Il diritto alla disconnessione esiste in Italia e a livello europeo e serve per permetterti di staccare da lavoro quando sei in smart working
Il diritto alla disconnessione è uno degli aspetti più importanti dello smart working e riguarda tutti i lavoratori da remoto. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano, gli smart workers italiani sono circa 3,6 milioni.
Tuttavia, se si considera il numero di ore lavorate da remoto, il dato nazionale è molto più basso rispetto al dato europeo: secondo Eurostat, in Italia solo il 4% dei dipendenti ha lavorato almeno metà dell’orario settimanale in smart working, a differenza del 9% della media europea.
In ogni caso, il diritto alla disconnessione è un aspetto che riguarda un elevato numero di lavoratori. Il diritto alla disconnessione può essere tradotto come un tuo diritto “a non lavorare” o il tuo diritto “alla pausa” quando sei in smart working oppure, prendendo spunto proprio dal titolo del diritto, “il diritto a non essere connessi”.
L’esigenza di creare un simile diritto nasce dall’analisi di una delle principali criticità del lavoro in smart working. Tale modalità di lavoro, nella sua forma originaria, prevede infatti che tu possa lavorare senza imposizione di luoghi ed orari. Una simile definizione, però, potrebbe essere uno svantaggio per te in quanto smart worker, che ti potresti ritrovare sempre connesso al server, alla mail o al gestionale aziendale, anche oltre il limite orario giornaliero o settimanale.
Ecco dunque a cosa serve il diritto alla disconnessione: a permetterti di disconnetterti e a “staccare” da lavoro quando sei in smart working.
Il diritto alla disconnessione è riconosciuto da una specifica disposizione di legge in Italia, mentre a livello europeo c’è una Risoluzione del Parlamento Europeo. Vediamo entrambe le situazioni nel dettaglio.
La normativa che regola lo smart working in Italia è il decreto legislativo numero 81 del 2017.
L’articolo 19 prevede che:
“L’accordo individua altresì i tempi di riposo del lavoratore nonché le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro”.
Questo è quello che dice letteralmente la legge sul diritto dello smart worker alla disconnessione in Italia. L’azienda deve informarti del tuo diritto a disconnetterti e deve adottare una serie di misure organizzative e/o tecniche affinché il tuo diritto al riposo e alla disconnessione venga rispettato e garantito.
A livello europeo, invece, ad oggi è attiva la Risoluzione del Parlamento Europeo del 21 gennaio 2021, adottata in piena pandemia. Questa Risoluzione ha invitato gli Stati membri, tra cui l’Italia, a garantire la tutela dei lavoratori a non avere ripercussioni negative sui lavoratori che invocano il diritto alla disconnessione e ha chiesto alla Commissione Europea di far sì che il diritto alla disconnessione possa far parte della sua nuova strategia in merito alla salute e sicurezza sul lavoro.
A partire da aprile 2024, puoi essere in smart working solo se c’è l’accordo tra te e l’azienda. Il datore di lavoro non può più imporre il lavoro da remoto e, dall’altro lato, non puoi rivendicare il diritto a lavorare da casa.
Per poter lavorare in smart working devi dunque avere il consenso dell’azienda, mentre quest’ultima ha bisogno del tuo esplicito consenso, che va formalizzato in un apposito “accordo di smart working”.
Come visto, tale accordo deve contenere anche le modalità e le disposizioni che le parti devono osservare affinché sia garantito il diritto alla disconnessione.
Non esiste una previsione univoca e con l’azienda puoi decidere le misure che ritengono più opportune, come ad esempio:
In alcuni casi può succedere che nonostante la formalizzazione del diritto alla disconnessione, ti possa sentire comunque “sempre connesso”. Se tale situazione è causata da un comportamento aziendale, si tratta di un comportamento illegittimo poiché viola il tuo diritto alla disconnessione. Se tale condotta viene reiterata nel tempo, hai diritto a sospendere la tua attività oltre la soglia di tollerabilità.
Può succedere inoltre che l’iperconnessione sia provocata da un tuo comportamento o da un tuo atteggiamento. In questi casi è utile adottare alcuni accorgimenti per arginare e frenare la connessione al lavoro, ad esempio:
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