Conguaglio assegno unico: tutto quello che c’è da sapere

Conguaglio assegno unico
(foto shutterstock)

Il conguaglio dell’assegno unico prevede il pagamento o la ricezione di somme da parte dell’Inps in certe situazioni particolari

Con il conguaglio dell’assegno unico, l’INPS di solito ricalcola gli importi già pagati per assicurarti quanto ti spetta davvero. Se la tua domanda è stata accolta senza la presentazione dell’ISEE, all’inizio ricevi la cifra minima prevista. Solo dopo aver presentato l’ISEE, oppure in caso di cambiamenti nel nucleo familiare, l’INPS può rifare i calcoli e versare la differenza nelle rate successive.

C’è anche un altro tipo di conguaglio, definito automatico, che è legato agli adeguamenti all’inflazione. Questo meccanismo serve a correggere eventuali differenze e garantire un sostegno sempre aggiornato e in linea con l’aumento del costo della vita.

L’assegno unico è una misura nazionale e universale riconosciuta a chi fa parte di un nucleo familiare, indipendentemente dal lavoro svolto, che sia da dipendente o da autonomo, e anche se non si lavora. Dalla sua entrata in vigore ha sostituito gran parte delle agevolazioni per i figli a carico e può essere richiesto per ogni figlio dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età.

Gli importi vengono aggiornati ogni anno e in genere aumentano per seguire l’andamento del costo della vita.

Per presentare la domanda ti conviene prima di tutto richiedere l’ISEE in corso di validità. Non è obbligatorio per ricevere l’assegno unico, ma se lo alleghi alla domanda, l’INPS può calcolare in modo più preciso l’importo, perché la cifra cambia in base al reddito. Se lo presenti in un secondo momento, verrà fatto un conguaglio per allineare i pagamenti.

Cos’è il conguaglio assegno unico

Il conguaglio dell’assegno unico funziona come ogni altro conguaglio: in seguito a un ricalcolo, può capitare che ti venga aggiunto o tolto del denaro.

Per l’INPS, il meccanismo è semplice: se non presenti l’ISEE, ricevi la cifra minima prevista. Quando consegni il documento, l’INPS rifà i calcoli e, se ti spetta, ti versa un importo aggiuntivo.

C’è anche un altro tipo di conguaglio legato all’adeguamento all’inflazione. In questo caso, gli importi dell’assegno vengono aggiornati in base agli indici di rivalutazione dell’ISTAT, che però non vengono pubblicati subito a gennaio. Per questo possono esserci degli aggiustamenti nei mesi successivi.

A chi spetta il conguaglio assegno unico

Capire a chi spetta il conguaglio dell’assegno unico è semplice: riguarda tutte le persone con figli a carico che rispettano i requisiti richiesti e hanno presentato la domanda per questa misura.

Come già detto, al momento della domanda non è obbligatorio presentare l’ISEE. In assenza di questo documento, però, l’assegno viene pagato nella sua misura minima: 57,50 € per ogni figlio minorenne e 28,70 € per ogni figlio maggiorenne.

È importante sapere che l’ISEE va comunque presentato:

  • se vuoi che l’assegno sia calcolato in base al tuo reddito e avere così diritto alle maggiorazioni previste;
  • ogni volta che, dopo la domanda, ci sono variazioni nel nucleo familiare (ad esempio la nascita di un altro figlio o un cambiamento nella condizione di disabilità di uno dei componenti).

In tutti questi casi, l’INPS ricalcola l’importo dell’assegno in base ai dati fiscali dichiarati nell’ISEE.

Conguaglio assegno unico: quando arriva

Oltre al conguaglio legato al ricalcolo dopo la presentazione dell’ISEE, esiste un altro tipo di conguaglio che ricevi a inizio anno.

Nel 2025, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati,  il cosiddetto indice ISTAT, è stato pubblicato solo a metà gennaio. Questo ha portato l’INPS a calcolare il pagamento dell’assegno unico di gennaio 2025 ancora con i valori del 2024.

Di conseguenza, si è reso necessario un conguaglio automatico, effettuato a partire da febbraio, che ha aggiunto la differenza dovuta all’aumento degli importi. In pratica, ciò che non hai ricevuto a gennaio ti è stato riconosciuto in più nel pagamento di febbraio o marzo (a seconda della data di pubblicazione degli indici di rivalutazione).

Quindi, quando arriva il conguaglio dell’assegno unico? La risposta dipende dal tipo di conguaglio: può arrivare nei mesi successivi alla presentazione dell’ISEE oppure da febbraio, dopo la pubblicazione dell’indice ISTAT.

Come vedere il conguaglio assegno unico

Se ti spetta il conguaglio dell’assegno unico, è semplice capire la somma che riceverai in più o che ti verrà trattenuta. L’INPS infatti, per semplificare, aumenta o riduce la rata successiva in base all’importo da recuperare o da aggiungere.

Ricapitolando: come puoi vedere il conguaglio? Ecco due modi:

  • nel caso della rivalutazione di gennaio, lo noti già con la rata di febbraio, che può essere più alta grazie al conguaglio automatico;
  • se invece il conguaglio dipende dall’integrazione dell’ISEE, lo vedrai nel mese successivo alla presentazione della dichiarazione o al suo rinnovo automatico.

Attenzione: per il 2025, il conguaglio dei mesi compresi tra marzo e il momento della presentazione dell’ISEE aggiornato viene riconosciuto solo se il nuovo documento è presentato entro il 30 giugno.

Ricorda che l’ISEE ha validità annuale: conviene preparare per tempo la documentazione, così da non avere ritardi a inizio anno.

Per verificare se hai ricevuto un conguaglio ti basta controllare gli accrediti sul conto corrente e confrontare gli importi con quelli delle mensilità precedenti.

Conguaglio assegno unico 2025: le novità

Il conguaglio assegno unico 2025 introduce alcune novità rispetto all’anno precedente. Come ogni anno, l’INPS ha aggiornato gli importi, tenendo conto sia della rivalutazione delle soglie ISEE sia dell’adeguamento al costo della vita. Per il 2025, la rivalutazione è stata pari a +0,8%.

In pratica, come già avvenuto con il conguaglio 2024, anche quest’anno gli importi sono stati leggermente aumentati, in base alla situazione del nucleo familiare.

Per ricevere tutti gli importi che ti spettano, è fondamentale presentare l’ISEE entro fine febbraio. In alternativa, puoi farlo entro giugno, ma in questo caso riceverai solo a partire da marzo gli arretrati spettanti.

 

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