Lo abbiamo chiesto alla prof. ssa Maria Pia Rigobello, Direttrice del Master in Nutrizione Umana, Educazione e Sicurezza Alimentare, Università di Padova
Coloratissime e sfiziose, le “poke bowl” si sono ormai imposte come nuovo trend per la pausa pranzo in virtù non solo della rapidità di preparazione, ma anche del loro aspetto e accattivante e della promessa di salubrità e leggerezza.
Ma fanno davvero così bene o è solo apparenza? Ne abbiamo parlato con la professoressa Maria Pia Rigobello, Direttrice del master in Nutrizione Umana, Educazione e Sicurezza Alimentare all’Università di Padova.
Le poke bowl sono piatti unici, una sorta di variante delle nostrane insalatone, da cui fondamentalmente si differenziano per gli ingredienti, più esotici, e per la presenza di riso.
Tipiche delle Hawaii, le poke erano originariamente il pasto dei pescatori dell’Oceano Pacifico, che facevano a pezzetti (poke significa proprio “tagliare a pezzi”) gli avanzi di pesce e li mangiavano in una ciotola, con poco altro.
La ricetta si è via via arricchita di riso, frutta e verdura e in tempi recenti è sbarcata anche sulle tavole italiane, proponendosi come piatto unico salutare, leggero e molto piacevole.
Ma attenzione: per quanto il piatto unico sia realmente una soluzione molto sana dal punto di vista nutrizionale, ci sono alcuni punti a cui prestare attenzione.
«Anzitutto» spiega Rigobello «attenzione al riso bianco, perché ha un elevato indice glicemico: significa che, se lo mangiamo, il glucosio derivato dall’amido entra rapidamente in circolo nel sangue. Questo vale anche per il riso venere, che tuttavia dal punto di vista alimentare è un prodotto ottimo, e anche italiano.
Per ridurre l’impatto glicemico, possiamo scegliere il riso integrale, che ha più fibre e quindi permette un assorbimento più lento dei glucidi. Inoltre, se il piatto contiene già del riso ricordiamoci che è meglio non accompagnare anche del pane: i carboidrati sono già presenti».
Pesce, il salmone è un “finto magro”
Le varianti sono ormai numerose ma, tipicamente, le poke bowl contengono pesce crudo. «E questo non va male» spiega ancora Rigobello «il pesce fa molto bene, è ricchissimo di Omega3 e tendenzialmente non troppo calorico.
Ricordiamo però che, se è crudo, dobbiamo essere molto certi della sicurezza alimentare. Il pesce crudo, infatti, se non è freschissimo può essere attaccato da salmonella e da parassiti come l’anisakis».
Non solo. Nell’immaginario collettivo il pesce è più leggero della carne. Ma anche qui c’è da mettere qualche puntino sulle “i”.
«Il salmone» continua l’esperta «che è il pesce tipicamente più usato per le poke, è in realtà fra i pesci più grassi. Inoltre, studi scientifici hanno dimostrato che il salmone d’allevamento, come è solitamente quello che finisce sulle nostre tavole, ha anche meno Omega3 rispetto al suo fratello “selvaggio”, che nuota libero nel mare».
Un altro punto su cui porre molta attenzione sono i condimenti. «Una poke bowl tutta vegetariana può essere sanissima e molto leggera» suggerisce Rigobello «ma se sopra ci metto maionese, salse, dressing e topping l’apporto calorico schizza.
Anche con la salsa di soia è bene non esagerare, perché è ricchissima di sodio e soprattutto chi soffre di ipertensione dovrebbe stare molto attento. Nelle poke bowl c’è anche frutta, che fa benissimo ma non va sottovalutata: tipicamente, per le poke bowl vanno per la maggiore mango e avocado, che sono molto calorici. E in più, per forza di cose, non sono frutta di stagione».
«La poke bowl» conclude la direttrice del Master in Nutrizione Umana, Educazione e Sicurezza Alimentare «ha tutti i pregi del piatto unico, ma dobbiamo fare attenzione a comporla in modo bilanciato.
Per quanto riguarda le proteine, bene il pesce. Possiamo mettere dei gamberetti: sono poco calorici ma ricchi di colesterolo, quindi è bene non esagerare.
Anche il pesce azzurro dei nostri mari è tutto ottimo e leggero. In alternativa, possiamo inserire dei legumi, anche quelli nostrani: fagioli, piselli e tutti gli altri. La frutta e la verdura andrebbero aumentate in quantità: la porzione delle poke bowl non soddisfa il nostro fabbisogno quotidiano.
Per la frutta, ricordo che è sempre preferibile quella a km zero e di stagione, sia per ragioni etiche e sia per ragioni di salubrità, perché i prodotti italiani seguono una filiera controllatissima. Questo, naturalmente, senza demonizzare la frutta esotica. Lo stesso vale anche per la verdura: siamo in autunno, sono di stagione broccoli e broccoletti. E anche le carote, che sono colorate e fanno benissimo».
Leggi anche: