L’iniziativa nasce dalle lavoratrici di ServiceNow per dare voce alle donne che lavorano nell’alta tecnologia. Ne parliamo con Alessandra Liberali, una delle fondatrici
Alessandra Liberali è Enterprise account executive – Italy per ServiceNow, multinazionale americana nel settore IT. Da laureata in materie umanistiche si è sempre confrontata con il mondo del tech e nei mesi del distanziamento, insieme a colleghe da tutto il mondo, è stata tra le animatrici e fondatrici di “Women@Now”. L’iniziativa non si rivolge solo alle lavoratrici di ServiceNow, ma guarda a tutte le donne che lavorano nel tech: una minoranza tutt’altro che silenziosa, in grado di dare un contributo fondamentale ad un mondo spesso considerato, erroneamente, prerogativa maschile.
Prima di proseguire, ricordiamo che questa intervista fa parte della campagna WI LOVE EQUALITY – promossa dallo studio legale WILEGAL e SHR Italia in collaborazione con laborability – che sostiene la gender equality, promuovendo un atteggiamento etico ed equo nel mondo del lavoro. Attraverso l’informazione ci impegniamo a sostenere cause giuste e inclusive per guardare a un futuro migliore.
Certo, se guardiamo i numeri, gli ingegneri informatici o gli informatici puri sono ancora in prevalenza uomini. Ma non solo. «Il mondo digitale – spiega Liberali – è a misura di donna. Ma qui le competenze tecniche sono fondamentali e, proprio per questo, va incentivato l’inserimento di sempre più colore rosa in ambito STEM (science, technology, engineering, mathematics, ndr). Non c’è alcun motivo per considerare certi studi più “giusti” per i maschi. Tutto comincia dai banchi di scuola, dove è necessaria una maggiore alfabetizzazione digitale per tutti. Per le ragazze, ancora di più. Servirebbero sempre più esempi di scienziate, appassionate, studiose nell’ambito STEM alle quali ispirarsi per acquisire ancora più fiducia in noi stesse. Perché nel tech c’è bisogno di donne. Le soft skills tipicamente femminili, come la creatività, la capacità di problem solving e la curiosità possono rendere il mondo del digitale un universo magico tutto da inventare».
E se le competenze tecniche sono fondamentali, è pur vero che in una grande azienda non può esserci spazio per soli tecnici. Ma anche che, per i “non tecnici”, la vita non è sempre facile. A maggior ragione se sono donne. «Io sono laureata in materie umanistiche – continua Liberali – non mi occupo di informatica. Ma ho lavorato ed investito molto per affermare la mia professionalità, per posizionare la mia carriera in un contesto tipicamente maschile, per essere ascoltata e seguita nella responsabilità che ho nel ricoprire un ruolo di gestione e sviluppo dei miei clienti. Ho lavorato sempre per realtà multinazionali attente al ValoreD e questo mi ha aiutato ad acquisire sempre più fiducia in me stessa. Non sono mancate le difficoltà, ma grazie al percorso che ho intrapreso con la mia life coach ho compreso come superare le difficoltà tenendo ben presenti gli ostacoli da affrontare».
Questo percorso ha permesso ad Alessandra Liberali di cambiare approccio. «Ho puntato su ciò che più mi viene naturale – continua – ovvero gestire le relazioni con i miei clienti interni ed esterni. Saper orchestrare le risorse al meglio, costruire opportunità e far emergere i bisogni del cliente. Ho iniziato a chiedere aiuto e supporto. E ho impiegato del tempo a distaccarmi dal modello di leadership maschile. Certamente mi contraddistinguono una grande determinazione e la capacità di vedere sempre oltre. Ma è stato fondamentale ritrovare la fiducia in me stessa. Ora guardo al mondo professionale come al mio mondo, e me lo vado a prendere. Un domani vorrei essere una di quelle donne manager che fa scendere l’ascensore per portare su più donne e ragazze oltre il famoso soffitto di cristallo».
Ma per far scendere quell’ascensore non bastano donne coraggiose e determinate: servono politiche orientate alla gender equality, in grado di riconoscere e valorizzare la diversity. «Io credo che il percorso di carriera femminile si costruisca superando ostacoli visibili e invisibili – dice Liberali – e per superarli servono strumenti aziendali moderni. Una cultura meritocratica, lo smart-working, il lavoro per risultati, i servizi di supporto alla maternità, condivisione e inclusione per far fronte a stereotipi di genere. Credo che la chiave del successo di un’azienda sia nelle le persone con integrità, con competenza e predisposizione alla diversità. Non solo di genere, ma anche rivolta alla concorrenza o verso coloro i quali hanno idee differenti. Le aziende devono andare oltre i confini del semplice essere un’organizzazione aziendale. In particolar modo, per chi dell’innovazione fa il proprio business, la missione aziendale deve avere uno scopo anche umano».
Da riflessioni come questa nasce Women@Now, un network – non solo femminile – dedicato alle donne che lavorano, o vogliono lavorare nel mondo della tecnologia. «Quando ci siamo ritrovati a lavorare a distanza – spiega Liberali – abbiamo iniziato a sfruttare di più la piattaforma di comunicazione interna che già esisteva. Tra donne abbiamo iniziato a parlare di lavoro e di vita: eravamo in contatto da ogni parte di mondo, i nostri discorsi andavano avanti in un flusso continuo, in grado di valicare i diversi fusi orari. Abbiamo acquistato una consapevolezza diversa del nostro ruolo, e abbiamo iniziato a muoverci pensando ad un network che uscisse dai confini aziendali per rivolgersi a tutte le colleghe del nostro settore. La cosa più bella? Abbiamo ricevuto l’appoggio e l’adesione anche di colleghi uomini, che hanno voluto sposare la nostra causa. Questo progetto è ancora nascente: ci stiamo muovendo proprio ora per stringere partnership e costruire ponti. E sono certa che, a breve, avremo molte news da raccontare».
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