5 buoni motivi per versare il TFR in un fondo pensione

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Meno tasse, più rendita, disponibilità immediata: versare il TFR in un fondo pensione conviene. Scopriamo perché

Il TFR, trattamento di fine rapporto, è una somma che il datore di lavoro deve versare al lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Nel gergo comune è chiamato anche “liquidazione” o “buonuscita”. Spetta di diritto a tutti i lavoratori dipendenti, senza sottoscrivere alcun accordo specifico.

Solitamente la somma maturata viene versata al lavoratore alla fine del rapporto. Questa, tuttavia, non è l’unica possibilità. Un’altra scelta possibile è infatti quella di versare il nostro “tesoretto” in un fondo pensione, ed esistono una serie di buone ragioni, economiche ma non solo, per cui questa scelta può risultare più conveniente. Vediamole insieme.

Tassazione inferiore

La prima questione riguarda la tassazione. Al momento della liquidazione, infatti, l’impresa tratterrà un’aliquota fiscale pari alla media degli ultimi cinque anni. La percentuale minima, quindi, sarà del 23%. Il fondo pensione, invece, pur essendo tassato a sua volta, gode di condizioni agevolate: l’imposta massima non supera il 15%.

Facciamo un esempio. Se la liquidazione è, immaginiamo, di 30mila euro, al netto della tassazione l’azienda me ne darà non più di 23.100 (con una tassazione del 23%). Con il fondo pensione, invece, avrò diritto a non meno di 25.500 euro.

Rendita migliore

In media, depositare questa somma in un fondo pensionistico conviene anche perché assicura una rendita migliore.

Quando viene versato in azienda, infatti, ha un rendimento pari al 75% dell’inflazione annua (l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertato dall’ISTAT) a cui si aggiunge un tasso fisso di +1,5%.

I fondi pensionistici, invece, vengono gestiti in modo tale da assicurare il miglior rendimento possibile. Secondo l’indagine della COVIP (la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), il rendimento medio è del 3,7%, al netto dei costi di gestione.

Più flessibilità

Il TFR, di norma, viene liquidato solo al momento della chiusura del rapporto di lavoro. Possono tuttavia subentrare alcune situazioni di particolare necessità, quali la nascita di un figlio, una malattia grave o l’acquisto della casa, tali da mettere il lavoratore nelle condizioni di averne bisogno in anticipo. In questo caso, il dipendente può farne richiesta, ma l’azienda potrà anticipare una quota non superiore al 70%.

Chi lo destina a un fondo pensione, invece, può richiederne una quota anticipata pari al 75%. In più, tra le motivazioni per chiedere l’anticipo, oltre a quelle già citate si aggiunge la ristrutturazione di casa propria o dei figli.

Fondo pensione, gestione separata

Un altro buon motivo per scegliere il fondo pensionistico si deve al fatto che solo le aziende con più di 50 dipendenti hanno l’obbligo di investire il trattamento di fine rapporto in un fondo INPS. Tutte le altre, invece, lo trattengono in azienda. Questo perché l’impresa affronta continue spese, ad esempio per l’aggiornamento o la riparazione dei macchinari, o per saldare i conti con i fornitori. 

Il bisogno di liquidità è costante e, soprattutto se l’azienda è di piccole o medie dimensioni, per far fronte alla necessità del quotidiano può aver bisogno di attingere a tutto il capitale disponibile.

Di conseguenza, nel momento in cui si chiude il contratto, i soldi potrebbero essere già disponibili, ma potrebbe anche volerci qualche mese perché l’azienda abbia modo di accantonare la somma.

Naturalmente, questa possibilità non si presenta nel caso in cui i soldi siano depositati in un fondo pensione.

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Guardiamo ora l’ultimo dei cinque buoni motivi per cui versare il TFR in un fondo pensione.

Il tramonto del posto fisso

Oltre ai motivi strettamente economici ce ne sono poi di altra natura, legati più a questioni che hanno a che fare con l’organizzazione del lavoro. Uno fra tanti: il posto fisso, stella polare delle precedenti generazioni, sembra ormai definitivamente tramontato in favore di un mondo del lavoro più fluido. 

Ogni volta che si cambia lavoro, la somma che è stata lasciata in azienda viene liquidata e, di conseguenza, tassata. Se lo lasciamo maturare in un fondo pensionistico, invece, verrà liquidato solo a fine carriera, raggiungendo il massimo degli interessi.

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