In alcuni casi il trattamento integrativo è da restituire. Scopri quando e perchè
Il trattamento integrativo è una somma che viene riconosciuta ai lavoratori dipendenti con un reddito superiore agli 8.000 euro e che, dunque, pagano l’Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche). Nello specifico, i lavoratori ricevono una riduzione dell’importo dell’Irpef che viene solitamente trattenuto in busta paga, garantendo così uno stipendio più elevato.
Nei fatti il trattamento integrativo ha sostituito il vecchio “bonus Renzi”. Se sei un lavoratore dipendente, questa misura ti permetterà di beneficiare di una riduzione delle imposte in busta paga e, dunque, di avere un guadagno netto più alto.
Questa somma integrativa è pari a 1.200 euro annui per i redditi tra gli 8.000 e i 15.000 euro, viene riconosciuta ai lavoratori direttamente dallo Stato e viene anticipata in busta paga dal datore di lavoro. Per i redditi tra i 15.001 e i 28.000 euro l’importo decresce progressivamente.
Non puoi beneficiare del trattamento integrativo se non sei:
Non puoi beneficiare del trattamento integrativo se sei:
Potrebbe succedere il caso in cui dovrai restituire il trattamento integrativo percepito in busta paga durante l’anno. Questa eventualità si può manifestare in alcune circostanze:
La restituzione del trattamento integrativo può avvenire in sede di conguaglio in busta paga (che avviene a cessazione del rapporto di lavoro o a dicembre di ogni anno) o in sede di dichiarazione dei redditi.
Se non vuoi incorrere in questa spiacevole situazione, quando hai il dubbio sulla soglia finale di reddito chiedi al datore di lavoro di non applicare il trattamento integrativo in busta paga ma di recuperarlo con la dichiarazione dei redditi, sempre se ci sono i requisiti.
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