Meno tasse, più rendita, disponibilità immediata: versare il TFR in un fondo pensione conviene. Scopriamo perché
Il TFR, o trattamento di fine rapporto, è una somma che il datore di lavoro ti deve dare al momento della fine del rapporto di lavoro. Comunemente chiamato “liquidazione” o “buonuscita,” ti spetta di diritto come dipendente, senza bisogno di firmare alcun accordo specifico.
Tecnicamente si parla di “devolvere” o “destinare” il TFR a un fondo pensione. Questa è una delle due opzioni che hai per gestire il tuo trattamento di fine rapporto.
Infatti, hai due scelte:
Se scegli la seconda opzione, il datore di lavoro è tenuto a versare l’importo maturato del TFR al fondo pensione che hai indicato.
Fai attenzione alla tempistica: se non esprimi la tua preferenza entro sei mesi dall’inizio del rapporto di lavoro, per legge il TFR viene destinato automaticamente al fondo pensione stabilito dalla contrattazione collettiva di riferimento.
È sempre possibile cambiare idea? Dipende. Se decidi di lasciare il TFR in azienda, puoi sempre cambiare idea e destinarlo a un fondo pensione. Tuttavia, se scegli il fondo pensione, non puoi poi far tornare il TFR in azienda.
Di solito, la somma maturata viene versata sul tuo conto alla fine del rapporto di lavoro. Questa, però, non è l’unica opzione. Puoi anche scegliere di destinare il tuo “tesoretto” a un fondo pensione, e ci sono diverse buone ragioni, non solo economiche, per cui questa scelta può essere più conveniente. Vediamole insieme.
La prima questione riguarda la tassazione del TFR. Se lasci il TFR in azienda, al momento della liquidazione l’impresa applicherà un’aliquota fiscale calcolata sulla media degli ultimi cinque anni. Con le aliquote attuali, la percentuale minima sarà del 23%, ma può aumentare fino al 33% o 45%, a seconda dei tuoi redditi e degli scaglioni IRPEF.
Se invece versi il TFR su un fondo pensione, pur essendo tassato, avrai una tassazione agevolata, con un’imposta massima del 15%.
In pratica, la tassazione minima del TFR lasciato in azienda (23%) è già meno conveniente rispetto alla tassazione massima del TFR destinato a un fondo pensione (15%).
Per esempio, se la tua liquidazione è di 30.000 €, al netto delle tasse l’azienda ti darebbe non più di 23.100 € (con una tassazione del 23%). Con il fondo pensione, invece, riceveresti almeno 25.500 €.
In media, destinare il TFR a un fondo pensione conviene anche perché offre una rendita migliore.
Se lasci il TFR in azienda, il rendimento sarà pari al 75% dell’inflazione annua (cioè l’aumento dei prezzi al consumo per le famiglie, accertato dall’ISTAT), con l’aggiunta di un tasso fisso dell’1,5%.
I fondi pensione, invece, sono gestiti per garantire il miglior rendimento possibile. Secondo un’indagine della COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), il rendimento medio dei fondi pensione è del 3,7%, al netto dei costi di gestione.
Di norma, il TFR viene pagato solo alla fine del rapporto di lavoro. Tuttavia, in situazioni di particolare necessità, come la nascita di un figlio, una malattia grave o l’acquisto di una casa, potresti aver bisogno di riceverlo in anticipo. In questo caso, puoi fare richiesta di anticipo TFR, ma l’azienda potrà versarti una quota non superiore al 70%.
Se invece hai destinato il TFR a un fondo pensione, puoi richiedere un anticipo fino al 75%. Inoltre, tra i motivi per chiedere l’anticipo, oltre a quelli già citati, rientra anche la ristrutturazione della tua casa o di quella dei tuoi figli.
Un altro buon motivo per scegliere il fondo pensione è che solo le aziende con più di 50 dipendenti sono obbligate a versare il TFR in un fondo INPS. Le altre aziende, invece, trattengono il TFR al loro interno. Questo avviene perché l’azienda deve affrontare costantemente spese, come l’aggiornamento o la riparazione dei macchinari, o il pagamento dei fornitori.
Soprattutto per le piccole e medie imprese, il bisogno di liquidità è continuo, e può capitare che utilizzino tutto il capitale disponibile per far fronte alle necessità quotidiane. Di conseguenza, quando si chiude il contratto, i soldi del TFR potrebbero essere già pronti, ma potrebbe anche volerci qualche mese prima che l’azienda riesca ad accantonare la somma.
Questa situazione non si verifica se i soldi sono destinati a un fondo pensione.
Prima di passare all’ultimo dei cinque buoni motivi per versare il TFR in un fondo pensione, analizziamo i vantaggi del Piano Pensione Moneyfarm. Moneyfarm permette infatti di sottoscrivere un piano pensione totalmente digitale, con costi competitivi e trasparenti e con il supporto costante di un consulente dedicato.
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Guardiamo ora l’ultimo dei cinque buoni motivi per cui versare il TFR in un fondo pensione.
Oltre ai motivi economici, ci sono anche ragioni legate all’organizzazione del lavoro. Un esempio rilevante è il cambiamento nel mondo del lavoro: il posto fisso, così importante per le generazioni passate, sta lasciando spazio a un contesto lavorativo più flessibile e dinamico.
Ogni volta che cambi lavoro, il TFR lasciato in azienda viene liquidato e quindi tassato. Se, invece, lo fai maturare in un fondo pensione, verrà pagato solo a fine carriera, raggiungendo così il massimo degli interessi.
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Gli unici due possibili svantaggi, se così si possono definire, riguardano la fiducia nella società che custodisce e investe le somme e il fatto che potrai usufruire delle somme versate solo in tempi posticipati.
La scelta dipende dalle tue esigenze e necessità personali. In questo articolo abbiamo visto che destinare il TFR a un fondo pensione offre diversi vantaggi, come una rendita maggiore e una tassazione agevolata, solo per citarne alcuni. Tuttavia, se preferisci incassare e monetizzare il TFR ogni volta che concludi un rapporto di lavoro, lasciare il TFR in azienda è un’opzione adatta per te.
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