Il regime fiscale di vantaggio per i lavoratori impatriati

(foto Shutterstock)

Chi rientra in Italia dopo anni all’estero beneficia di uno speciale sconto fiscale per cinque anni

È chiamato anche «Rientro dei cervelli»: si tratta di uno speciale regime fiscale con uno sconto del 70% delle tasse, che permette di percepire soldi in più in busta paga, senza oneri a carico dell’azienda. Possono beneficiarne i cittadini che fanno rientro in Italia dopo anni all’estero, a condizione che permangano nel nostro Paese per i successivi due anni. Vediamo nel dettaglio come funziona questo speciale regime fiscale.  

La normativa

Il cosiddetto «regime speciale per lavoratori impatriati» è stato introdotto dall’articolo 16 del decreto legislativo numero 147 del 2015 detto anche «Decreto Internazionalizzazione».

La finalità è chiara: offrire un regime fiscale di vantaggio, che aumenta lo stipendio (senza costi ulteriori per le aziende), e rendere così più conveniente il mercato del lavoro italiano per i cittadini che lavorano all’estero e che vogliono tornare in Italia.

I soggetti beneficiari: i lavoratori impatriati

Possono accedere a questo regime di vantaggio tutti i lavoratori, dipendenti o autonomi, che rispettino tutte queste condizioni:

  • siano stati residenti all’estero per i due anni di imposta precedenti alla richiesta;
  • trasferiscano la residenza e si impegnino a risiedere in Italia per almeno i due anni successivi;
  • l’attività lavorativa sia prestata prevalentemente nel territorio italiano.

E nel caso in cui un lavoratore si trasferisca di nuovo all’estero prima dei due anni? Non solo decade dal beneficio fiscale, ma verranno recuperati tutti i benefici già fruiti, con applicazione di sanzioni e interessi.  

Perché conviene? 

È un regime di vantaggio perché la tassazione non è calcolata su tutto lo stipendio, ma solo su una parte.

La normativa prevede che i «redditi di lavoro dipendente, i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e i redditi di lavoro autonomo» concorrono a formare il reddito complessivo limitatamente al 30%. La percentuale è ridotta al 10% per i soggetti che trasferiscono la residenza in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.

Cosa significa? Che se un lavoratore ha una retribuzione lorda di 100.000 euro, solo 30.000 euro verranno considerati ai fini della tassazione.

Quali tipologie di redditi godono dello sconto?

Secondo l’Agenzia delle Entrate, sono agevolabili i redditi di lavoro dipendente e assimilati e i redditi di lavoro autonomo, che derivano dall’esercizio di arti e professione. Mentre per quanto riguarda il reddito di impresa è agevolabile unicamente quello dell’imprenditore individuale, poiché prodotto dalla persona fisica mediante l’esercizio della propria attività lavorativa in regime di impresa.

Attenzione ad un aspetto: non è importante quando il reddito è prodotto, potendo godere dello sconto fiscale anche redditi prodotti successivamente al rientro in Italia.

La durata del beneficio fiscale

I benefici fiscali durano cinque anni di imposta, cioè a partire da quello in cui viene trasferita la residenza in Italia, e per i successivi quattro anni di imposta.

È prevista una proroga di ulteriori cinque periodi di imposta ai lavoratori con almeno un figlio minorenne o a carico, anche in affido preadottivo, oppure nel caso in cui i lavoratori diventino proprietari di almeno un’unità immobiliare di tipo residenziale in Italia. In queste due ipotesi, il beneficio fiscale si riduce al 50%.

 

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