Il mercato della sostenibilità crea 2 milioni di posti di lavoro e fa girare 345 miliardi. E le Pmi crescono anche sul mercato azionario
Dalle piastrine militari alle card digitali: Matica Fintec, piccola multinazionale con sede a Novara e fatturato di 14 milioni di euro, ha cambiato volto sposando la sostenibilità. Il 20% dei tecnici impiegati sono ricercatori e i dipendenti sono complessivamente decuplicati in dieci anni. La pandemia ha rallentato la supply chain ma non i contratti, che ad onta della crisi procedono a spron battuto. A dimostrazione del fatto che la strada verso il futuro sembra ormai tracciata ed è costellata di traguardi nel campo della sostenibilità. Lo dimostra l’ultimo rapporto sulla Bioeconomia di Intesa San Paolo, secondo cui la pandemia causata dal Covid-19 ha reso «ancora più evidente la necessità di ripensare il modello di sviluppo economico in una logica di maggiore attenzione al rispetto ambientale».
La bioeconomia è intesa come sistema che utilizza le risorse biologiche, inclusi gli scarti, per la produzione di beni ed energia. In Italia occupa oltre due milioni di persone e muove un giro d’affari pari a circa 345 miliardi di euro. Una cifra che pone l’Italia al terzo posto in Europa, dopo Germania (414 miliardi) e Francia (359 miliardi). La bioeconomia è stimata in crescita di oltre 7 miliardi rispetto al 2017 (+2,2%), grazie in particolare al contributo della filiera agro-alimentare, a cui è dedicato il rapporto. Il settore agro-alimentare, infatti, genera da solo oltre la metà del valore della produzione e dell’occupazione, portando l’Italia a posizionarsi ai primi posti in Europa.
L’Italia è tra i leader europei con quasi 2 milioni di ettari di terreni destinati alle coltivazioni biologiche. L’analisi dei bilanci di un campione di oltre 9.300 imprese dell’agro-alimentare italiano, inoltre, evidenzia come le imprese con certificazioni biologiche abbiano registrato una crescita del fatturato del 46% tra il 2008 ed il 2018, quasi il doppio rispetto al +25% delle imprese senza certificazioni.
Le imprese che integrano i fattori socio-ambientali nei modelli e nelle strategie di business guadagnano visibilità anche nelle quotazioni in borsa. Secondo l’analisi di Ir Top Consulting, le 37 imprese sostenibili quotate su Aim Italia (l’indice della borsa di Milano dedicato alle Pmi) rappresentano già il 29% del mercato. In particolare, si tratta di 18 società con un business model “green” e 19 società “sustainable”. La capitalizzazione complessiva sfiora i 2,5 miliardi di euro, mentre la capitalizzazione media tocca i 67 milioni, superando così i 46 milioni del mercato Aim. L’incremento medio, considerando i risultati economico-finanziari relativi al 2019, è stimato intorno al 16%.
Cosa producono queste aziende? Assolutamente di tutto.
Matica Fintec è specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di soluzioni per card digitali: carte di credito, bancomat, ricaricabili, passaporti, patenti di guida. Sicit Group, azienda vicentina da 55 milioni di fatturato, ritira i residui delle concerie e li trasforma in prodotti ad alto valore aggiunto, muovendosi in un ambito di circular economy. O ancora, Arterra Bioscience opera nel campo della ricerca e sviluppo di ingredienti innovativi e naturali. Sfruttando le potenzialità degli organismi viventi, come batteri, lieviti e piante, sviluppa prodotti e processi che trovano applicazione in vari settori industriali, dalla cosmetica all’agricoltura.