Rientro dei cervelli: la disciplina per lavoratori impatriati

Rientro dei cervelli
(foto Shutterstock)

Se rientri in Italia dopo anni all’estero benefici di uno speciale sconto fiscale per cinque anni

Si parla spesso di “Rientro dei cervelli”, uno speciale regime fiscale che offre uno sconto del 50% sulle tasse, permettendoti di ricevere più soldi in busta paga senza costi aggiuntivi per la tua azienda. Questo beneficio è destinato a chi decide di tornare in Italia dopo aver lavorato all’estero, a condizione di rimanere nel nostro Paese per almeno due anni.

A fine 2023, la normativa è stata aggiornata con il cosiddetto “decreto legge rientro cervelli 2024”, che ora regola il regime fiscale per i lavoratori impatriati. Questo decreto ha introdotto importanti cambiamenti, abrogando il precedente regime speciale.

L’obiettivo resta lo stesso: offrirti un vantaggio fiscale che aumenti il tuo stipendio netto, rendendo più conveniente lavorare in Italia per chi si trova all’estero e desidera rientrare. La novità principale riguarda la misura dell’agevolazione, che passa dal 30% al 50% del reddito imponibile.

Vediamo ora nel dettaglio come funziona questo speciale regime fiscale.

Chi sono i lavoratori impatriati​

Prima di approfondire, è importante chiarire chi possono essere considerati i lavoratori impatriati e quindi accedere a questo regime fiscale di vantaggio. Possono beneficiarne sia i lavoratori dipendenti sia gli autonomi, ma solo se rispettano tutte queste condizioni:

  • non devi essere stato residente fiscalmente in Italia nei tre anni precedenti il tuo trasferimento;
  • devi svolgere la tua attività lavorativa per la maggior parte del periodo d’imposta in Italia;
  • devi possedere requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, come definiti dai decreti legislativi 28 giugno 2012, n. 108 e 9 novembre 2007, n. 206.

Per quanto riguarda il requisito di qualificazione o specializzazione, la prima norma riguarda chi possiede un titolo di istruzione superiore di almeno tre anni e una qualifica professionale superiore, se prevista. La seconda norma si riferisce invece alle professioni regolamentate.

I lavoratori impatriati nel 2024 sono quindi coloro che rispettano tutti i requisiti sopra descritti. È inoltre richiesto l’impegno a mantenere la residenza fiscale in Italia per almeno quattro periodi d’imposta successivi al rientro.

Cosa succede se decidi di trasferirti di nuovo all’estero prima dei quattro anni? In questo caso, non solo perderesti il beneficio fiscale, ma ti verrebbero richiesti indietro tutti i vantaggi fiscali già ricevuti, con l’aggiunta di sanzioni e interessi.

Esiste inoltre un caso particolare, che si verifica quando lavori in Italia per lo stesso datore di lavoro presso il quale lavoravi all’estero. In questo scenario, il periodo minimo di permanenza all’estero necessario per accedere al regime fiscale cambia:

  • sei anni fiscali: se non avevi mai lavorato in Italia per questo datore o per un’azienda del suo gruppo;
  • sette anni fiscali: se prima del tuo trasferimento all’estero avevi già lavorato in Italia per lo stesso datore o per un’azienda del suo gruppo.

Queste regole garantiscono l’applicazione del beneficio fiscale solo a chi ha davvero trascorso un periodo significativo all’estero prima di rientrare.

Differenze tra il vecchio e il nuovo regime impatriati 

Le principali differenze tra la normativa sul rientro dei cervelli 2023 e quella del 2024 riguardano nuovi requisiti per i lavoratori impatriati. I cambiamenti principali sono tre:

  1. il periodo di residenza fuori dall’Italia passa da 2 a 3 anni;
  2. devi appartenere a una categoria professionale che rientra tra i requisiti di elevata qualificazione o specializzazione;
  3. il periodo di permanenza obbligatoria in Italia post rientro aumenta da 2 a 4 anni.

Un’altra novità importante riguarda la percentuale di reddito soggetto a tassazione agevolata. Nel 2023 veniva tassato solo il 30% del reddito, mentre nel 2024 il reddito imponibile aumenta al 50%.

