Assegno unico per stranieri: tutto quello che devi sapere

Coppia di genitori di origine asiatica con figli assegno unico genitori stranieri
(foto Shutterstock)

Quali sono i requisiti per gli stranieri residenti in Italia che possono richiedere l’assegno unico e universale

L’assegno unico e universale rappresenta la grande novità per il bilancio familiare. È stato introdotto nel 2022 e ha sostituito tutte le precedenti forme di sostegno per i figli a carico. Ha preso il posto degli assegni familiari e degli assegni per il nucleo familiare.

Da marzo 2022, infatti, i genitori con figli a carico hanno a disposizione questa unica misura. Spetta a tutti i genitori, sia dipendenti che autonomi, senza limiti di reddito. Secondo le ultime statistiche dell’INPS, i beneficiari sono quasi 6 milioni per un totale superiore a 9 milioni di figli a carico.

Anche i cittadini stranieri possono fare domanda, a condizione che soddisfino i requisiti di permanenza nel suolo italiano e abbiano un valido permesso di soggiorno. 

Per qualsiasi ulteriore curiosità, il team di esperti di Laborability ha creato una guida Assegno Unico 2024 che aiuta a compilare, in autonomia, la domanda di assegno unico sul sito dell’INPS.

In cosa consiste l’assegno unico per stranieri 

Non c’è alcuna differenza tra cittadini italiani, stranieri, comunitari o extracomunitari. L’assegno unico e universale è la stessa misura di sostegno e non cambia in base alla tua nazionalità.

Di recente, il mondo delle misure di sostegno a favore delle famiglie è stata oggetto di importanti sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia UE che hanno sancito il divieto di discriminazione nell’accesso delle misure di sostegno a favore di famiglie e lavoratori.

Assegno unico: requisiti per stranieri 

Se questa forma di sostegno spetta a tutti i residenti, a prescindere dalla nazionalità o residenza, non è tuttavia sufficiente la semplice residenza in Italia. È infatti necessario dimostrare alcuni requisiti per ottenere l’assegno unico per stranieri.

Innanzitutto, in quanto residente (italiano, comunitario o extracomunitario) devi dimostrare questi requisiti:

  • paghi l’imposta sul reddito in Italia;
  • sei residente e domiciliato in Italia da almeno due anni anche non continuativi;
  • in alternativa alla residenza/domiciliazione biennale, devi essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a «tempo determinato di durata almeno semestrale».

Come chiaramente specificato dalla norma, i presupposti descritti devono essere posseduti “al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio”.

I cittadini extra UE, poi, devono soddisfare un altro requisito per poter ottenere assegno unico per stranieri. L’unica differenza tra cittadini stranieri appartenenti all’Unione Europea ed extracomunitari cittadini extra UE riguarda infatti il possesso di determinati permessi di soggiorno.

Assegno unico stranieri: quale permesso di soggiorno è necessario?

Per poter richiedere assegno unico stranieri, devi essere in possesso di uno dei seguenti permessi:

  • soggiorno UE di lungo periodo;
  • permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi;
  • soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi;
  • permesso per ricongiungimento familiare;
  • permesso per asilo politico o protezione umanitaria.

Come chiarito anche dalla circolare 2951 dell’INPS, ci sono quindi alcuni permessi di soggiorno che non sono validi per il riconoscimento dell’assegno: ad esempio, quello per turismo, quello per lavoro stagionale di durata inferiore a sei mesi, e altri permessi non ricompresi nell’elenco che hai letto poco sopra.

Come richiedere l’assegno unico per stranieri residenti in Italia

Per fare domanda di assegno unico per stranieri residenti in Italia, la procedura è la stessa per i cittadini italiani. La domanda può essere presentata direttamente online sul sito dell’INPS o avvalendosi di un CAF.

Se la domanda viene accolta, l’assegno unico è riconosciuto a partire dal mese successivo a quello della domanda.

Assegno unico stranieri: a quanto ammonta? 

Sia nel caso di italiani che di stranieri, il minimo che si può ricevere per ciascun figlio a carico è 57 euro al mese, mentre il massimo è di 199 euro. 

L’assegno viene calcolato in base all’ISEE, l’indice situazione economica equivalente. Per ricevere la somma corrispondente al tuo scaglione, quindi, devi presentare questo documento, che viene rilasciato da un CAF o patronato.

A seconda del valore del tuo indice, ricevi una cifra diversa:

  • fino a 17.090 euro → 199 euro;
  • fino a 22.787 euro → 170 euro;
  • fino a 28.484 euro → 141 euro;
  • fino a 34.181 euro → 113 euro;
  • oltre 45.574 euro → 57 euro;
  • se non si presenta l’ISEE → 57 euro.

Ci sono poi dei casi specifici per cui sono previste delle maggiorazioni, al di là della soglia ISEE.

Quanto dura l’assegno unico per stranieri?

Non c’è alcuna differenza tra i beneficiari dell’assegno, quindi la durata non cambia se viene rilasciato a un cittadino italiano o straniero. Si ha diritto a percepire l’assegno finché il figlio risulta a carico, anche se è maggiorenne, ma in questo caso fino ai 21 anni di età a meno che non abbia una disabilità.

Assegno unico per residenti estero 

La residenza in Italia è uno dei requisiti necessari per poter richiedere l’assegno unico. Pertanto, gli stranieri residenti all’estero non possono ottenere l’assegno unico

L’unica eccezione è rappresentata dal possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato della durata di almeno 6 mesi

E se i figli non sono residenti in Italia cosa succede? È possibile chiedere l’assegno unico per figli stranieri residenti all’estero? La legge non dice nulla su questo specifico punto e non prevede che il figlio debba essere residente o domiciliato in Italia, ma esclusivamente che sia “fiscalmente a carico”

Ad oggi, tuttavia, l’INPS respinge le domande di assegno unico se i figli sono residenti all’estero. Tali decisioni hanno sollevato vivaci polemiche e richieste al Ministero del Lavoro affinché intervenga per poter risolvere questa situazione. Su un tema analogo, nel 2021 è intervenuta prima la Corte di Giustizia Europea e poi, nel 2022, la Corte Costituzionale che hanno dichiarato l’illegittimità della normativa italiana che non consentiva la fruizione dell’assegno per il nucleo familiare nel caso di familiari residenti all’estero.

 

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