L’incentivo all’esodo è una somma a tassazione agevolata che puoi ricevere con la risoluzione del rapporto di lavoro
L’incentivo all’esodo è una somma che puoi ricevere, con tassazione agevolata, in occasione della risoluzione del tuo rapporto di lavoro. Si tratta di un importo aggiuntivo che il tuo datore di lavoro può offrirti, oltre alle somme che ti spettano per legge o per contratto al momento della cessazione del rapporto.
Di norma, quando lasci il lavoro, ti vengono dati alcuni importi, come:
L’incentivo all’esodo non è un diritto automatico per te, né un obbligo per l’azienda. È una somma che può essere concordata sulla base di un accordo individuale o di una trattativa sindacale e viene erogata solo se finalizzata allo scioglimento del contratto di lavoro.
Puoi anche rifiutare l’incentivo all’esodo. Non sei obbligato a firmare l’accordo che prevede questa somma, se non ritieni che le condizioni siano a tuo vantaggio.
L’incentivo all’esodo può essere concordato solo se c’è un accordo tra te e il tuo datore di lavoro. Questo significa che entrambe le parti hanno valutato come conveniente questa soluzione.
Può essere previsto sia in caso di dimissioni che in caso di licenziamento, per motivi diversi. Non esiste una regola fissa sulle situazioni in cui viene utilizzato, ma spesso è legato alla gestione di esuberi di personale. In questi casi, l’incentivo viene offerto a chi accetta volontariamente di interrompere il rapporto di lavoro.
Un altro esempio comune è l’incentivo all’esodo legato al pensionamento. Le aziende lo utilizzano per favorire il ricambio generazionale, offrendo una somma ai dipendenti vicini alla pensione e facilitando così l’ingresso di nuove risorse più giovani.
A volte, l’incentivo all’esodo può essere associato a una transazione. Questo significa che, in cambio della somma, ti impegni a rinunciare a qualsiasi pretesa legata al rapporto di lavoro. La transazione è un accordo che serve a risolvere o prevenire una lite tra le parti. In pratica, l’azienda sceglie questa strada per evitare problemi futuri e garantire una chiusura serena del rapporto lavorativo.
La legge prevede una disciplina contributiva e fiscale vantaggiosa per l’incentivo all’esodo. Le somme corrisposte per incentivare la risoluzione del rapporto di lavoro non vengono considerate retribuzione imponibile ai fini previdenziali.
In altre parole, né tu né il tuo datore di lavoro dovrete versare contributi su queste somme. Questa regola vale anche per altri pagamenti, con nomi diversi, che hanno lo scopo di favorire lo scioglimento anticipato del rapporto, come il prepensionamento.
Dal punto di vista fiscale, l’incentivo all’esodo viene trattato come il trattamento di fine rapporto (TFR). Invece di essere tassato con l’aliquota IRPEF ordinaria calcolata in modo progressivo, segue una tassazione separata. Questo significa che l’importo viene tassato in base a un’aliquota media riferita ai tuoi redditi dei cinque anni precedenti il momento in cui hai maturato il diritto a ricevere l’incentivo.
Questo sistema evita che l’aliquota IRPEF aumenti significativamente, cosa che accadrebbe se l’intera somma dell’incentivo fosse considerata reddito dell’anno in cui viene percepita.
L’incentivo all’esodo è una somma aggiuntiva che puoi ricevere oltre agli emolumenti di fine rapporto previsti dalla legge o dal contratto collettivo. È importante sapere che l’accordo per l’incentivo all’esodo non influisce sul diritto di accedere alla NASpI, l’indennità di disoccupazione.
La NASpI segue una disciplina autonoma, indipendente dall’incentivo all’esodo. Se scegli di dimetterti volontariamente non potrai richiedere la NASpI, poiché non è prevista in caso di dimissioni. Tuttavia, se il rapporto si chiude con un licenziamento e firmi un accordo conciliativo in cui rinunci all’impugnazione, avrai comunque diritto a ricevere la NASpI, anche se hai ottenuto somme a titolo di incentivo all’esodo.
No, l’incentivo all’esodo non deve essere dichiarato nel modello 730. Questo perché è sottoposto a tassazione separataÈ un regime fiscale diverso da quello tradizionale degli scaglioni IRPEF, applicato solo ad alcune tipologie di reddito; i redditi soggetti a tassazione separata sono percepiti una tantum o non periodicamente, indicati all’art. 17 TUIR, che non concorrono a formare il reddito complessivo del soggetto percettore (ad es. il TFR). More, una disciplina fiscale speciale e più vantaggiosa, che esclude queste somme dai redditi che produci nell’anno di imposta. Di conseguenza, non dovrai aggiungere l’incentivo all’esodo nel calcolo dei redditi per la dichiarazione dei redditi.
Un caso analogo è quello del trattamento di fine rapporto (TFR): anche il TFR, come l’incentivo all’esodo, ha una tassazione separata e non deve essere inserito nel modello 730.
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