Infine, è stato introdotto un limite di reddito: con il regime impatriati 2024 puoi usufruire dell’agevolazione fiscale fino a un massimo di 600.000 € di reddito. Questi cambiamenti mirano a rendere il regime più mirato e con criteri di accesso più definiti.

Agevolazione del 60% per i lavoratori impatriati

Esiste una particolare categoria di lavoratori rimpatriati che può beneficiare di un trattamento fiscale ancora più vantaggioso, con una tassazione ridotta al 40% del reddito anziché al 50%. Questo significa che il restante 60% del tuo reddito è completamente esente da tasse, rappresentando un’agevolazione fiscale ancora più significativa.

Questo beneficio è riservato ai rimpatriati con figli minori. La normativa stabilisce che la percentuale di reddito tassabile scende al 40% nei seguenti casi:

  • ti trasferisci in Italia con un figlio minore;
  • nasce un figlio o avviene l’adozione di un minore durante il periodo in cui sei nel regime per lavoratori rimpatriati.

L’agevolazione al 60% è concessa solo se, durante il periodo in cui utilizzi il regime fiscale, il figlio minore o il minore adottato risiede in Italia. Questo requisito è fondamentale per mantenere il beneficio fiscale.

Durata ed estensione del regime impatriati 

La durata del beneficio fiscale previsto dalla normativa sul rientro dei cervelli è di cinque anni fiscali, calcolati a partire dall’anno in cui trasferisci la tua residenza in Italia. Questo significa che l’agevolazione si applica all’anno del trasferimento e ai quattro anni successivi.

È inoltre prevista una proroga di tre anni, se trasferisci la tua residenza anagrafica nel 2024 e, nei dodici mesi precedenti al trasferimento, hai acquistato un immobile residenziale in Italia da utilizzare come abitazione principale.

Calcolo rientro cervelli​: come si formulano stipendio e tasse  

Perché conviene il regime dei lavoratori impatriati?

Questo regime offre un vantaggio significativo perché la tassazione viene calcolata solo su una parte del tuo stipendio, non sull’intero importo. È un elemento fondamentale da considerare quando calcoli il tuo stipendio netto con questa normativa. Se stai pensando di rientrare in Italia, è utile capire come funziona questa legge e in che modo può aumentare il tuo reddito disponibile.

Facciamo un esempio: se hai una retribuzione lorda di 100.000 €, solo 30.000 € verranno tassati. Questo significa che lo stipendio netto verrà calcolato considerando le aliquote solo sull’imponibile ridotto, mentre la parte restante, il 70% in questo caso, sarà esente da tasse. In altre parole, questo regime ti consente di ottenere un netto più alto rispetto alla tassazione ordinaria.

Il rientro dei cervelli 2024 può essere retroattivo? 

No, la disciplina del rientro dei cervelli 2024 non è retroattiva. La normativa stabilisce chiaramente che la precedente disciplina continua a essere valida per chi ha trasferito la residenza anagrafica in Italia entro il 31 dicembre 2023 o, nel caso di rapporti di lavoro sportivo, ha firmato il contratto entro la stessa data.

Quindi, se hai già beneficiato della precedente agevolazione, puoi continuare a farla valere, purché il trasferimento della tua residenza anagrafica sia avvenuto entro i termini previsti.

Quali tipologie di redditi godono dello sconto?

Per rispondere a questa domanda, possiamo fare riferimento a quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate in merito alla precedente normativa, ora abrogata: possono ricevere l’agevolazione i redditi da lavoro dipendente e assimilati, così come i redditi da lavoro autonomo derivanti dall’esercizio di arti e professioni. 

Per quanto riguarda invece i redditi di impresa, l’agevolazione vale solo per chi è imprenditore individuale, poiché derivano dall’attività lavorativa svolta direttamente dalla persona fisica in regime di impresa.

Un aspetto importante da considerare è che non conta quando il reddito viene prodotto: puoi beneficiare dello sconto fiscale anche per redditi generati successivamente al tuo rientro in Italia.

 

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