Conguaglio Assegno unico: cosa succede?

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(foto shutterstock)

L’Inps può erogare somme a credito o a debito in certe situazioni particolari

L’assegno unico è una misura nazionale e universale riconosciuta a tutti i membri di un nucleo familiare, indipendentemente dal tipo di professione che svolgono (dipendente o autonoma) e dalla condizione lavorativa, cioè se lavorano oppure sono disoccupati.

Dalla sua entrata in vigore, ha sostituito gran parte delle agevolazioni previste per i figli a carico e, infatti, può essere richiesto per ogni figlio dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età.

Per presentare la domanda ti consigliamo, se possibile, di allegare l’ISEE in corso di validità. In questo modo l’Inps è in grado di calcolare l’assegno rispetto al reddito del nucleo familiare, perché la cifra cambia a seconda del reddito.

Se non alleghi subito questo documento, ma lo fai in un secondo momento, ci sarà un conguaglio, cioè all’inizio riceverai la somma base e poi riceverai il denaro in più, se ti spetta. In questo articolo scopriremo cosa comporta questo conguaglio.

Come fare domanda

Puoi richiedere l’assegno solo online direttamente dal sito dell’Inps, oppure facendoti aiutare da un patronato.

In ogni caso, per accedere al servizio avrai bisogno dello SPID oppure della Carta d’Identità elettronica (CIE).

Ma nello specifico, come fare domanda? Dobbiamo distinguere due ipotesi

1) È la prima volta che fai domanda 

In questo caso può presentarla solo uno dei due genitori e dovrà farlo per ogni figlio minorenne, maggiorenne entro i 21 anni e/o con disabilità (anche se non ci convive).

Il genitore deve essere in possesso dei requisiti di residenza, cittadinanza e domicilio sul suolo italiano.

In questa fase, la legge non rende obbligatoria la presentazione dell’ISEE.

2) Hai già fatto domanda lo scorso anno

Fai attenzione perché se hai presentato domanda per l’AUU tra gennaio 2022 e febbraio 2023 ed è stata accettata, l’assegno per quest’anno ti verrà dato in automatico, senza dover fare di nuovo la procedura.

Quando presentare l’ISEE

Come abbiamo già specificato, in fase di presentazione della domanda non è obbligatorio presentare l’ISEE, tuttavia, in questo caso, l’assegno è erogato al minimo previsto dalla normativa, cioè 50 euro in caso di figli minorenni e 25 euro in caso di figli maggiorenni.

È bene sapere, però, che l’ISEE deve essere presentato

  • dopo la domanda se si vuole percepire l’assegno in misura proporzionata al proprio reddito e quindi avere diritto alle maggiorazioni per reddito;
  • in tutti i casi in cui, dopo la domanda, il nucleo familiare ha subito delle variazioni perché, ad esempio, è nato un altro figlio. 

In tutti questi casi, infatti, l’Inps ricalcola l’ammontare dell’assegno in base al reddito fiscale che dichiari presentando l’ISEE.

Cosa succede con il conguaglio

Alla luce di quanto abbiamo spiegato sopra, l’Inps, con un Messaggio del 26 maggio 2023, ha chiarito che verranno rielaborati tutti gli importi degli assegni a partire dal mese di marzo 2022.

In pratica l’Ente calcola le differenze, sia in positivo che in negativo, tenendo conto anche delle mensilità già erogate nei primi mesi del 2023.

Ma questo cosa comporta? Semplice, il conguaglio potrà generare:

  • un credito, cioè l’Inps paga somme ulteriori perché quanto erogato fino ad adesso era inferiore a quanto si aveva diritto; 
  • oppure un debito, cioè l’Inps recupera le somme perché ha pagato una cifra superiore a quella dovuta.

Cosa fare? 

Nel caso di un importo a credito, le somme in più sono state liquidate, in aggiunta a quelle ordinarie, a partire dalla rata del mese di aprile 2023.

Al contrario, nel caso di un conguaglio a debito, l’Inps ha concesso la compensazione tra gli importi in modo da rendere più semplice il recupero anche per il contribuente stesso. Ad esempio, se il tuo assegno normalmente è di 100 euro e risulta un debito di 20 euro, l’assegno successivo sarà di 80 euro.

 

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