Ddl intelligenza artificiale: ecco tutte le novità

DDL intelligenza artificiale

L’Italia è il primo Paese europeo a dotarsi di una normativa sull'intelligenza artificiale

Il sistema di governance “duale” del governo italiano – normativa europea intelligenza artificiale

Il Governo italiano è stato il primo in Europa ad avviare l’iter per l’adozione di una normativa sull’intelligenza artificiale. Lo scorso 23 aprile 2023, ha anticipato tutti i parlamenti europei e ha avviato l’iter di approvazione di una propria normativa nazionale che integra e completa quella in fase di approvazione in sede comunitaria. 

Si era parlato di intelligenza artificiale durante la proposta di Regolamento da parte del Parlamento Europeo, il cosiddetto Artificial Intelligence Act (Reg. 2024/1689), attualmente in fase di approvazione. Il Regolamento lascia alcuni ambiti di competenza agli Stati membri, che possono così adottare una propria normativa specifica. Come anticipato, il Governo italiano è stato il primo a presentare una propria normativa nazionale. Il testo del disegno di legge è in fase di approvazione al Senato e dopo dovrà passare all’approvazione della Camera.

Ddl intelligenza artificiale: il testo blindato dal governo 

Che cosa prevede il testo del ddl intelligenza artificiale proposto dal Governo al Parlamento? Vengono ripresi alcuni principi fondamentali già indicati dal Regolamento europeo. 

Per primo va citato quello che probabilmente è il più importante principio delle regolamentazione sull’utilizzo della intelligenza artificiale: l’utilizzo antropocentrico dei sistemi IA

Ma cosa significa esattamente? Significa che questi sistemi devono sempre garantire il rispetto della dignità e dell’autonomia umana e devono essere considerati quali strumenti al servizio della persona e non quale strumento sostitutivo.

Ci sono poi ulteriori principi complementari:

  • rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà dell’ordinamento italiano ed europeo;
  • trasparenza, proporzionalità, sicurezza, protezione dei dati personali, riservatezza, robustezza, accuratezza, non discriminazione e sostenibilità;
  • rispetto dell’autonomia e del potere decisionale della persona umana;
  • l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non deve pregiudicare la vita democratica del Paese e delle istituzioni;
  • rispetto del pluralismo dei mezzi di comunicazione, della libertà di espressione e della imparzialità e completezza dell’informazione; 
  • le informazioni relative al trattamento dei dati personali devono essere chiare e accessibili a chiunque. 

La strategia nazionale per l’intelligenza artificiale

La normativa italiana sull’intelligenza artificiale contiene alcune previsioni molto interessanti anche in tema di riconoscibilità dell’IA e di tutela della produzione artistica ottenuta con sistemi di artificial intelligence, traduzione letterale di intelligenza artificiale.

Con riguardo alla riconoscibilità dell’IA in campo di prodotti e servizi di media audiovisivi, è previsto che qualsiasi prodotto generato o modificato dall’IA deve presentare un “elemento o un segno identificativo” con l’acronimo IA.

Viene poi introdotta una disciplina specifica per la tutela del diritto d’autore delle opere create con l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale.

Ddl: l’AI in ambito civile, penale, sanitario e in materia del lavoro 

Di primario interesse sono le previsioni contenute nel ddl intelligenza artificiale che intervengono in diversi ambiti della vita delle persone.

Ad esempio, il settore sanitario e la tutela della salute. In questo ambito, l’IA “deve contribuire al miglioramento dei processi di diagnosi e cura”, ma la decisione sul trattamento terapeutico deve essere sempre a carico del medico. 

In ogni caso, l’ intelligenza artificiale “deve contribuire al miglioramento della vita e al processo di inclusione sociale delle persone con disabilità” e “non può determinare criteri discriminatori di accesso alle prestazioni sanitarie”.

Intelligenza artificiale e mondo del lavoro

Quello del lavoro e della tutela dei lavoratori è uno degli argomenti più sensibili e in cui è maggiore l’attenzione quando si parla di intelligenza artificiale. Il rischio è che l’introduzione di sistemi automatizzati e processati tramite IA possa comportare l’eliminazione di posti di lavoro in determinati settori.

D’altra parte si fa notare come lo sviluppo e l’aggiornamento di tali sistemi richieda un altrettanto elevato numero di risorse altamente qualificate. Il ddl IA interviene anche in questa materia, indicando alcuni principi fondamentali. In particolare, l’intelligenza artificiale:

  • deve essere funzionale al miglioramento delle condizioni di lavoro, alla tutela dell’integrità psico-fisica del lavoratore e al miglioramento della produttività;
  • deve garantire il rispetto dei diritti fondamentali del lavoratore e non determinare trattamenti discriminatori.

Il DDL IA contiene delle previsioni anche in tema di lavoro autonomo, in particolar modo per le professioni intellettuali e creative. A tal fine, il testo normativo stabilisce che: 

  • l’IA può essere utilizzata solo per attività strumentali e di supporto, con prevalenza della prestazione intellettuale;
  • è  obbligo del professionista fornire un’informazione chiara e completa al cliente sull’utilizzo dei sistemi di IA.

Ddl intelligenza artificiale: un fondo da un miliardo di euro 

Ci sono infine delle misure strutturali che inaugurano la nuova politica in tema di intelligenza artificiale. L’Agenzia per l’Italia Digitale e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale sono individuate quali autorità nazionali per l’IA.

Viene poi istituito un fondo con una dote di 1 miliardo di euro per investimenti che devono riguardare la creazione di poli specializzati, lo sviluppo di start up e iniziative relative alla creazione e sviluppo di imprese nazionali.

 

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