Sostituto d’imposta: cos’è e come modificarlo

Sostituto d'imposta
(foto shutterstock)

Il sostituto d’imposta sostituisce il contribuente nei rapporti con l’amministrazione finanziaria e versa le imposte al suo posto

È tempo di 730, la dichiarazione dei redditi che devi presentare se sei dipendente o in pensione.

Tra le voci che trovi all’interno del modello c’è il “sostituto d’imposta” che, come dice il nome, è chi prende il tuo posto nell’adempimento degli obblighi fiscali. In questo articolo vedremo chi è questa figura e come funziona per chi lavora con un contratto da dipendente, chi è in pensione e chi percepisce la Naspi.

Sostituto d’imposta: chi è 

Il sostituto d’imposta è quella figura, pubblica o privata, che ti sostituisce nei rapporti con il fisco italiano. Questo ruolo può essere ricoperto da diverse figure e, nel caso di un contratto di lavoro dipendente, è il datore di lavoro.

Altre figure possono essere i lavoratori autonomi o gli enti pubblici ed economici che non hanno carattere commerciale. Il sostituto d’imposta può essere anche una società, che ad esempio può svolgere questo ruolo nei confronti dei propri professionisti. L’importante è che queste figure svolgano un’attività che possa essere considerata economica.

A cosa serve il sostituto d’imposta 

Il sostituto d’imposta serve per pagare tutte o parte delle tue imposte. Il meccanismo è semplice: il sostituto d’imposta trattiene le tasse che devi pagare in quanto contribuente e le versa direttamente allo Stato

Questa situazione presenta due vantaggi:

  1. dà maggiori garanzie allo Stato che le imposte vengano effettivamente versate;
  2. è più pratica per te che altrimenti dovresti versare mensilmente e in autonomia le tue tasse.

Il sostituto d’imposta non solo versa le tasse al posto tuo, ma ti sostituisce anche nel caso di rimborsi o importi dovuti dopo la presentazione del Modello 730.

Chi è il sostituto d’imposta per un lavoratore dipendente

Come abbiamo visto, il sostituto d’imposta per un lavoratore dipendente coincide con il datore di lavoro. Infatti, se sei dipendente, il tuo datore di lavoro è obbligato per legge a rimborsare o trattenere direttamente in busta paga le somme che devi pagare dopo aver fatto la dichiarazione dei redditi.

Quando il datore di lavoro non è il sostituto d’imposta

Il tuo datore di lavoro non è il tuo sostituto d’imposta in tutti i casi in cui le somme che guadagni non vengono dal tuo lavoro. Ad esempio, se ricevi canoni di affitto, dovrai pagare le relative imposte in autonomia. Altro esempio: in caso di rendite da azioni o titoli di stato dovrai pagare le tasse sui guadagni autonomamente.

Come inserire sostituto d’imposta INPS nel 730 precompilato

Se fai tutto in autonomia dal sito dell’Agenzia delle Entrate, come ad esempio attraverso la nuova dichiarazione semplificata, la procedura guidata prevede un passaggio dove inserire i dati del sostituto d’imposta

Non devi modificare la dichiarazione, perché questo passaggio lo trovi poco prima dell’invio definitivo. 

Inserire il sostituto d’imposta INPS nel 730 precompilato è piuttosto semplice e spesso puoi trovare i dati già compilati, ad esempio nel caso in cui tu abbia lo stesso datore di lavoro da anni. Se invece hai cambiato lavoro di recente, i dati potrebbero non essere aggiornati. 

In questo caso puoi modificare o aggiungere i dati del sostituto. Ti basterà inserire il codice fiscale e la denominazione dell’azienda, tutti dati che trovi facilmente nell’intestazione della busta paga e nella certificazione unica.

Cosa succede se non hai indicato un sostituto d’imposta per la tua dichiarazione 

Dichiarare il sostituto d’imposta non è obbligatorio. Riceverai rimborsi o avrai delle trattenute anche se non ne hai indicato uno.

In questo caso dovrai fare due cose:

  1. nel caso di rimborso, devi indicare il codice IBAN del conto dove vuoi che venga versata la somma (fai attenzione perché l’intestatario del conto devi essere tu);
  2. nel caso di trattenute, devi procedere con il versamento delle tasse tramite il modello F24.

Dobbiamo però specificare che il rimborso sul conto corrente non è veloce come quando si indica il sostituto d’imposta. Spesso, infatti, passano anni prima che tu possa ricevere le somme che ti spettano.

Rimborso 730 con sostituto d’imposta 

Il rimborso o la trattenuta con sostituto d’imposta avvengono il mese successivo a quello in cui hai presentato il modello. Ad esempio, se presenti il 730 entro il 31 maggio, il rimborso lo vedrai nel cedolino del mese di giugno, che viene pagato a luglio; se presenti il modello entro il 30 giugno, il rimborso lo vedi nel cedolino di luglio (pagato ad agosto) e così via.

Ci sono dei casi però in cui il datore di lavoro può rifiutarsi di procedere con queste operazioni, che vengono definite “di conguaglio”:

  • se non hai mai avuto alcun rapporto di lavoro con quel datore di lavoro e dunque hai inserito un codice fiscale sbagliato;
  • se il tuo rapporto di lavoro è terminato prima della data in cui viene messo a disposizione il 730 (che quest’anno è stata il 30 aprile).

Se il sostituto d’imposta, dunque il datore di lavoro, comunica all’Agenzia delle entrate un avviso di diniego, verrai avvisato dall’Agenzia e hai diverse opzioni:

  • puoi indicare un nuovo sostituto, inviando un modello 730 integrativo di “tipo 2”;
  • puoi inviare un modello 730 integrativo di “tipo 2” senza indicare un sostituto;
  • puoi rivolgerti a un CAF o a un professionista abilitato.

Attenzione: la data limite per inviare la correzione con il modello integrativo di tipo 2 è per quest’anno l’ 11 novembre 2024. Dopo questa data devi inviare il modello Redditi.

Rimborso 730 senza sostituto d’imposta 

Se presenti il modello 730 senza sostituto d’imposta, riceverai il rimborso che ti spetta direttamente dall’Agenzia delle Entrate sul conto corrente che hai indicato. Inoltre, puoi utilizzare il rimborso che ti spetta per pagare altre imposte dovute e non ancora saldate.

Come si modifica il sostituto d’imposta

Nel caso in cui devi cambiare il sostituto d’imposta oppure inserirne uno nuovo, l’Agenzia delle Entrate ti chiede obbligatoriamente di inserire il codice fiscale, il cognome e il nome oppure la denominazione del nuovo sostituto.

Puoi fare  questa operazione in autonomia se utilizzi la dichiarazione semplificata oppure se chiedi aiuto al tuo professionista o a un patronato di fiducia.

Come funziona per i pensionati o per i disoccupati

Se sei in pensione o se prendi la Naspi, il tuo sostituto d’imposta è l’INPS, che si occuperà di eventuali rimborsi e trattenute. Se sei in pensione la regola generale prevede che l’INPS proceda con il conguaglio fiscale a partire dal secondo mese successivo a quello di ricevimento dei dati.

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