I premi di produzione si possono convertire in welfare aziendale e fondi pensione. Una scelta molto conveniente dal punto di vista fiscale
Il welfare aziendaleÈ l’insieme di benefit e prestazioni che un datore di lavoro riconosce ai suoi dipendenti, in aggiunta alla normale retribuzione, con lo scopo di migliorarne la qualità della vita privata e professionale. More è l’insieme di tutti i beni o servizi che un’azienda offre ai propri dipendenti al fine di migliorare la loro qualità di vita e lavorativa.
I benefit possono essere i più diversi: i più comuni sono i buoni pasto, ma tante aziende offrono anche, ad esempio, abbonamenti per attività sportiva, previdenza complementare, abbonamenti per mezzi pubblici, borse di studio per i figli. I vantaggi del welfare aziendale sono contributivi e fiscali, oltre all’utilità del bene o del servizio.
Aziende e lavoratori non pagano, o pagano meno, contributi e tasse sul valore di quanto ricevuto.
Alla voce welfare possono essere riportati anche i premi di risultato. Se il contratto collettivo e l’azienda lo consentono, infatti, il lavoratore può scegliere di riceverli in denaro o di convertirli in benefit: una scelta, questa, molto conveniente dal punto di vista economico.
Se corrisposti al lavoratore in denaro, infatti, i premi di risultato si “alleggeriscono” dell’imposta sostitutiva Irpef e del contributo INPS, per un taglio complessivo intorno al 20%.
Una novità, introdotta con la Legge di Bilancio 2017, prevede inoltre un’ulteriore possibilità, ovvero quella di convertire i premi di risultato, in tutto o in parte, in contributi a fondo pensione.
Una scelta estremamente vantaggiosa dal punto di vista fiscale. Per prima cosa perché questi contributi partecipano dei benefici del welfare aziendale, quindi non sono soggetti a imposta sostitutivaÈ un prelievo che si applica alla fonte su taluni redditi (ad es. interessi sui conti correnti bancari o postali che non sono relativi all’attività d’impresa, interessi sui BOT o altri titoli di debito pubblico); i redditi soggetti a imposta sostitutiva, come quelli a tassazione separata, sono esclusi dalla base imponibile. More del 10% e non concorrono a formare reddito da lavoro.
Inoltre non vengono tassati nemmeno in fase di prestazione e in più il lavoratore gode anche dei vantaggi fiscali della previdenza complementare, che nell’ambito del welfare aziendale si fanno ancora più ricchi.
Nel dettaglio: la deducibilità fiscale aumenta, la parte dei premi convertiti in pensione integrativa non viene tassata e, in più, sia il lavoratore che l’azienda risparmiano totalmente l’imposta dovuta all’INPS, che viene compensata con la conversione del premio in pensione integrativa.
Non tutte le banche e aziende assicurative hanno una struttura tale da poter offrire questo servizio, ma tra queste c’è Generali Italia, che offre consulenze su come destinare questi premi, esponendo il notevole vantaggio fiscale e contributivo. Per saperne di più, contatta l’Agenzia Generali Padova Facciolati