730: chi è il sostituto d’imposta?

(foto shutterstock)

Il sostituto d’imposta sostituisce il contribuente nei rapporti con l’amministrazione finanziaria e versa le imposte al suo posto

È tempo di 730, la dichiarazione dei redditi che devono presentare lavoratori dipendenti e pensionati.

Tra le voci che si trovano all’interno del modello c’è il “sostituto d’imposta” che, come dice il nome, è il soggetto che prende il tuo posto nell’adempimento degli obblighi fiscali.

In questo articolo vedremo chi è questa figura e come funziona per i lavoratori dipendenti, i pensionati e chi percepisce la Naspi.

Chi è il sostituto d’imposta

Il sostituto d’imposta è quel soggetto, pubblico o privato, che sostituisce il contribuente nei rapporti con l’amministrazione finanziaria. Questo ruolo può essere ricoperto da diverse figure e, nel caso di un contratto di lavoro dipendente, è il datore di lavoro.

Altri soggetti possono essere i lavoratori autonomi o gli enti pubblici ed economici non aventi carattere commerciale. L’importante è che queste figure svolgano un’attività che possa essere considerata economica.

Il meccanismo è semplice: il sostituto d’imposta trattiene le tasse che il contribuente deve pagare e le versa direttamente allo Stato, una situazione che presenta due vantaggi:

  •  dà maggiori garanzie allo Stato che le imposte vengano effettivamente versate;
  • è più pratica per il contribuente, che altrimenti dovrebbe versare mensilmente e in autonomia le proprie tasse. 

Il sostituto d’imposta non solo versa le tasse al posto del contribuente, ma lo sostituisce anche nel caso di rimborsi o importi dovuti dopo la presentazione del Modello 730.

Come funziona per i lavoratori dipendenti

Come abbiamo visto, per i lavoratori dipendenti questa figura coincide con il datore di lavoro, che è obbligato a rimborsare o trattenere direttamente in busta paga le somme che il lavoratore deve pagare dopo aver fatto la dichiarazione dei redditi.

Il rimborso o la trattenuta avvengono il mese successivo a quello in cui è stato presentato il modello. Ad esempio, se il 730 viene presentato entro il 31 maggio, il rimborso sarà nel cedolino del mese giugno, che viene erogato a luglio; se il modello viene presentato entro il 30 giugno, il rimborso arriva nel cedolino di luglio (erogato ad agosto) e così via.

Ci sono dei casi però in cui il datore di lavoro può rifiutarsi di procedere con queste operazioni, che vengono definite “di conguaglio”:

  • se il contribuente non ha mai avuto alcun rapporto di lavoro con quel datore di lavoro e dunque ha inserito un codice fiscale sbagliato;
  • se il rapporto di lavoro è cessato prima della data in cui viene messo a disposizione il 730 (che quest’anno è stata il 30 aprile).

Se il sostituto d’imposta comunica all’Agenzia delle entrate un avviso di diniego, il contribuente viene avvisato dell’Agenzia e ha diverse opzioni:

  • indicare un nuovo sostituto, inviando un modello 730 integrativo di “tipo 2”;
  • inviare un modello 730 integrativo di “tipo 2” senza indicare un sostituto;
  • rivolgersi a un CAF o a un professionista abilitato.

Attenzione: la data limite per inviare la correzione con il modello integrativo di tipo 2 è il 10 novembre 2023. Dopo questa data bisogna inviare il modello Redditi.

Come funziona per i pensionati o per i disoccupati

Per i pensionati e per chi prende la Naspi, il sostituto d’imposta coincide con l’Inps, che è quindi il soggetto che procederà con le operazioni di conguaglio e quindi a versare eventuali rimborsi o a effettuare le trattenute.

Per i pensionati la regola generale prevede che l’Inps proceda con il conguaglio fiscale a partire dal secondo mese successivo a quello di ricevimento dei dati. Quindi, per ricevere il rimborso ad agosto, bisognerà aver trasmesso il modello 730 entro il 31 maggio 2023.

Dove indicare il sostituto d’imposta

Se si procede in autonomia dal sito dell’Agenzia delle Entrate, la procedura guidata prevede un passaggio dove inserire i dati del sostituto d’imposta. Non è necessario modificare la dichiarazione, perché questo passaggio è poco prima dell’invio definitivo

Spesso si possono trovare i dati già compilati, ad esempio nel caso in cui tu abbia lo stesso datore di lavoro da anni. Se invece hai cambiato lavoro di recente, i dati possono non essere aggiornati. 

In questo caso puoi modificare o aggiungere i dati del sostituto. Ti basterà inserire il codice fiscale e la denominazione dell’azienda, tutti dati che trovi facilmente nell’intestazione della busta paga e nella certificazione unica

Cosa succede senza sostituto d’imposta

Dichiarare il sostituto d’imposta non è obbligatorio. Il rimborso o la trattenuta avvengono anche se non ne hai indicato uno.

In questo caso dovrai fare due cose:

  • nel caso di rimborso, indicare il codice IBAN del conto dove vuoi che venga versata la somma (fai attenzione perché l’intestatario deve coincidere con il contribuente);
  • nel caso di trattenute, procedere con il versamento delle tasse tramite il modello F24.

Dobbiamo però specificare che il rimborso sul conto corrente non è veloce come quando si indica il sostituto d’imposta. Spesso, infatti, passano anni prima che tu possa ricevere le somme che ti spettano.

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