Dallo Stato 6 miliardi per favorire innovazione e processi digitali, inclusione e parità di genere, fattori ormai cruciali per la ripresa delle aziende
I temi innovazione e inclusività sono stati al centro dell’evento conclusivo della terza stagione di Global Inclusion, il Comitato che ha come obiettivo principale quello di favorire l’inclusione. Ad esso fanno riferimento 171 imprese, 68 associazioni, e 9 università. Nel corso dell’evento è stata evidenziata l’importanza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), come occasione per accelerare le trasformazioni già in atto nel mondo del lavoro. In esso rientrano 60 progetti per un investimento pari a 6 miliardi, destinati a favorire la digitalizzazione e la parità di genere nelle imprese.
Tra gli ospiti intervenuti alla tavola rotonda, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, che ha spiegato come lo Stato intenda gestire i 60 progetti: «Chiediamo alla comunità scientifica di fare ricerca e innovazione per formare reti. Una delle clausole nella valutazione dei progetti da finanziare, è quella di reclutare per almeno il 40% donne, e che possano parteciparvi solo enti che si dotino di un piano per la parità di genere o di un bilancio di genere».
Fabio Pompei, Chief Executive Officer di Deloitte Italia, ha sottolineato il ruolo dell’innovazione tecnologica nell’emancipazione e nella diffusione della parità di genere: «La digitalizzazione è stata accelerata dalla pandemia, e la rivoluzione tecnologica rappresenta un mezzo con cui il mondo cambierà, diventando più inclusivo e sostenibile».
Fabrizio Rutschmann, Chief HR Officer in Prysmian Group, ha condiviso l’idea che l’emergenza sanitaria sia stata un propulsore di cambiamento senza precedenti: «La pandemia ha costituito un acceleratore formidabile per le imprese, nell’aiutare i dipendenti ad essere inclusi digitalmente. Grandissima parte delle persone che lavorano per noi sono impiegati nelle fabbriche.
La nostra sfida – ha proseguito Rutschmann –, è quella di includere il 100% della nostra forza per far sì che tutti si sentano coinvolti e abbiano voglia di condividere competenze, lavorando attraverso il proprio smartphone, ad esempio. Le aziende possono fare molto investendo negli strumenti digitali. Ci si deve rendere conto che sta cambiando la popolazione aziendale. Esiste una parte di lavoratori over 50, ma ci sono anche tantissimi millennials, che hanno esigenze e velocità diverse».
Paola Angeletti, Chief Operating Officer di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato, invece, l’importanza della formazione a tutti i livelli, a partire dai manager: «L’apprendimento continuo e l’aggiornamento sono fattori indispensabili ad affrontare il cambiamento in atto. Ma sono anche strumenti con cui valorizzare le competenze, favorire la meritocrazia e il rispetto delle diversità, così da permettere a tutti di realizzarsi professionalmente mettendo a frutto i propri talenti».
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