Dalla sanità all’assistenza sociale, fino alle partite Iva: le persone che arrivano dall’Ucraina possono entrare nel mondo del lavoro
Sono intraprendenti e hanno voglia di normalità: i profughi ucraini che arrivano in Italia desiderano lavorare, sia nel loro settore di riferimento in base agli studi fatti nel loro Paese, sia in altri comparti in cui si presenti la necessità. E la possibilità legale c’è: le persone che fanno richiesta della protezione temporanea europea acquisiscono automaticamente il diritto ad avere accesso al lavoro.
Per le aziende italiane, quindi, è possibile assumere persone che hanno lasciato l’Ucraina e, allo stesso tempo, queste ultime possono aprire una partita Iva per lavorare come autonome.
Una volta arrivati in Italia, gli ucraini richiedono alla Questura il permesso di soggiorno, legato alla protezione temporanea, e questo permette loro di lavorare sia in forma subordinata, anche stagionale, sia autonoma. Il tutto in deroga ai numeri previsti dal decreto flussi che, ogni anno, disciplina l’accesso al lavoro in Italia dei cittadini extracomunitari.
Nel documento rilasciato dalle Questure, vengono riportati i dati che identificano la persona, e un codice che consente l’assunzione del lavoratore da parte dell’azienda. Questo permesso di soggiorno legato alla protezione temporanea dura un anno, ed è rinnovabile per altri due periodi di sei mesi ciascuno.
I cittadini ucraini presentano un alto tasso di scolarizzazione e, nella maggior parte dei casi, sono persone che hanno conseguito uno o più titoli di laurea. Hanno una formazione trasversale in ambito informatico e padroneggiano con facilità l’uso di device e social network: che siano insegnanti di inglese,ingegneri o laureati in materie umanistiche, hanno una grande facilità nell’utilizzare gli strumenti informatici che hanno a disposizione.
In occasione della pandemia, è stato emanato un decreto legge che ha stabilito deroghe rispetto al normale processo di riconoscimento dei titoli professionali dei lavoratori extraeuropei, per le professioni sanitarie.
Gli ucraini che abbiano la qualifica di operatori sanitari, residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, e in possesso del Passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati, possono essere assunti da strutture pubbliche o private con contratti a termine, o di collaborazione coordinata e continuativa.
Possono essere assunti medici e infermieri: questi ultimi possono svolgere anche il compito di assistenti sanitari. In Italia lavorano 92.160 colf, badanti e baby sitter ucraine in regola. Quella ucraina è la terza nazionalità per numero dei lavoratori domestici in regola in Italia, e anche il comparto dell’assistenza familiare rappresenta un bacino importante di offerta di lavoro per gli ucraini in arrivo.
Nel settore turistico, le strutture alberghiere e della ricezione hanno grande difficoltà nel reclutare personale stagionale: chi proviene dall’Ucraina, dunque, potrebbe essere inserito negli alberghi. La padronanza dell’inglese e di altre lingue rappresenta una caratteristica fondamentale per lavorare a contatto con i clienti.
Anche nel comparto agricolo c’è la forte richiesta di lavoratori stagionali, che potrebbero essere impiegati nella raccolta della frutta e di altri prodotti, e anche nei processi di confezionamento.
Altrettanto semplice è l’accesso al lavoro autonomo: con la sola richiesta del permesso di soggiorno, gli ucraini che arrivano in Italia possono aprire una partita Iva. Gli imprenditori ucraini in Italia sono 9.324 e, negli ultimi dieci anni, questa spinta all’imprenditoria è andata accentuandosi.
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