Startup e incubatori d’impresa nel nuovo spazioporto di Taranto: l’Enac investe 50 milioni di euro
Il primo spazioporto d’Italia sorgerà a Taranto, e sarà destinato anche a ricerca e sperimentazioni all’avanguardia. L’Enac ha investito nel progetto ben 50 milioni di euro, che serviranno per realizzare una parte dei moduli dell’infrastruttura.
Quest’ultima sarà composta dal piazzale di sosta dei sistemi veicolo collegato alla pista di volo; dall’hangar polifunzionale per il ricovero, l’assemblaggio e la manutenzione dei veicoli, dalla struttura destinata a ospitare museo, area eventi e attrazioni a tema e, infine, da un edificio multifunzionale che servirà come incubatore di impresa, a enti di ricerca e formazione.
Lo spazioporto è un insieme di strutture deputate all’atterraggio, decollo e mantenimento di astronavi. Quella di Taranto è l’unica infrastruttura in Italia dedicata all’aerospazio, e ai voli suborbitali e orbitali, e consentirà alla regione Puglia di accreditarsi come uno dei principali centri europei per i trasporti commerciali nello spazio.
Sembra fantascienza ma non lo è: la New Space Economy si sta consolidando sempre di più, e comprende realtà che operano nel settore o che sono interessate a investire nel futuro, coniugando sviluppo, lavoro e progresso scientifico.
La Space Economy è la nuova frontiera a cui stanno guardando con interesse imprese e istituzioni: partendo da ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali, si arriva fino alla generazione di prodotti e servizi innovativi.
Si tratta, ad esempio, di servizi di telecomunicazioni, di navigazione, di monitoraggio ambientale, previsione meteo, e molto altro che sia correlato all’ambito spaziale e abbia necessità di strumentazioni ad alto contenuto tecnologico, provenienti dal settore aerospaziale.
Tra le opere previste dal progetto c’è anche un edificio multifunzionale destinato a incubatore di imprese, enti di ricerca e formazione. Questa struttura sarà un punto di riferimento per le startup del territorio nazionale, e non solo: potranno convogliare nell’incubatore nuove idee imprenditoriali da tutta Europa, sfruttando professionisti e ricercatori per concretizzare servizi e prodotti che miglioreranno la qualità di vita delle persone.
Lo scopo dell’associazione Criptaliae Spaceport, che rappresenta giuridicamente lo spazioporto, e in futuro diventerà una fondazione, è quello di intercettare la domanda di servizi innovativi del comparto aerospaziale, sia di natura pubblica che privata.
La struttura di Taranto non è solo uno spazioporto per lo sviluppo strategico nazionale dell’autonomo accesso allo spazio, ma anche test bed aeronautico per sviluppo, sperimentazione e certificazione di progetti di ricerca industriali e scientifici in ambito aeronautico e aerospaziale.
La regione Puglia si mostra particolarmente attiva nel comparto: sono davvero numerosi i player di successo che operano nelle specializzazioni produttive del settore. Si va dalla progettazione dei software alla propulsione, passando per la progettazione e la costruzione dei velivoli.
Alla fine del 2019, in Puglia il settore contava 738 milioni di fatturato nelle esportazioni, 550 imprese e oltre 7.900 addetti ai lavori, per un totale di mezzo miliardo di investimenti derivato dagli strumenti regionali di agevolazione.
Leggi anche:
‘Robotica e nuove tecnologie. I robot fanno studiare di più’