle detrazioni, che andranno a ridurre l’IRPEF da pagare.

Ci sono però anche altri fattori da considerare. Possiamo dire che questo trattamento integrativo al reddito si aggiunge a una serie di altre detrazioni sull’imposta già presenti.

Partendo dall’IRPEF lorda da pagare, ti vengono detratti i carichi di famiglia, le varie detrazioni da lavoro dipendente, quelle per l’acquisto di prima casa, le spese sanitarie e il resto. 

Se hai i requisiti di reddito che abbiamo elencato poco fa e la somma di tutte le detrazioni non copre l’IRPEF da pagare, ti viene scalato anche l’importo del trattamento integrativo, fino a un massimo di 1200 €.

Il trattamento integrativo cambia in busta paga in base al numero dei giorni di lavoro nel mese. È quindi possibile che la cifra presente nel cedolino non sia sempre uguale, ma varia di qualche euro nei diversi mesi dell’anno.

Per capire meglio, cerchiamo di chiarire il calcolo del trattamento integrativo 2025, a seconda del reddito:

  • con reddito fino a 15.000 € annui spetta un trattamento integrativo pari a circa 100 € al mese solo se l’imposta lorda supera le detrazioni da lavoro dipendente che ti spettano;
  • per i redditi tra 15.001 € e 28.000 € per il 2024, il trattamento integrativo spetta solo se l’ammontare di alcune detrazioni supera l’IRPEF lorda dovuta. In questa situazione, l’importo del bonus dipenderà dalla differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda. 

Quali sono le detrazioni da tenere in considerazione? Nello specifico sono sette:  

  1. familiari a carico;
  2. mutui agrari;
  3. mutui immobiliari per l’acquisto della prima casa fino al 31 dicembre 2022;
  4. redditi da lavoro dipendente e assimilati;
  5. spese sanitarie;
  6. spese per i lavori in casa, dalle ristrutturazioni alla riqualificazione energetica;
  7. erogazioni liberali.

In altre parole, coloro che non hanno una di queste tipologie di detrazioni potrebbero perdere il diritto al trattamento integrativo.

Attenzione: l’importo del trattamento non sarà sempre uguale, ma avrà delle variazioni in più o in meno di pochi euro, in base ai giorni indennizzabili del mese. L’ammontare del trattamento integrativo, infatti, è rapportato al periodo di lavoro nell’anno.

Come fare richiesta per il trattamento integrativo 

Per ottenere il trattamento integrativo non devi fare nulla.

Non serve una richiesta e non devi presentare autocertificazioni, perché il datore di lavoro ti anticipa la somma per conto del Fisco. Ricorda che l’importo dipende dal reddito e che oltre una certa soglia non spetta.

Se hai più redditi da lavoro dipendente e pensi di superare i limiti previsti, devi chiedere al datore di lavoro di non ricevere il trattamento integrativo, così eviti di restituire a conguaglio somme che non ti spettavano.

Come si fa la rinuncia del trattamento integrativo in busta paga?

Il documento principale da compilare e consegnare al datore di lavoro per aggiustare la situazione fiscale è il modulo delle detrazioni

Con questo documento potrai scegliere la rinuncia del trattamento integrativo perché decidi di farti riconoscere tutto quando fai la dichiarazione dei redditi.

Questa scelta può essere utile quando sei consapevole di avere più redditi nell’arco dello stesso anno. 

Trattamento integrativo 21/2020: quando viene pagato

Per riassumere, quindi, fissiamo bene quando viene pagato il trattamento integrativo 21/2020.  

Se non hai effettuato nessuna scelta in fase di assunzione o in corso del rapporto di lavoro con il modulo delle detrazioni, allora troverai il trattamento in busta paga ogni mese. 

Al contrario, nel caso in cui, con il modulo detrazioni hai rinunciato al trattamento per fartelo riconoscere nel modello 730, allora ti verrà pagato solo dopo aver trasmesso telematicamente questo modello. 

Trattamento integrativo Naspi: quanto dura​ 

Se ti stai chiedendo quanto dura il trattamento integrativo NASPi sappi che non ha una durata. 

O meglio, il trattamento integrativo dura per tutti i 12 mesi dell’anno. Sia nel caso di redditi inferiori ai 15.000 € che superiori, il trattamento integrativo verrà suddiviso per tutti i 12 mesi dell’anno.

Cosa fare se non arriva il trattamento integrativo Naspi 

Se il trattamento integrativo sulla NASpI non arriva subito non ti allarmare. Il primo pagamento può arrivare anche dopo qualche mese rispetto alla NASpI, ma quando viene pagato include anche gli importi arretrati.

Se non lo ricevi ogni mese ma ne hai diritto non perdi nulla, perché gli arretrati vengono recuperati in automatico con la dichiarazione dei redditi.

Per controllare i pagamenti entra nel Fascicolo previdenziale del cittadino sul sito INPS con SPID o CIE. Dopo l’accesso vai nel menù a sinistra e scegli “Pagamenti Piattaforma Fiscale” per vedere se il trattamento è stato versato.

Il trattamento integrativo in sede di conguaglio fiscale 

La fase di conguaglio di fine anno è importante perché le somme che ti spettavano e che non hai ricevuto ti vengono riconosciute, mentre quelle che dovevi pagare ma non sono state trattenute ti vengono scalate.

Per il trattamento integrativo vedrai gli importi nella tua Certificazione Unica (CU) e quindi nel modello 730. Queste somme non sono imponibili ai fini dell’Irpef e delle addizionali comunali e regionali, quindi non dovrai pagare niente in più per averle ricevute.

 

Leggi anche:

Conguaglio IRPEF: tutto quello che c’è da sapere

Tutto quello che c’è da sapere sulle detrazioni da lavoro dipendente

Certificazione Unica e dichiarazione dei redditi: cosa sono, quali sono punti in comune e differenze

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi gratuitamente le ultime novità, le storie e gli approfondimenti sul mondo del lavoro.