Quali sono i requisiti per gli stranieri residenti in Italia che possono richiedere l’assegno unico e universale
L’assegno unico e universale è la più importante novità degli ultimi anni per il bilancio familiare. Introdotto nel 2022, ha sostituito tutte le precedenti forme di sostegno per i figli a carico, come gli assegni familiari e l’assegno per il nucleo familiare.
Da marzo 2022, i genitori con figli a carico hanno a disposizione questa misura unica, che spetta a tutti, sia a chi lavora come dipendente sia a chi è autonomo, senza limiti di reddito.
Secondo le ultime statistiche dell’INPS, i beneficiari sono quasi 6 milioni, per un totale di oltre 9 milioni di figli a carico.
Anche i cittadini stranieri possono fare domanda, purché rispettino i requisiti di residenza in Italia e siano in possesso di un permesso di soggiorno valido.
Per chi vuole approfondire, il team di esperti di Laborability ha creato una guida Assegno Unico 2025, utile per compilare in autonomia la domanda sul sito dell’INPS.
Non c’è alcuna differenza tra cittadini italiani, stranieri, comunitari o extracomunitari: l’assegno unico e universale è lo stesso per tutti e non cambia in base alla nazionalità.
Di recente, il sistema delle misure di sostegno alle famiglie è stato oggetto di importanti sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia UE, che hanno ribadito il divieto di discriminazione nell’accesso a queste prestazioni a favore di famiglie e lavoratori.
L’assegno unico spetta a tutte le persone residenti in Italia, indipendentemente dalla nazionalità, ma la semplice residenza non basta. Per riceverlo, è necessario dimostrare alcuni requisiti specifici.
Se sei residente in Italia (italiano, comunitario o extracomunitario), devi:
La norma chiarisce che questi requisiti devono essere rispettati al momento della domanda e per tutta la durata del beneficio.
I cittadini extra UE, poi, devono soddisfare un altro requisito per poter ottenere assegno unico per stranieri. L’unica differenza tra cittadini stranieri appartenenti all’Unione Europea ed extracomunitari cittadini extra UE riguarda infatti il possesso di determinati permessi di soggiorno.
Per richiedere l’assegno unico per stranieri, devi avere uno dei seguenti permessi di soggiorno:
Come chiarito dalla circolare 2951 dell’INPS, non tutti i permessi sono validi per ottenere l’assegno. Ad esempio, non danno diritto a questa misura il permesso per turismo, quello per lavoro stagionale inferiore a sei mesi e, in generale, tutti i permessi che non rientrano nell’elenco sopra.
Per richiedere l’assegno unico per stranieri residenti in Italia, la procedura è la stessa prevista per i cittadini italiani.
La domanda può essere presentata:
Se la richiesta viene accolta, l’assegno unico viene riconosciuto a partire dal mese successivo alla domanda.
Per ogni figlio a carico, l’assegno unico prevede un importo minimo di 57,50 € al mese e un massimo di circa 201 €.
L’importo viene calcolato in base all’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Per ricevere la somma corrispondente al tuo scaglione, è quindi necessario presentare l’ISEE, che puoi ottenere tramite un CAF o un patronato.
Gli importi variano così:
Sono inoltre previste maggiorazioni in casi specifici, indipendentemente dal valore dell’ISEE.
Non ci sono differenze tra i beneficiari dell’assegno unico: la durata non cambia che si tratti di un cittadino italiano o straniero.
Hai diritto a riceverlo finché il figlio è a carico. Se è minorenne, l’assegno è sempre riconosciuto. Se invece è maggiorenne, spetta fino ai 21 anni, a meno che non abbia una disabilità, caso in cui il sostegno continua anche oltre questa età.
La residenza in Italia è uno dei requisiti fondamentali per richiedere l’assegno unico. Per questo motivo, gli stranieri residenti all’estero non possono ottenerlo.
L’unica eccezione riguarda chi ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato o un contratto a tempo determinato di almeno 6 mesi.
E se i figli non sono residenti in Italia? La legge non richiede che il figlio sia residente o domiciliato nel Paese, ma soltanto che sia fiscalmente a carico. Nonostante ciò, l’INPS respinge le domande quando i figli risultano residenti all’estero.
Questa scelta ha generato polemiche e richieste di intervento al Ministero del Lavoro, per trovare una soluzione. Su un tema simile si erano già espresse la Corte di Giustizia Europea (2021) e la Corte Costituzionale (2022), che avevano dichiarato illegittima la normativa italiana che escludeva l’assegno per il nucleo familiare ai familiari residenti fuori dal territorio nazionale.
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