Rendimenti fondi pensione e tassazione di vantaggio

Rendimenti fondi pensione e tassazione di vantaggio
(foto Shutterstoock)

Vediamo quali sono le informazioni utili per capire come investire il TFR devoluto ai fondi di previdenza complementare

Secondo l’ultima relazione annuale della COVIP, la Commissione che vigila sui fondi pensione, i contributi versati nel 2021 a favore dei fondi ammontano a 14,3 miliardi di euro, per una media di 2.800 euro pro capite.

Il tasso di rendimento medio è di circa il 3,6%, ma molto dipende dal comparto in cui il lavoratore ha deciso di destinare il TFR.

Gli esperti di Laborability hanno ideato una guida pratica per fornirti numerose info utili sul TFR e sulla previdenza complementare: come funziona, quanto rende, cosa conviene.

Quando è possibile sceglierlo?

Prima di capire quanto può fruttare, è importante avere ben chiaro come e quando si può decidere di scegliere un fondo di previdenza complementare.

Il lavoratore ha sei mesi di tempo, dall’inizio del rapporto, per destinare il proprio trattamento di fine rapporto al fondo che preferisce. Se entro questo periodo non comunica all’azienda la propria volontà, questo viene devoluto a quello istituito dal contratto collettivo applicato in azienda, il cosiddetto «fondo negoziale».  

Diversamente, se il dipendente aveva deciso di lasciarlo in azienda, può sempre cambiare idea e destinarlo a un fondo a sua scelta.

Stando agli ultimi dati che si ricavano dalla Relazione annuale della COVIP, i ratei versati a tutti i fondi sono ammontati, nel 2021, a 14,3 miliardi di euro. 

Quanto rende?

La rendita dipende dal fondo e dalla tipologia di investimento che ha scelto il lavoratore. Che cosa significa? Nel momento in cui un dipendente si iscrive, ha diritto di scegliere in che modo devono essere investiti i propri risparmi.

Ci sono infatti diverse modalità di investimento – detti «comparti» – che si differenziano in base al livello di rischio. Più alto è il rischio, più alta è la rendita; diversamente, più basso è il rischio, minore è la rendita che si può ricavare dall’investimento.

 

I comparti sono quattro:

1) garantito: il tasso di rendita è minimo perché il fondo si impegna a restituire tutti gli importi versati;

2) azionario: il fondo investe in azioni. Garantisce la maggior rendita ma è il più rischioso e il più volatile;

3) obbligazionario se investe in obbligazioni, titoli meno rischiosi delle azioni;

4) bilanciato, l’investimento è composto in azioni e in obbligazioni nella stessa percentuale.

 Secondo gli ultimi dati diffusi dalla COVIP, la rivalutazione del TFR devoluto ai fondi pensione è stata – in media – del 3,6%.

Con riferimento ai singoli comparti, come prevedibile, spicca quello azionario, con un rendimento medio dell’11,1% dei fondi negoziali, del 14,8% dei fondi aperti.

Per quanto riguarda il comparto obbligazionario puro, i dati riportano una rendita negativa dello 0,3% per i fondi negoziali e dell’1,5% per quelli aperti. Invece, per il comparto obbligazionario misto, la percentuale è positiva del 5,3% per i primi e del 6,9% per i secondi.

E se il lavoratore lascia il TFR in azienda? In questo caso, la rendita è stabilita per legge ed è pari al 1,5% fisso + il 75% dell’inflazione annua. Ciò significa che, nel periodo in cui l’inflazione rientra su parametri ordinari, la rendita media offerta dai fondi pensione è di gran lunga maggiore rispetto a quella garantita per legge.

Utilizzando i simulatori della guida ideata da Laborability è possibile quantificare la differenza della rendita nel caso si scelga una o l’altra opzione.

La tassazione di vantaggio

Oltre a una rendita più conveniente, le somme devolute ai fondi godono di un regime fiscale di vantaggio. 

Si tratta di un aspetto di fondamentale importanza. Poiché si tratta di prendere in considerazione la tassazione su importi molto spesso elevati, la tassazione ha un ruolo decisivo.

Alle somme versate dall’azienda si applicano le ordinarie aliquote Irpef previste per legge, la più bassa oggi è del 23%.

Invece, le somme versate dai fondi pensione sono tassate con aliquote molto più basse, dal 15% al 9%.

Si tratta di una differenza di assoluta rilevanza: in questa guida puoi simulare la differente tassazione e il risparmio di tasse applicando i due diversi regimi di tassazione.

  

 

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