Non tutti i dipendenti pubblici possono chiedere l’anticipo del Tfs/Tfr. I pensionati possono chiedere l’anticipo alla banca, tutti gli altri devono attendere la fine del rapporto di lavoro
Non sempre. La possibilità di chiedere l’anticipo del TFS/TFR (Trattamento di fine rapporto) al proprio datore di lavoro, cioè alla Pubblica Amministrazione, non è estesa ai dipendenti pubblici ma solo ai pensionati. A differenza del settore privato in cui l’anticipazione del TFR è prevista per specifici casi e per tutti i lavoratori che ne hanno i requisiti, nel pubblico è possibile solo dal 30 giugno 2020 e solo per i lavoratori pensionati.
Questa novità è stata introdotta in quanto i dipendenti pubblici, solitamente, attendono molto tempo al termine del loro servizio prima di ricevere il TFR/TFS.
Come anticipato non tutti i dipendenti pubblici possono richiedere il TFS/TFR, anzi, possono chiederlo solo i pensionati, anche con quota 100.
La richiesta di anticipo TFS/TFR è un finanziamento che deve essere presentato dal pensionato alla banca consegnando documenti come:
Nel pubblico impiego è sempre esistito il TFS sino al 31 dicembre 2000 e, successivamente il TFR, quindi, a seconda di quando si è iniziato a lavorare nel pubblico una persona potrebbe avere diritto ad entrambi i trattamenti oppure solo al TFR.
Hanno diritto al TFR i dipendenti pubblici assunti con:
L’importo è determinato dall’accantonamento, per ogni anno di servizio o frazione di anno, di una quota pari al 6,91% della retribuzione annua e dalle relative rivalutazioni.
Hanno diritto al TFS i dipendenti pubblici assunti con:
Il TFS è composto da tre voci e cioè dall’indennità di buonuscita (IBU) calcolata sull’80% dell’ultima retribuzione annua utile per gli anni di servizio, l’indennità premio di servizio (IPS) ottenuta moltiplicando 1/15° dell’80% dell’ultima retribuzione annua utile per gli anni di servizio, e l’indennità di anzianità (IPS) che si calcola moltiplicando 1/12° del 100% delle voci utili per gli anni di servizio.